2009-02-03 15:14:43

Razzo sparato da Gaza colpisce Ashkelon


Un razzo di tipo Grad, sparato da Gaza, è caduto stamani sulla città israeliana di Ashkelon, causando solo danni materiali. È la prima volta che un razzo colpisce questa città dalla fine dell'offensiva militare israeliana contro Hamas a Gaza, due settimane fa. Il premier israeliano Olmert ha raccolto vari ministri per decidere la reazione di Israele. Secondo la radio pubblica il premier avrebbe ordinato di reagire. Intanto, nel primo pomeriggio sono cominciati al Cairo i colloqui tra le due delegazioni congiunte del movimento integralista palestinese Hamas arrivate da Gaza e da Damasco ed il capo dei servizi segreti egiziani Omar Suleiman. Da quanto si è appreso, gli esponenti di Hamas dovrebbero comunicare la propria disponibilità ad accettare una tregua di un anno (si parla anche di un anno e mezzo) con Israele, che l'Egitto sta mediando da alcune settimane. Da parte sua, il presidente palestinese Abu Mazen, dopo l’incontro ieri a Parigi con il presidente Nicolas Sarkozy all’Eliseo, prosegue il tour di consultazioni in Europa. E c’è da dire che l'unità dei gruppi politici palestinesi è il tema di un incontro convocato d'urgenza tra i ministri degli Affari Esteri arabi, oggi ad Abu Dhabi.

Pakistan
I miliziani islamici hanno fatto saltare in aria un ponte, nel nord-ovest del Pakistan, al passo di Khyber, principale via di collegamento con l'Afghanistan. La struttura, fatta esplodere poco dopo la mezzanotte, era utilizzata per il trasporto di merci, destinate sia ai soldati della forza internazionale Nato nel Paese sia al mercato afghano. Intanto nella valle di Swat, sempre in Pakistan, le forze di sicurezza hanno sferrato un attacco contro i talebani, uccidendone almeno 35.

Somalia
Almeno 16 persone sono state uccise, ieri, a Mogadiscio dalle forze di pace dell'Unione Africana. I militari hanno aperto il fuoco dopo che una mina anticarro era esplosa al passaggio di un loro veicolo. Altre fonti parlano di molte più vittime. Alcuni civili denunciano la presenza dell’esercito etiope che sarebbe rientrato in Somalia, lasciata solo due mesi fa, e che avrebbe creato un posto di blocco vicino Baladwayne. Il governo etiope però smentisce. Intanto nelle acque a largo della Somalia i pirati hanno rilasciato un cargo turco e i suoi undici membri di equipaggio che erano stati catturati a metà dicembre.

Gheddafi eletto presidente dell’Unione Africana
Si è concluso ieri con l’elezione del libico Muhammar Gheddaffi alla presidenza dell’Unione africana il 12mo summit degli Stati membri dell’organizzazione continentale panafricana. Del tutto disatteso il tema principale del vertice dedicato essenzialmente allo sviluppo economico ed infrastrutturale del continente. Stefano Leszczynski ha intervistato Angelo Turco, docente, presso l’Università de L’Aquila, di geografia dello sviluppo in Africa:RealAudioMP3

R. – E’ vero che l’Unione Africana è un organismo troppo debole, ma è altrettanto vero che manca – a questi organismi internazionali panafricani – una cultura dello sviluppo economico. C’è, piuttosto, un’attenzione ai temi della politica. In realtà, la politica non può risolvere tutto, l’economia ha le sue regole, i suoi tempi, ma tutto questo fa fatica a penetrare nelle stanze dei poteri che interpretano e gestiscono l’Unione Africana. E questo, naturalmente, è tanto più rilevante in un momento di crisi profonda, come questo, che investe l’Africa in un modo che può diventare anche molto drammatico.

 
D. – L’elezione del presidente libico Gheddafi cosa significa per il prossimo anno di gestione dell’Unione Africana?

 
R. – Sicuramente cambia lo spirito nella conduzione dell’Unione Africana e cambia anche lo stile: tanto quello del presidente tanzaniano, Jakaya Kikwete, era discreto e il più possibile lontano dai riflettori della scena internazionale, tanto quello di Gheddafi ci possiamo aspettare sarà molto mediatizzato.

