Religiose rapite in Kenya: il fratello di suor Caterina, Piero Giraudo: “Continuate
a pregare”
“Tanta gente ci è vicina, sappiamo che tanti pregano per le nostre sorelle. Chiedo
soltanto di continuare a pregare: Dio fa bene tutte le cose”. E’ l’appello lanciato
da Piero Giraudo fratello di suor Caterina, rapita a novembre in Kenya, insieme alla
consorella Maria Teresa Olivero, nella missione di El Wak. Sulle trattative per la
liberazione delle due suore del Movimento contemplativo missionario di Cuneo “Padre
Charles De Foucauld” c’è il silenzio stampa, come riporta l’agenzia Sir. “Siamo armati
di speranza e di fiducia. Sono convinto che queste cose non avvengano per niente.
Anche in questa vicenda ci sono risvolti positivi, come i tanti amici, parenti e persone
che ci sono vicine con la preghiera, la solidarietà e l’affetto. L’attesa è faticosa
perché le conclusioni sono imprevedibili, ma non abbiamo mai perso la fiducia, né
siamo disperati, per grazia di Dio”, afferma Giraudo. Il rapimento prosegue, è “un’esperienza
dura, di violenza e di grande dolore. È un dolore pensare a quello che provano le
due sorelle, umiliate nelle loro persone e nell’attività che svolgevano in missione”.
Suor Caterina Giraudo, racconta il fratello, insieme a suor Maria Teresa Olivero,
“aiutava i bambini, le donne e gli anziani appartenenti ad etnie somale con la distribuzione
di cibo e medicinali. Si occupava anche dei malati, persone colpite da epilessia,
tubercolosi, malattie psichiche. Credo che le due suore non provino odio nemmeno per
i sequestratori perché si tratta di persone povere anche nel cuore, senza obiettivi,
senza luce né speranza. Questa è la loro forza che trasmettono anche a noi. In tal
modo non siamo costretti solo ad aspettare, grazie a Dio c’è qualcosa di più”. (F.C.)