L'intervento del cardinale Bertone a Madrid sui diritti umani
Il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone ha tenuto oggi a Madrid, presso
la sede della Conferenza episcopale spagnola, una conferenza su “I diritti umani nel
magistero di Benedetto XVI” nel 60.mo anniversario della “Dichiarazione Universale”
approvata dall’Onu il 10 dicembre del 1948. Il porporato, da martedì sera in Spagna
su invito dei vescovi iberici, ha incontrato ieri Re Juan Carlos, il premier José
Luis Rodríguez Zapatero e il presidente del Partido Popular e leader dell’opposizione
Mariano Rajoy. Oggi la conclusione del viaggio. Sull’intervento odierno del cardinale
Bertone ascoltiamo il servizio di Sergio Centofanti:
Il cardinale
Bertone ha sottolineato che “i diritti umani nascono dalla cultura europea occidentale,
di indubbia matrice cristiana”. “Non si tratta di una casualità”, ha aggiunto. Questi
diritti si fondano infatti sulla convinzione, ereditata dall’ebraismo, che “l’essere
umano è immagine di Dio”. Tuttavia oggi, a 60 anni dalla Dichiarazione Universale,
si assiste ad una ridefinizione radicale dei diritti umani individuali che, attaccati
da concezioni relativistiche, si stanno trasformando in diritti sempre più fragili
e sempre meno universali e inviolabili. Ma - come afferma Benedetto XVI - i diritti
umani, primo fra tutti quello alla vita, sono iscritti nell’uomo in quanto tale e
appartengono dunque a tutti gli esseri umani dal concepimento alla morte naturale,
e non possono dipendere né dalle decisioni di maggioranze, di volta in volta variabili,
né dalle culture, né dalle condizioni di salute della persona. Sul rispetto dei diritti
di tutti – ribadisce il cardinale Bertone - si fonda la libertà, la pace e la giustizia
nel mondo. E laddove uno Stato fallisce nel garantire il rispetto di tali diritti
per la propria popolazione, è necessario che questa responsabilità venga assunta dalla
comunità internazionale. Il porporato ha ricordato poi i diritti della famiglia, cellula
fondamentale della società, i diritti della donna, che ancora oggi è discriminata
per motivi religiosi, culturali o sociali, e ancora i diritti dei genitori a scegliere
liberamente l’educazione dei figli. Il cardinale, sempre citando Benedetto XVI, ha
affermato anche che l’insegnamento della religione nelle scuole pubbliche è in sintonia
col principio di laicità, in quanto facoltativo e non supponendo alcuna adesione dello
Stato con le verità di fede. C’è poi la questione del riconoscimento della dimensione
pubblica della religione che una certa concezione laicista vorrebbe confinare nella
sfera privata e intimista. Non è espressione di laicità – questo il pensiero del Papa
- l’ostilità contro qualsiasi forma di rilevanza politica e culturale della religione
o anche contro la presenza dei simboli religiosi nelle istituzioni pubbliche. Né è
sana laicità definire ingerenza indebita qualsiasi presa di posizione della Chiesa
di fronte a questioni, morali e sociali che riguardano la persona e la sua dignità,
cercando così di emarginare la presenza cristiana nella vita civile di un Paese.
La Chiesa – si ribadisce - non vuole privilegi, chiede solo il rispetto della libertà
religiosa. Infine il cardinale Bertone lancia un appello a un’azione solidale nei
confronti di tutti quegli uomini, donne e bambini, che si vedono negati i diritti
fondamentali perché manca un’equa distribuzione dei beni della terra.