Documento dei vescovi francesi sulle sfide in materia di bioetica
“Il grande ‘sì’ alla vita umana affianca un’attenzione del tutto particolare della
Chiesa cattolica verso coloro che soffrono, come testimoniano da secoli le sue numerose
e diverse opere di carità”. E’ quanto si legge nel vademecum intitolato ‘Bioetica’
e presentato dalla Conferenza episcopale francese. Sul ricorso ad embrioni nei laboratori
di ricerca, i presuli ricordano in particolare che “ogni persona onora la sua umanità
quando rifiuta la strumentalizzazione della vita umana e incoraggia, con l’obiettivo
di alleviare la sofferenza dei propri simili, altre vie di ricerca che si possono
sperare feconde”. Nel documento, ripreso da Avvenire, si affronta anche il tema della
maternità surrogata, noto anche come “utero in affitto”. I vescovi sottolineano che
“il prezzo da pagare per la legalizzazione di questa pratica è troppo elevato innanzitutto
per il nascituro, ma anche per la coppia e per la società intera alla luce della trasformazione
delle leggi sulla filiazione che ne conseguirebbero”. Un vibrante appello è lanciato
anche a proposito delle crescenti derive legate alla tecnica della diagnosi pre-impianto.
“E urgente – si legge nel testo – che il legislatore prenda la misura di queste derive
etiche e incoraggi la ricerca sulle malattie in questione al posto di sradicare i
malati attraverso la selezione prenatale di massa”. Precise raccomandazioni riguardano
infine la procreazione assistita, il prelievo e il dono di organi, tessuti o cellule.
I vescovi ricordano la portata di una frase del filosofo Hans Jonas, per il quale
“l’avventura della tecnologia, coi suoi rischi estremi, esige questo rischio della
riflessione estrema”. Proprio per questo, “gli Stati generali rappresentano un’opportunità
se permetteranno un autentico dialogo”. (A.L.)