 
D. – Un aspetto salutato con particolare favore è stato quello relativo al rafforzamento dell’organismo panafricano e all’intenzione di andare verso una strada che potrebbe portare alla creazione degli Stati Uniti d’Africa…

 
R. – E’ un obiettivo necessario per il futuro dell’Africa ed occorre renderlo realistico. Ci vuole tempo ed occorre lavorare molto adeguatamente per arrivare a delle soluzioni condivise di tutta una serie di problemi e all’istituzione di organismi che poi siano in grado di funzionare.

 
Spagna
Almeno dieci persone sono state arrestate a Barcellona perchè sospettate di avere legami con il terrorismo islamico. Tutti gli arrestati sarebbero di nazionalità pachistana. Secondo alcune fonti sarebbero accusati anche di falsificazione di documenti per conto di al Qaeda.

Immigrazione irregolare nelle Canarie
Un barcone con a bordo 77 immigrati, tre dei quali morti, è giunto questa notte al porto di Arguineguin, nell'arcipelago spagnolo delle Canarie. L'imbarcazione proveniva probabilmente dalla Gambia ed è giunta nella Gran Canaria dopo circa 10 giorni di viaggio. Sembra che molti dei clandestini siano in difficili condizioni di salute e sembra ci fossero almeno dieci bambini. Domenica altri 68 immigrati, anche loro subsahariani, sono giunti al porto di La Luz, sempre nelle Canarie.

Via libera Ue a misure francesi su prodotti che rispettano l’ambiente
La Commissione europea ha dato luce verde allo schema francese di prestiti a tasso ridotto per le imprese che investono in prodotti ‘verdi’. È quanto annunciato oggi a Bruxelles. “Il piano francese riguarda le imprese che fanno investimenti sostenibili per l'ambiente, incluso il settore dell'auto”, ha detto Jonathan Todd, portavoce della commissaria Ue alla concorrenza Neelie Kroes, precisando che il piano fa parte della risposta della Francia alla crisi economica. Lo schema di credito “sosterrà in particolare le imprese che si trovano davanti al problema del finanziamento per la stretta del credito, facilitando al tempo stesso gli investimenti in prodotti che aiutano l'ambiente”.

Grecia
Nuovi scontri stamani tra polizia e agricoltori dell'isola di Creta giunti ieri nel porto ateniese del Pireo per rivendicare una quota maggiore del pacchetto da 500 milioni di euro offerto dal governo. Gli incidenti seguono quelli di ieri e il fallimento dei negoziati con esponenti dei Ministeri dell'agricoltura e dell'economia e rischiano di riaccendere la tensione dopo la fine della rivolta della categoria che per due settimane aveva paralizzato le comunicazioni interurbane greche a causa dei blocchi con i trattori. Al momento rimane solo un blocco importante al confine bulgaro. Al Pireo si è recato oggi il leader dell'opposizione socialista Papandreu, che critica la posizione del governo di Costas Karamanlis nella vertenza per parlare con i contadini che impediscono ai traghetti per Creta di partire e attraccare, mentre sull'isola resta occupata in segno di solidarietà la sede della regione.

Serbia
La Serbia ha incassato da Gazprom i 400 milioni di euro pagati dal colosso energetico russo per l'acquisto del 51% di Nis (Naftna Industrja Srbije), l'Industria Petrolifera Serba. L'intesa era stata sottoscritta a Mosca il 24 dicembre scorso alla presenza dei presidenti dei due Paesi, il russo Dmitri Medvedev e il serbo Boris Tadic. Il governo serbo mantiene il possesso del restante 49% di Nis, e ha propri rappresentanti nel consiglio di amministrazione e nel comitato di sorveglianza. L'accordo energetico con Belgrado prevede anche la costruzione da parte dei russi di un gasdotto, denominato "South Stream", destinato a far arrivare il gas russo nei Balcani passando per Mar Nero, Bulgaria, Serbia, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Slovenia, fino all'Italia. La stampa di Belgrado riporta oggi con grande evidenza la notizia dell'arrivo dei 400 milioni di euro da Gazprom. Tra gli altri, il quotidiano Blic (Lampo) nota in prima pagina come tale somma rappresenti una boccata d'ossigeno per il dinaro, la valuta serba molto indebolita negli ultimi mesi a causa della crisi globale che sta colpendo duramente anche l'economia della Serbia.

