Annunciati aiuti a Gaza. Il patriarca Twal nella città palestinese
Un carico di aiuti umanitari dell'agenzia dell'Onu che assiste i profughi palestinesi
(Unrwa) è stato sequestrato ieri dalla polizia di Hamas nella Striscia di Gaza. Si
tratta del primo episodio di sottrazione così esplicita di beni dell'Onu da parte
del movimento islamico radicale al potere nella Striscia da oltre un anno e mezzo.
I responsabili di Hamas non hanno finora giustificato in alcun modo il gesto. Intanto,
un progetto di aiuti per la ricostruzione di Gaza in seguito ai danni provocati dalla
operazione "Piombo fuso" è stato annunciato dal premier dell'Anp, Salam Fayad, che
ha valutato in 600 milioni di dollari il costo complessivo. La maggior parte verranno
da donatori stranieri. Una conferenza internazionale per la ricostruzione di Gaza
è stata convocata al Cairo per il 2 marzo. A Gaza, si sta svolgendo la visita della
delegazione delle Chiese di Gerusalemme guidata dal Patriarca latino, mons. Twal.
Il servizio di Sara Fornari al seguito della delegazione:
Il patriarca
latino di Gerusalemme, mons. Fouad Twal, sta facendo visita alla popolazione di Gaza,
insieme con una delegazione di capi delle Chiese di Gerusalemme. Tra essi, l’arcivescovo
armeno ortodosso e quello etiope ortodosso, un rappresentante anglicano e luterano,
mentre i vescovi anglicani e luterani di Gerusalemme sono stati fermati al valico
di Erez. Dopo aver attraversato le macerie del quartiere di Sudania, la zona di Zabalie(?),
la delegazione si è recata, con padre, Musallam, nell’ospedale di Shifa. Qui, il ministro
della Salute, li ha accompagnati nei reparti dove hanno incontrato alcuni pazienti.
Tra i giornalisti, c’è chi ha chiesto se il Papa verrà a Gaza. La risposta del patriarca:
“Rivolgiamo a Sua Santità questo invito, questa domanda. Se il Santo Padre non potrà
venire a Gaza, sarà almeno la popolazione di Gaza, speriamo, ad andare dal Papa. Una
brevissima sosta dalle Suore del Rosario e poi la delegazione si è diretta all’ospedale
anglicano. Anche qui i saluti e si riparte per la parrocchia latina. Da Gaza, per
la Radio Vaticana, Sara Fornari.
Ma ascoltiamo le impressioni
del Patriarca Fouad Twal, al microfono di Sara Fornari:
R. - A Gaza,
la volontà forte, di ferro, di vivere e sopravvivere è quella che attira l’ammirazione
e l’attenzione: più che la distruzione, è questa volontà forte di vivere. Siamo stati
in ospedale e abbiamo visto tanti feriti, tanti casi drammatici. Chiediamo la solidarietà
di tutti, chiediamo la misericordia di Dio, che ci dia la sua pace, che in questo
mondo arrivi a dare coraggio.
D. - Ci sono speranze
per questa tregua?
R. - Sì, speriamo sempre nella
tregua, ma ci vuole la buona volontà di tutte le parti. Tutto è possibile: la pace
è possibile, la giustizia è possibile, la resurrezione è possibile. Tutto è possibile:
manca solo la buona volontà e speriamo di averla.
Allerta
al confine tra Israele e Libano nel timore di attentati degli Hezbollah Le
forze armate israeliane hanno elevato lo stato di allerta in Galilea, a ridosso del
confine con il Libano, nel timore di attentati degli Hezbollah in occasione del primo
anniversario dell’uccisione del loro capo militare, Imad Mughniyeh. Fu ucciso a Damasco
da un'autobomba che secondo gli Hezbollah era stata confezionata dal Mossad, il servizio
di spionaggio israeliano. Ieri, il ministro della Difesa, Ehud Barak, si è recato
in ispezione sul confine con il Libano per rendersi conto di persona della situazione.
I portavoce israeliani ribadiscono in questi giorni che, in caso di attacchi di Hezbollah,
il governo libanese per intero sarebbe trienuto responsabile.
