Benedetto XVI all'Angelus: "Gesù soffre e muore in croce per amore". "L’eutanasia
è una falsa soluzione al dramma della sofferenza"
All’Angelus Benedetto XVI ha sottolineato il senso della sofferenza nella missione
di Gesù e nella vita dell’uomo. Nel giorno in cui in Italia si celebra la Giornata
per la Vita, indetta dalla Cei ed incentrata sulla forza della vita nella sofferenza,
il Papa si è soffermato sull’odierno brano evangelico di San Marco. Ricordando l’episodio
dell’uomo posseduto dal demonio che rivela l’identità divina di Gesù, il Santo Padre
ha affermato che “la croce di Cristo è la rovina del diavolo”. Bisogna avere il coraggio
– ha spiegato – di annunciare la verità e di dire con chiarezza, ad esempio, che “l’eutanasia
è una falsa soluzione al dramma della sofferenza”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
La liturgia
di oggi, che propone il Vangelo in cui Gesù libera un uomo posseduto da uno spirito
impuro, è profondamente legata al significato della sofferenza nella missione salvifica
di Cristo. Gesù ammonisce sia gli apostoli sia i malati a non rivelare la sua identità
ma un uomo posseduto dal demonio si rivolge a Lui “come il santo di Dio”. Allora Gesù
gli intima di tacere perché la rivelazione della santità porta con sé una rivelazione
della realtà maligna. In gioco – ha detto il Papa – c’è la stessa missione di Cristo:
“Gesù
non solo scaccia i demoni dalle persone, liberandole dalla peggiore schiavitù, ma
impedisce ai demoni stessi di rivelare la sua identità. Ed insiste su questo 'segreto'
perché è in gioco la riuscita della sua stessa missione, da cui dipende la nostra
salvezza”.
Gesù – ha affermato il Santo Padre - sa che per liberare
l’umanità dal dominio e dal peccato, dovrà essere sacrificato sulla croce. Il diavolo
cerca di distoglierlo per dirottarlo verso la logica umana di un “Messia potente e
pieno di successo”. “La croce di Cristo – ha spiegato il Papa – sarà la sua rovina”.
Ed è per questo che Gesù non smette di insegnare ai suoi discepoli che “per entrare
nella gloria deve patire molto, essere rifiutato, condannato e crocifisso, essendo
la sofferenza parte integrante della sua missione”:
“Gesù soffre
e muore in croce per amore. In questo modo, a ben vedere, ha dato senso alla nostra
sofferenza, un senso che molti uomini e donne di ogni epoca hanno capito e fatto proprio,
sperimentando serenità profonda anche nell’amarezza di dure prove fisiche e morali”.
Proprio
la forza della vita nella sofferenza – ha poi osservato il Pontefice – è il tema che
i vescovi italiani hanno scelto per il Messaggio in occasione dell’odierna Giornata
per la Vita. Il Santo Padre si unisce quindi alle loro parole, “nelle quali si avverte
l’amore dei pastori per la gente e il coraggio di annunciare la verità”:
“…il
coraggio di dire con chiarezza, ad esempio, che l’eutanasia è una falsa soluzione
al dramma della sofferenza, una soluzione non degna dell’uomo. La vera risposta non
può essere infatti dare la morte, per quanto 'dolce', ma testimoniare l’amore che
aiuta ad affrontare il dolore e l’agonia in modo umano. Siamone certi: nessuna lacrima,
né di chi soffre, né di chi gli sta vicino, va perduta davanti a Dio”.
Dopo
l’Angelus il Papa ha ricordato che domani, festa della presentazione di Gesù al Tempio,
si celebrerà la Giornata della Vita Consacrata. Il Santo Padre ha incoraggiato fervidamente
le persone che hanno donato la vita a Cristo mediante la professione religiosa: “Rimanete
fortemente radicati – ha detto il Papa – nella carità e nell’umiltà, osservate i vostri
carismi, avendo particolare cura dei bisognosi”; “pregate - ha concluso - per la pace
e per la conversione del mondo”.