Aperto in Costa d’Avorio l'ultimo incontro della Cerao
“La Chiesa, famiglia di Dio, in solidarietà pastorale organica nell’Africa dell’Ovest”
è il tema intorno al quale i vescovi delle 68 diocesi dei 9 Paesi francofoni e 2 lusofoni
dell’Africa dell’ovest hanno iniziato oggi ad Abidjan la loro 17.ma assemblea plenaria.
Si tratta dell'ultima Plenaria dell'organismo dei soli presuli francofoni e lusitani
dell'area in quanto si fonderà con gli episcopati anglofoni, sotto la denominazione
di Aceao/Aecwa (Associazione delle Conferenze episcopali dell'Africa occidentale).
Alla seduta di apertura, sono stati diffusi numerosi messaggi tra cui quello di Benedetto
XVI, letto dal nunzio apostolico in Costa d’Avorio, l’arcivescovo mons. Ambrose Madtha.
Nel discorso di apertura, il presidente della Cerao, la conferenza episcopale regionale
dell’Africa dell’ovest, cardinale Théodore-Adrien Sarr, arcivescovo di Dakar in Senegal,
ha tracciato un bilancio dei 45 anni di esistenza della Cerao. “Senza risparmiare
le nostre energie, i nostri talenti e la nostra forza di convinzione - ha dichiarato
- ci siamo dedicati affinché la Cerao fosse un segno della Chiesa famiglia di Dio
e un segno di speranza e di unità”. “Oggi ciascuno di noi – ha continuato l’arcivescovo
- può sentire fino a quale punto, al di là delle distanze e delle lingue, noi formiamo
una sola e unica Chiesa, il cui destino non è diverso da quello della Chiesa universale”.
“Durante questi anni – ha proseguito il porporato- ci siamo impegnati per rinforzare
le nostre solidarietà, promuovere una crescita costante delle nostre Chiese locali
ed arricchire dei valori delle nostre culture”. Parlando della nuova associazione
delle conferenze episcopali dell’Africa dell’ovest che nascerà da quella francofona
e quella anglofona, il cardinale Théodore-Adrien Sarr ha sottolineato che il progetto
sarà quello di una Chiesa impegnata in prima fila e con tutto il suo peso, in favore
della pace, della libertà, per lo sviluppo di una solidarietà pastorale organica,
in tutta l’Africa dell’ovest, per rimettere l’africano in piedi, perché possa affrontare
le numerose sfide del momento nel Continente. (Da Abidjan, padre Joseph Ballong)