Onu - Afghanistan Il
segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, è giunto a sorpresa a Kabul
per una visita-lampo. Secondo quanto riferito dall'ufficio dell'Onu a Kabul, Ban ha
in programma incontri con il presidente afghano, Hamid Karzai, con i leader del parlamento,
con l'inviato delle Nazioni Unite, Kai Eide, e con i comandanti della Nato. Il segretario
dell’Onu giunge in Afghanistan all'indomani della nuova richiesta ai Paesi donatori,
affinché assicurino aiuti per ricostruire l'Afghanistan. Ieri, il sottosegretario
dell'Onu per gli affari umanitari, John Holmes, aveva chiesto aiuti per l’Afghanistan
per 630 milioni di dollari.
Pakistan Nove talebani sono stati uccisi
in scontri con l'esercito pakistano nei pressi di Peshawar. I militanti stavano tentando
di rapire una persona nel nord ovest, ai confini con l'Afghanistan. Sempre nello stesso
distretto, i talebani hanno incendiato e distrutto otto container della NATO destinati
alle truppe di stanza in Afghanistan. Ieri, i miliziani avevano fatto saltare in aria
un ponte, interrompendo il traffico tra Peshawar e Torkham. Anche nella valle di
Swat, sempre nel nordovest del Pakistan al confine con l'Afghanistan, proseguono gli
scontri tra i talebani e la polizia. Ieri, sono state almeno 50 le vittime tra i miliziani
e 5 tra i poliziotti. Questa mattina, trenta agenti sono stati catturati ma rilasciati
dopo poco dai talebani.
Prima riunione dell’era Obama del Gruppo 5+1 sul
nucleare Si è riunito per la prima volta dall'elezione di Barak Obama alla
casa Bianca il Gruppo 5+1 - composto da USA, Germania, Russia, Gran Bretagna, Cina
e Francia - per discutere del dossier sul programma nucleare iraniano. Una disputa
che ha già portato a ben cinque risoluzioni del Consiglio di sicurezza per imporre
a Teheran la sospensione del programma di arricchimento dell’uranio e puntualmente
ignorate dal presidente Ahmadinejad. A rafforzare ulteriormente le preoccupazioni
occidentali sulle capacità offensive dell’Iran, anche la messa in orbita ieri del
primo satellite per telecomunicazioni. A Bijan Zarmandili, esperto di Iran
della rivista di geopolitica Limes, Stefano Leszczynski ha chiesto quale sia
l’importanza della riunione in corso in Germania:
R. - La riunione
5+1, oggi, ha importanza probabilmente perché è la prima riunione dei Paesi che si
occupano del dossier nucleare iraniano dopo l’arrivo di Barack Obama alla Casa Bianca.
Oltre a questo fatto, credo non ci siano margini di un vero negoziato o altro. Questo
significa che siamo in una fase preliminare, una fase in cui le parti stanno, ciascuna,
esaminando le proprie posizioni per poter arrivare - più in là - ad un eventuale negoziato
da posizioni di forza.
D. - Si può dire che, per
avere un’idea della possibilità di uno sviluppo futuro di questo negoziato, sarà necessario
aspettare le elezioni presidenziali iraniane?
R.
- Senz’altro. Le presidenziali iraniane comunque hanno un peso nelle decisioni dei
vertici di Teheran circa un aspetto importante della politica iraniana, e cioè il
nucleare.
D. - Ha suscitato una certa impressione,
nel mondo occidentale e nella comunità internazionale, il lancio del primo satellite
iraniano. Questo ha fatto riflettere anche sulle potenzialità tecnologiche e militari
dell’Iran?
R. - Per dare un’impostazione più realistica,
bisognerebbe dire che l’Iran comunque, virtualmente, è una potenza nucleare. Il negoziato
con gli altri Paesi e con l’America in primo luogo significa che gli altri interlocutori
- l’America, ma anche gli occidentali, l’Europa - devono, in qualche modo, gestire
insieme all’Iran le conseguenze che avrà il nucleare: a cosa servirà, quale sarà il
suo futuro, se sarà un nucleare bellico o di difesa, o un nucleare esclusivamente
civile.
Iraq Le esportazioni di greggio dall'Iraq
sono salite nel gennaio scorso di oltre due milioni di barili, rispetto al dicembre
2008, secondo quanto ha reso noto oggi il portavoce del Mnistero del petrolio iracheno.
