2009-02-02 20:31:08

“Testimoniare la carità confidando nella Grazia di Dio”. Così il Papa nella Festa della Presentazione di Gesù al Tempio, XIII Giornata della vita consacrata


La ricchezza della missione apostolica di San Paolo e la vita consacrata ispirata ai consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza. Sono i cardini del discorso di Benedetto XVI al termine della Messa, in San Pietro, per la Festa della Presentazione di Gesù al Tempio, XIII Giornata della vita consacrata. A presiedere la Liturgia Eucaristica, incastonata nella ricorrenza dell’Anno Paolino, il cardinale Franc Rodè, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, il quale nell’indirizzo di omaggio al Papa, ha sottolineato che: la testimonianza di Paolo di Tarso è guida di speranza. Massimiliano Menichetti: 

 

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La Basilica di San Pietro avvolta dal buio spezzato dalle candele che gradatamente si sono accese dando inizio alla Liturgia della Luce, poi la processione e l’avvio della Celebrazione per la Festa della Presentazione di Gesù al Tempio. Benedetto XVI, nel saluto per la XIII Giornata della vita consacrata, ha chiesto ai religiosi e religiose presenti in Basilica di portare nella Chiesa e nel mondo la luce di Dio ed ha indicato come prezioso testimone della sequela in Cristo, Paolo di Tarso, l’Apostolo delle Genti. 

"Che cos’è infatti la vita consacrata se non un’imitazione radicale di Gesù, una totale “sequela” di Lui? Ebbene, in tutto ciò Paolo rappresenta una mediazione pedagogica sicura: imitarlo nel seguire Gesù, carissimi, è via privilegiata per corrispondere fino in fondo alla vostra vocazione di speciale consacrazione nella Chiesa"

 

Articolando la sostanza della vita consacrata ispirata ai consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza il Papa ha rimarcato come in San Paolo, che “ha donato il cuore al Signore in maniera indivisa”, sia presente la totale gratuità e concreta solidarietà verso i fratelli nel bisogno e che “accogliendo la chiamata di Dio alla castità”, “per poter servire con ancor più grande libertà e dedizione”, “egli offre un sicuro riferimento di condotta”, così come l’obbedienza ne ha animato, plasmato e consumato l’intera esistenza. Centrale, ha detto il Papa, anche un “altro aspetto della vita consacrata di Paolo” la missione, perché” Egli è tutto di Gesù per essere, come Gesù, di tutti”:

 

"A lui, così strettamente unito alla persona di Cristo, riconosciamo una profonda capacità di coniugare vita spirituale e azione missionaria; in lui le due dimensioni si richiamano reciprocamente. E così, possiamo dire che egli appartiene a quella schiera di “mistici costruttori”, la cui esistenza è insieme contemplativa ed attiva, aperta su Dio e sui fratelli per svolgere un efficace servizio al Vangelo" 

Il Papa ha poi evidenziato “il coraggio dell’Apostolo” “nell’affrontare prove terribili, fino al martirio” e la “fiducia incrollabile in Cristo” . 

"La sua esperienza spirituale ci appare così come la traduzione vissuta del mistero pasquale, che egli ha intensamente investigato ed annunciato come forma di vita del cristiano. Paolo vive per, con e in Cristo. «Sono stato crocifisso con Cristo – egli scrive -, e non vivo più io, ma Cristo vive in me »; e ancora: «per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno"

 

Quindi l’invito ad alimentare quotidianamente la Parola di Cristo, meditandola e “facendone la radice d’ogni azione e il criterio primo d’ogni scelta” ed ha augurato che l’Anno Paolino alimenti il proposito di accogliere la testimonianza di san Paolo.

 

"Egli vi aiuti inoltre a realizzare il vostro servizio apostolico nella e con la Chiesa con uno spirito di comunione senza riserve, facendo dono agli altri dei propri carismi, e testimoniando in primo luogo il carisma più grande che è la carità" 

E prima di impartire la Benedizione apostolica il Papa ha ricordato che il fulcro della Liturgia esorta a guardare alla Vergine Maria, la “Consacrata” per eccellenza.

 

 

  








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