2009-02-04 15:08:29

Parlamento Europeo contro pedopornografia, turismo sessuale e adescamento minori on-line


Solo nell’ultimo anno si è registrato un aumento del 16% degli abusi contro i minori su Internet. In crescita anche il vergognoso mercato del turismo sessuale che coinvolge più di 2 milioni di piccole vittime. Alla luce di queste nuove emergenze il Parlamento Europeo è corso ai ripari, apportando significative integrazioni alla Decisione quadro dell’Unione Europea del 2003, relative alla lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pornografia infantile. Da Strasburgo, ce ne parla Marco Guerra:RealAudioMP3
Lotta al turismo sessuale; considerare l’adescamento on-line dei minori, il grooming, come reato; migliorare la cooperazione extra territoriale degli Stati membri con lo scambio delle informazioni contenute nei casellari giudiziari relative ai reati di abuso sessuale; escludere la possibilità per i pedofili di esercitare attività professionali che prevedano contatti con i minori e istituire un sistema di allerta rapida per la scomparsa dei minori. Sono questi i punti salienti della raccomandazione del Parlamento Europeo al Consiglio, approvata dall’aula di Strasburgo nella sessione plenaria di ieri pomeriggio. Un testo ambizioso, che si pone l’obiettivo di potenziare la lotta allo sfruttamento sessuale dei bambini coordinando la legislazione dei "27" e rafforzando la collaborazione con i Paesi extra Ue. Stamane la raccomandazione è stata presentata alla stampa dalla relatrice, l’on. Roberta Angelilli, e dal direttore di “Save the Children Italia”, Valerio Neri. Durante la conferenza stampa è stato inoltre diffuso un dossier che tratteggia le proporzioni del mercato del turismo sessuale e dei rischi legati alla maggiore alfabetizzazione informatica dei minori, elaborato sulla base delle più recenti ricerche di Eurostat, Unicef ed Interpol. Da questa documentazione emerge un quadro del fenomeno agghiacciante: l’età media dei bambini sfruttati è passata dai 10 anni del 2003 ai 7 del 2007, ed ogni anno vengono offerte almeno 500 mila nuove immagini pedopornografiche sul web. Una vera miniera d’oro per questa gente senza scrupoli è poi rappresentata dal settore del turismo sessuale minorile, che muove un volume d’affari complessivo di circa 90 miliardi di dollari l’anno.  
Da parte del Parlamento Europeo arriva dunque una direttiva precisa che però deve trovare attuazione da parte dei Paesi membri dell’Ue. Delle priorità della lotta alla pedopornografia e delle concrete possibilità di intervento, Fausta Speranza ha parlato con l’eurodeputata Roberta Angelilli, relatrice del provvedimento:RealAudioMP3

R. - Il Parlamento Europeo ha approvato praticamente all’unanimità, con soli due voti contrari, una raccomandazione importante che obbliga gli Stati membri a prendere tempestivamente delle misure molto forti contro lo sfruttamento sessuale dei minori e la pedopornografia.
 
D. – Quindi, adesso si tratta di adottare norme comuni, a cominciare da quelle sul turismo sessuale...
 
R. – Tra le priorità c’è il turismo sessuale che sta diventando un fenomeno davvero abnorme, in preoccupante crescita. Una seconda priorità è quella di penalizzare il “grooming”, che è una manipolazione psicologica che avviene su Internet, che avviene on-line, al fine dell’adescamento e poi dell’abuso del minore. Un’altra cosa importante, che noi abbiamo chiesto come Parlamento, è la creazione di un sistema di allerta rapido per i minori scomparsi, dal momento che in Europa, ogni anno, scompaiono, tra bambini comunitari ed extracomunitari, circa 5 mila minori. E poi, un altro punto qualificante è quello di obbligare gli Stati membri a vietare alle persone che hanno subito delle condanne definitive per reati di pedopornografia e, o comunque, per reati di violenza e di abuso sessuale, a svolgere professioni o attività lavorative che prevedono il contatto con i minori.
 
D. – La rete per la sua natura capillare, ma anche transfrontaliera, sembra inarrivabile, sembra ingestibile. A questo punto si propone con questa risoluzione di disattivare i siti web pedopornografici, di ostacolare i loro sistemi di pagamento online, di promuovere l’uso di filtri per i siti pornografici. Dunque, tutto questo è possibile, ma è davvero praticabile nella realtà in tempi brevi da parte di ogni Paese?
 
R. – Sì, è praticabile se c’è la volontà che deve essere ovviamente politica, legislativa, ma deve essere anche culturale. In questo progetto noi dobbiamo coinvolgere tutti, quindi sia i legislatori, ma anche i providers, ma anche gli educatori, gli insegnanti, soprattutto le famiglie ed i minori. Un grande problema è quello del cosiddetto divario tecnologico generazionale, nel senso che noi abbiamo minori che a partire dai quattro, cinque anni diventano abili navigatori su Internet, ed adulti che magari a 40 anni non hanno nessuna familiarità con il computer e talvolta non riescono neanche a mandare un sms. Quindi, questo patto generazionale è indispensabile però per combattere tutti i pericoli della rete.
 
D. – Dunque, in definitiva, onorevole Angelilli, questa risoluzione del Parlamento Europeo è un significativo passo avanti...
 
R. – Sì, certamente, è un segnale forte, intransigente, che penso gli Stati membri accoglieranno positivamente, anche perché il Parlamento Europeo ha voluto dare un segnale molto chiaro e giuridicamente molto forte.







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