“In gennaio abbiamo esportato 58,621 milioni di barili, ovvero in media 891 mila al
giorno”, ha detto il portavoce, Assim Jihad, citato dall'agenzia Aswat al Iraq. Lo
stessa fonte ha poi precisato che, a dicembre 2008, l'Iraq ha esportato 56,2 milioni
di barili di petrolio.
USA Il presidente americano, Barack Obama,
ha confermato in un’intervista di non avere molta simpatia per l'espressione "guerra
al terrorismo", usata spesso dal suo predecessore alla Casa Bianca. “Siamo impegnati
in una battaglia o in una guerra contro alcune organizzazioni terroriste", ha detto
Obama alla CNN sottolineando che queste organizzazioni "non rappresentano la comunità
araba, la comunità musulmana”. Intanto, il presidente USA è alle prese con cambiamenti
nella sua amministrazione. Ha perso due ministri, perché coinvolti in episodi di evasione
fiscale. Ce ne parla Elena Molinari:
Il numero
dei membri potenziali della squadra di Barack Obama che non hanno pagato le tasse
sale a tre, ai quali se ne somma uno indagato per corruzione. E il numero dei dimissionari
sale pure a tre. Il presidente - che si era presentato agli americani come il campione
dell’etica nel governo - ha insomma un problema di immagine e ieri ha cercato di risolverlo.
Dopo il ritiro di Tom Dash, l’ex ministro alla Sanità designato, e di Nancy Killefer,
a capo del bilancio, Obama ha infatti ammesso che la loro nomina era stata un errore.
“Mi prendo tutte le responsabilità per coloro che ho designato - ha affermato - e
dunque si può dire che ho fatto una sciocchezza, perché in definitiva è importante
che questa amministrazione mandi un messaggio chiaro che le regole valgono per tutti”.
Il presidente ha detto inoltre di essere seriamente preoccupato per la crisi economica,
tanto da non dormire la notte, e che nel pacchetto di salvataggio dell’economia in
discussione al Congresso non intende insistere troppo sul sostegno alle società americane,
per non mandare un messaggio protezionista al resto del mondo. Obama, infine, ha assicurato
che stabilirà condizioni precise per i compensi dei dirigenti delle società in difficoltà
che ottengono fondi pubblici. La scoperta che alcune compagnie aiutate dal governo
hanno concesso bonus miliardari ai loro dirigenti era stata definita una vergogna
dal presidente.
Italia - omicidio a Napoli di un
consigliere comunale E' stato brutalmente ucciso a Castellammare di Stabia,
in provincia di Napoli, il consigliere comunale, Luigi Tommasino, appartenente al
Partito democratico. Era in macchina con il figlio di 13 anni che è rimasto illeso
ma sotto choc. La vittima gestiva un negozio di abbigliamento. Suo fratello Giovanni
è un noto medico dell'ospedale di Castellammare di Stabia. L’indagine è solo avviata,
ma appare un delitto a sfondo politico mafioso che fa pensare al delitto Fortugno
del quale si è concluso il processo di primo grado solo due giorni fa. Anche Francesco
Fortugno aveva un ruolo politico locale in una regione del meridione italiano e anche
lui era legato al Pd. Per il suo omicidio, avvenuto a Locri nel 2005, il processo
di primo grado ha emesso quattro condanne all'ergastolo, così come aveva chiesto l'accusa.
La massima pena è stata inflitta ad Alessandro e Giuseppe Marcianò, padre e figlio,
ritenuti i mandanti del delitto, a Salvatore Ritorto, accusato di essere stato l'autore
materiale, e a Domenico Audino. I due Marcianò, però, sono stati assolti dall'accusa
di associazione mafiosa, anche se nell'accusa di omicidio rivolta loro c'è l'aggravante
delle modalità mafiose.
Trattato di Lisbona e Repubblica ceca Il
parlamento ceco ha deciso di rinviare di nuovo il voto sul Trattato di Lisbona: se
ne parlerà il 17 febbario. Per il rinvio hanno votato 115 dei 196 deputati presenti.
