Parlamento Europeo contro pedopornografia, turismo sessuale e adescamento minori on-line
Solo nell’ultimo anno si è registrato un aumento del 16% degli abusi contro i minori
su Internet. In crescita anche il vergognoso mercato del turismo sessuale che coinvolge
più di 2 milioni di piccole vittime. Alla luce di queste nuove emergenze il Parlamento
Europeo è corso ai ripari, apportando significative integrazioni alla Decisione quadro
dell’Unione Europea del 2003, relative alla lotta contro lo sfruttamento sessuale
dei bambini e la pornografia infantile. Da Strasburgo, ce ne parla Marco Guerra: Lotta al turismo
sessuale; considerare l’adescamento on-line dei minori, il grooming, come reato; migliorare
la cooperazione extra territoriale degli Stati membri con lo scambio delle informazioni
contenute nei casellari giudiziari relative ai reati di abuso sessuale; escludere
la possibilità per i pedofili di esercitare attività professionali che prevedano contatti
con i minori e istituire un sistema di allerta rapida per la scomparsa dei minori.
Sono questi i punti salienti della raccomandazione del Parlamento Europeo al Consiglio,
approvata dall’aula di Strasburgo nella sessione plenaria di ieri pomeriggio. Un testo
ambizioso, che si pone l’obiettivo di potenziare la lotta allo sfruttamento sessuale
dei bambini coordinando la legislazione dei "27" e rafforzando la collaborazione con
i Paesi extra Ue. Stamane la raccomandazione è stata presentata alla stampa dalla
relatrice, l’on. Roberta Angelilli, e dal direttore di “Save the Children Italia”,
Valerio Neri. Durante la conferenza stampa è stato inoltre diffuso un dossier che
tratteggia le proporzioni del mercato del turismo sessuale e dei rischi legati alla
maggiore alfabetizzazione informatica dei minori, elaborato sulla base delle più recenti
ricerche di Eurostat, Unicef ed Interpol. Da questa documentazione emerge un quadro
del fenomeno agghiacciante: l’età media dei bambini sfruttati è passata dai 10 anni
del 2003 ai 7 del 2007, ed ogni anno vengono offerte almeno 500 mila nuove immagini
pedopornografiche sul web. Una vera miniera d’oro per questa gente senza scrupoli
è poi rappresentata dal settore del turismo sessuale minorile, che muove un volume
d’affari complessivo di circa 90 miliardi di dollari l’anno. Da parte del
Parlamento Europeo arriva dunque una direttiva precisa che però deve trovare attuazione
da parte dei Paesi membri dell’Ue. Delle priorità della lotta alla pedopornografia
e delle concrete possibilità di intervento, Fausta Speranza ha parlato con
l’eurodeputata Roberta Angelilli, relatrice del provvedimento:
R. - Il Parlamento
Europeo ha approvato praticamente all’unanimità, con soli due voti contrari, una raccomandazione
importante che obbliga gli Stati membri a prendere tempestivamente delle misure molto
forti contro lo sfruttamento sessuale dei minori e la pedopornografia. D.
– Quindi, adesso si tratta di adottare norme comuni, a cominciare da quelle sul turismo
sessuale... R. – Tra le priorità c’è il turismo sessuale che
sta diventando un fenomeno davvero abnorme, in preoccupante crescita. Una seconda
priorità è quella di penalizzare il “grooming”, che è una manipolazione psicologica
che avviene su Internet, che avviene on-line, al fine dell’adescamento e poi dell’abuso
del minore. Un’altra cosa importante, che noi abbiamo chiesto come Parlamento, è la
creazione di un sistema di allerta rapido per i minori scomparsi, dal momento che
in Europa, ogni anno, scompaiono, tra bambini comunitari ed extracomunitari, circa
5 mila minori. E poi, un altro punto qualificante è quello di obbligare gli Stati
membri a vietare alle persone che hanno subito delle condanne definitive per reati
di pedopornografia e, o comunque, per reati di violenza e di abuso sessuale, a svolgere
professioni o attività lavorative che prevedono il contatto con i minori. D.
– La rete per la sua natura capillare, ma anche transfrontaliera, sembra inarrivabile,
sembra ingestibile. A questo punto si propone con questa risoluzione di disattivare
i siti web pedopornografici, di ostacolare i loro sistemi di pagamento online, di
promuovere l’uso di filtri per i siti pornografici. Dunque, tutto questo è possibile,
ma è davvero praticabile nella realtà in tempi brevi da parte di ogni Paese? R.
– Sì, è praticabile se c’è la volontà che deve essere ovviamente politica, legislativa,
ma deve essere anche culturale. In questo progetto noi dobbiamo coinvolgere tutti,
quindi sia i legislatori, ma anche i providers, ma anche gli educatori, gli insegnanti,
soprattutto le famiglie ed i minori. Un grande problema è quello del cosiddetto divario
tecnologico generazionale, nel senso che noi abbiamo minori che a partire dai quattro,
cinque anni diventano abili navigatori su Internet, ed adulti che magari a 40 anni
non hanno nessuna familiarità con il computer e talvolta non riescono neanche a mandare
un sms. Quindi, questo patto generazionale è indispensabile però per combattere tutti
i pericoli della rete. D. – Dunque, in definitiva, onorevole
Angelilli, questa risoluzione del Parlamento Europeo è un significativo passo avanti... R.
– Sì, certamente, è un segnale forte, intransigente, che penso gli Stati membri accoglieranno
positivamente, anche perché il Parlamento Europeo ha voluto dare un segnale molto
chiaro e giuridicamente molto forte.