Il Papa al nuovo ambasciatore dell'Ungheria presso la Santa Sede: servono l'etica
negli mondo degli affari e tutele per la famiglia
I diritti della persona, la famiglia e il ruolo della Chiesa nella società ungherese:
sono i temi affrontati dal Papa nel ricevere stamani il nuovo ambasciatore di Ungheria,
Janos Balassa, per la consegna delle Lettere credenziali. Il servizio di Roberta
Gisotti:
Ha sottolineato,
Benedetto XVI, “i nuovi orizzonti di speranza per il futuro” apertisi con il pieno
ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede ed i Paesi dell’ex blocco
orientale, dopo gli importanti eventi del 1989. Ha quindi lodato i “grandi progressi”
compiuti dall’Ungheria, nei 20 anni trascorsi, per “ristabilire le strutture di una
società libera e democratica”, dove la Chiesa non cerca privilegi per se stessa ma
“è desiderosa di giocare la sua parte nella nazione, fedele alla sua natura e missione”.
Si è detto, il Papa, “fiducioso che ogni rilevante questione afferente la vita della
Chiesa” in Ungheria “sarà risolta nello spirito di buona volontà e fruttuoso dialogo
che ha caratterizzato” le relazioni diplomatiche con la Santa Sede, da quando sono
“felicemente riprese”, e di cui sono frutto i due memorandum firmati di recente per
l’assistenza religiosa alle Forze armate e alla Polizia di frontiera”.
Benedetto
XVI ha poi raccomandato che il governo degli affari economici e politici nel mondo
moderno sia basato su “fondamenta etiche”, “dando sempre la priorità alla dignità
e ai diritti della persona e al bene comune dell’umanità”. ''L'esperienza delle nuove
liberta' - ha osservato il Papa - ha portato a volte con sé il rischio che questi
valori cristiani e umani, così profondamente radicati nella storia e nella cultura
dei singoli popoli e dell'intero continente europeo, possano essere soppiantati da
altri, basati su una visione distorta dell'uomo e della sua dignità e pericolosa per
lo sviluppo di una società veramente prospera''.
In
tale contesto, il Santo Padre ha ribadito “l’importanza primaria della famiglia per
imbastire relazioni di pacifica convivenza ad ogni livello” ed ha chiesto dunque ai
governi che la famiglia sia supportata in particolare assicurando ai genitori “l’esercizio
del loro fondamentale diritto di educare i figli”, compresa la scelta della scuola
religiosa.