I Civici democratici (Ods), il principale partito del governo, condizionano il benestare
alla ratifica all'approvazione di un cosiddetto "mandato vincolato", che impedisca
il trasferimento di ulteriori competenze da Praga a Bruxelles senza previo consenso
del parlamento. La Repubblica ceca, che riveste al momento la presidenza di turno
dell'Ue, è l'unico Paese a non aver ancora votato al parlamento sul Trattato. La prima
seduta ha avuto luogo il 9 dicembre scorso. Oltre all'Ods, contrari alla ratifica
del Trattato sono anche i comunisti (Kscm) all'opposizione, che chiedono un referendum,
mentre i socialdemocratici (Cssd), pure all'opposizione, sono per una rapida ratifica.
In favore anche i popolari (Kdu-Csl) e i Verdi, entrambi al governo.
Somalia È
stato assassinato il direttore di ‘Horn Afrik’, una delle più importanti radio della
Somalia. Said Tahlil è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco poco lontano dalla sede
della radio a Mogadiscio. L’emittente ha annunciato una interruzione delle trasmissioni.
Algeria I
gruppi islamici armati continuano a colpire nella regione berbera dell'Algeria, la
Cabilia, dove nelle ultime 24 ore hanno compiuto almeno tre attacchi in diverse zone.
Un militare, scrive la stampa algerina, è morto e 9 sono rimasti gravemente feriti.
In queste ore, è in corso nella regione un'imponente operazione di rastrellamento
avviata dopo le informazioni fornite da Ali Ben Touati, alias Abu Tamim, "emiro" di
una delle principali branche di Al Qaeda per il Maghreb Islamico (ex- Gruppo Salafita
per la predicazione e il combattimento), che pochi giorni fa si è consegnato alle
autorità.
Marocco Otto persone sono morte in seguito alle forti piogge
che in questi ultimi giorni si sono abbattute sul Marocco. Tutte le vittime sono rimaste
schiacciate dalle macerie delle loro case crollate per le precipitazioni.
Sudafrica Un
giudice sudafricano ha rinviato al 25 agosto la data del processo contro il leader
dell'Anc, Jacob Zuma, candidato favorito per le elezioni presidenziali dell'aprile
prossimo, accusato di corruzione. Il processo si celebrerà così ben dopo le elezioni
e Zuma verrà giudicato molto probabilmente quando sarà già presidente in carica. “Il
processo è aggiornato ad una data provvisoria fissata al 25 agosto 2009”, ha detto
oggi il giudice Leona Theron.
Kirghizistan Il governo kirghizo annuncerà
nei prossimi giorni, forse già domani, la decisione di chiudere la base militare Usa
di Manas, in Kirghizistan, snodo vitale per le operazioni delle truppe statunitensi
in Afghanistan. “Il governo ha deciso di mettere fine alla presenza delle forze statunitensi
nel nostro Paese”, ha detto il presidente, Kurmanbek Bakiyev, al termine di un colloquio
con il suo omologo russo, Dimitri Medvedev. “Quando, nel 2001, gli Stati Uniti hanno
stipulato il contratto d'affitto per Manas come base d'appoggio per le operazioni
in Afghanistan, si supponeva fosse per uno o due anni”, ha proseguito il presidente
Bakiyev, ma “sono passati otto anni. Dietro lo sfratto degli americani, secondo alcuni
osservatori non ci sarebbe solo il mancato raggiungimento di un accordo economico
con la Casa Bianca. Il governo kirghizo avrebbe accettato, infatti, di chiudere la
base americana, in cambio di consistenti aiuti finanziari da parte di Mosca, 150 milioni
a fondo perduto.
Messico Tre militari sono stati uccisi ieri alla
periferia di Cancun. I cadaveri sono stati ritrovati nel Paese di Cristobal Colon,
sulla strada che porta alla città di Merida, capitale dello Yucatan. Secondo fonti
attendibili, si è trattato di un'esecuzione ad opera della criminalità organizzata.
I responsabili hanno pedinato le loro vittime, li hanno bloccati e poi giustiziati
con una raffica di mitra. Una delle vittime era un uomo della scorta di Gregorio Sanchez,
sindaco della città di Cancun. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza
e di Francesca Ciacci)
Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LIII no. 35
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