L'arcivescovo di Colombo lancia una Giornata di preghiera per la pace nello Sri Lanka
Nello Sri Lanka si vivono momenti di grave tensione, in concomitanza con la stretta
finale dell’esercito alle basi dei separatisti Tamil nella regione di Mullaitivu,
ultima roccaforte dei ribelli. Il governo di Colombo, intanto, ha chiesto ai 250 mila
civili, abitanti delle zone ancora controllate dalle Tigri Tamil, di abbandonarle,
non essendo in grado di assicurare loro l'incolumità. Tutto questo avviene alla vigilia
del 61.mo anniversario dell’indipendenza dell’isola. Nell’occasione l’arcivescovo
di Colombo, mons. Oswald Gomis, ha invitato la comunità cattolica a vivere
la ricorrenza con una “Giornata di preghiera per la pace e la prosperità della Nazione”.
Ascoltiamo il presule al microfono di Lydia O’Kane della nostra redazione in
lingua inglese:
R. – The
Anniversary of our national indipendence… L’anniversario della nostra indipendenza
nazionale viene celebrato in un momento decisivo della nostra storia e del conflitto
tra esercito governativo e i militanti separatisti Tamil. La popolazione civile chiede
che la guerra lasci il posto a soluzioni politiche, accettate da entrambe le parti.
Tutti i cittadini di questo Paese sono uguali, e tutti sono liberi di vivere e inseguire
la loro piena felicità, nel rispetto di ogni etnia, religione o affiliazione politica.
Sia al nord che al sud, la gente dovrebbe sentirsi libera e capace di esercitare la
propria libertà. D. - Quali conseguenze ha provocato questa
lunga guerra? R. - We have to be mindful... Dobbiamo
essere consci del gran numero di persone in varie parti del Paese colpite dagli effetti
della guerra: sono ancora migliaia gli sfollati, che vivono in pessime condizioni.
E’ imperativo che le loro condizioni di vita siano ristabilite al più presto. Se vogliamo
che lo Sri Lanka resti una terra unita, dobbiamo essere sicuri che ogni uomo, cittadino
di questo Paese, goda in maniera equa dei diritti umani al di là di tutte le differenze.
Noi ci siamo imposti di incoraggiare e proteggere l’interesse dei cittadini. Certamente
ci sono state molte vittime da entrambe le parti in conflitto: sono migliaia i menomati
e i disabili. Allo stesso modo, ci sono migliaia di civili innocenti che hanno sofferto
le stesse cose. Naturalmente le ferite di questa tragedia e le cicatrici rimarranno
a lungo. Tutto questo deve essere sanato nel minor tempo possibile ed è un serio compito
per tutti noi negli anni a venire.