A Roma nuovo centro dei Salesiani per ragazzi ex detenuti
“In ogni giovane c'è un punto accessibile al bene, è compito dell'educatore scoprirlo”.
Con queste parole San Giovanni Bosco spingeva, centocinquanta anni fa, ad accogliere
i ragazzi più “difficili”, realizzando una pedagogia della speranza ancora utilizzata
in ogni centro salesiano, dall'Europa all'Africa. Seguendo la prospettiva di questa
antropologia cristiana venerdì scorso è stata inaugurata a Roma, la città con il più
alto numero di arresti di minori in Italia, la nuova sede del centro di accoglienza
della comunità educativo-pastorale ‘Borgo Ragazzi Don Bosco’. La struttura si trova
a Centocelle, zona periferica della capitale. A parlare di promozione dei ragazzi
in difficoltà, attraverso un'ottica di assunzione cosciente di responsabilità da parte
del giovane emarginato, erano presenti diversi ospiti, tra cui il presidente della
provincia Nicola Zingaretti, ed il direttore del Borgo salesiano, Piero Lalla, e molti
altri “amici” di Don Bosco. Il centro – rende noto RomaSette - sarà diurno e polifunzionale
per il recupero di minori a rischio, primi fra tutti i ragazzi usciti dal carcere
o che sono stati sottoposti a provvedimenti penali alternativi alla detenzione. “Dietro
a processi di crisi e di difficoltà – ha spiegato Zingaretti - si innescano processi
di emarginazione e di esclusione sociale; i salesiani hanno un potente mezzo per contrastare,
correggere e alleviare i processi devastanti che portano ad un imbarbarimento della
società”. “Ci sentiamo impegnati – ha concluso Lalla – ad educare con il cuore di
Don Bosco i giovani allo sviluppo integrale della loro vita, soprattutto dei più poveri
e svantaggiati, promuovendo i loro diritti. Vogliamo essere testimoni di una società
e di una Chiesa impegnate a valorizzare e includere”. (A.L.)