Russia-Usa
L'interazione fra Russia e Usa è importante, occorre mantenere contatti intensi: è quanto emerge in una telefonata fra il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov e il segretario di Stato americano Hillary Clinton. Lo riferisce l'agenzia Interfax citando dei portavoce e precisando che il colloquio è avvenuto ieri sera su iniziativa di Washington. I due hanno sottolineato che è importante cooperare in tutta la sfera bilaterale, comprese le questioni relative al dialogo strategico e alla cooperazione economica. I due si sono accordati per mantenere contatti stretti su tutti i problemi bilaterali e internazionali.

Hillary Clinton in Asia
Il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, si prepara alla sua prima missione all'estero di metà febbraio non incontrando, come i suoi predecessori Condoleezza Rice e Colin Powell, gli alleati del Vecchio Continente, ma partendo dal Giappone, per toccare poi Cina e Corea del Sud. Lo riferisce la stampa in Asia e lo confermano fonti diplomatiche negli Stati Uniti. Salvo cambi di programma e malgrado il dipartimento di Stato americano non abbia fornito conferme, la scelta del Sol Levante come prima tappa internazionale del tour asiatico è stata valutata come un messaggio di Washington a favore dell'alleanza bilaterale. Dalla Clinton, che appena la scorsa settimana ha spiegato di vedere i colloqui a Sei (che coinvolgono le due Coree, Usa, Cina, Russia e Giappone) sul processo di denuclearizzazione della Corea del Nord come essenziale, ci si attende la conferma sul cambio di rotta dell'amministrazione Usa, come detto più volte dal presidente Barack Obama, attraverso un atteggiamento che dia spinta al dialogo su base multilaterale. Appena a metà gennaio, l'ex First Lady, nel corso di una audizione al Senato sulla sua candidatura per guidare la diplomazia americana, aveva definito l'alleanza con il Giappone “un fondamento della politica Usa in Asia”, mentre, non più di un anno fa, aveva sostenuto, in un intervento sull'autorevole "Foreign Affairs", che quella tra Usa e Cina sarebbe stata "la relazione bilaterale più importante nel mondo" in questo secolo.

Giappone: prestito di 100 miliardi di dollari al Fmi
Il Fondo monetario internazionale (Fmi) sta completando le negoziazioni per il prestito da 100 miliardi di dollari messi a disposizione dal Giappone. Lo ha spiegato il direttore generale, Dominique Strauss-Kahn, parlando nel corso di una conferenza online da Washington, dedicata all'Asia. Strauss-Kahn ha espresso l'auspicio che altri Paesi “seguano” l'esempio di Tokyo, che vanta il secondo più cospicuo pacchetto di riserve valutarie alle spalle della Cina. Il premier giapponese, Taro Aso, aveva espresso a novembre la volontà di aiutare l'Fmi nell'opera di assistenza finanziaria a quei Paesi che sono stati duramente colpiti dalla crisi in atto a livello mondiale. Il Fondo, da parte sua, ha tentato negli ultimi mesi di raddoppiare la sua capacità di concedere prestiti, fino al totale di 500 miliardi di dollari, allo scopo di rafforzare la fiducia sul fatto che l'istituzione possa far fronte ad altre emergenze, in aggiunta alle difficoltà già avute, ad esempio, da Ucraina, Pakistan e Islanda.

Questione nucleare: contatti di Obama con Seul
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha telefonato al suo omologo sudcoreano Lee Myung-Bak sottolineando l'impegno a lavorare insieme per mettere fine al programma nucleare avanzato da Pyongyang. Lo ha reso noto la Casa Bianca. I due leader “hanno discusso della Corea del Nord e si sono trovati d'accordo per lavorare insieme, e di concerto con l'intermediario per i negoziati a sei sul nucleare, al fine di ottenere l'eliminazione delle armi e dei programmi nucleari nordcoreani”, ha riferito il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, in un comunicato. Il portavoce della presidenza sudcoreana, Lee Dong-Kwan, ha fatto sapere che la telefonata tra i due leader è durata circa 15 minuti. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e di Francesca Ciacci)

 


Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 34

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