Nel giorno di Don Bosco i salesiani aprono le celebrazioni per i 150 anni di fondazione
La Chiesa ricorda oggi San Giovanni Bosco proclamato nel 1988 da Giovanni Paolo II
"Padre e Maestro della gioventù". A rilanciarne ieri l’attualità del messaggio, nell’attuale
tessuto sociale privo di valori autentici e di saldi riferimenti morali, l’arcivescovo
Fernando Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, che ha celebrato una Messa nella
cappella del Governatorato in occasione dell’annuale celebrazione dedicata a Don Bosco
promossa dalla comunità salesiana in Vaticano. Questo pomeriggio, invece, alle 18,
a Torino, nella Basilica di Maria Ausiliatrice, il rettore maggiore don Pascual Chávez
Villanueva, aprirà il 150.mo anniversario di fondazione della famiglia salesiana,
mentreil cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone presiederà, nella
cattedrale di Bologna, una celebrazione eucaristica per la famiglia Salesiana. Il
servizio di Tiziana Campisi:
Una vita
spesa al fianco dei giovani quella di San Giovanni Bosco, sacerdote vissuto nel XIX
secolo che non risparmiò energie per assicurare agli adolescenti l’istruzione ed educarli
ai valori evangelici. Prendendo coscienza del disagio sociale e spirituale insito
nei giovani nel passaggio dal mondo agricolo a quello preindustriale, per avvicinarli
volle imparare anche i giochi di prestigio e le acrobazie dei saltimbanchi. Incontrava
i ragazzi nelle piazze, nei luoghi in cui si radunavano, nei quartieri in cui vivevano,
offriva loro la sua amicizia. Insieme ad altri giovani sacerdoti capì che gli oratori
potevano essere un’adeguata risposta alle esigenze delle nuove generazioni e li concepì
come luoghi di aggregazione, ricreazione, evangelizzazione, catechesi e promozione
sociale ed ebbe l’idea di istituire anche scuole professionali.
Analfabetismo,
disoccupazione, degrado morale e mancata assistenza religiosa erano i problemi che
lo preoccupavano e volle ispirarsi a San Francesco di Sales e al suo metodo educativo
e apostolico per aiutare gli adolescenti in difficoltà. Per questo nel 1854 diede
per la prima volta il nome di salesiani ad un gruppo di giovani desiderosi di seguire
le sue orme. Il 18 dicembre del 1859 costituisce il primo Capitolo Superiore
salesiano poi dà vita alla Pia Unione dei cooperatori salesiani e, insieme
a Santa Maria Mazzarello, alle Figlie di Maria Ausiliatrice. Nel 1875 parte per l’Argentina
la prima spedizione missionaria dei salesiani e quando il 31 gennaio del 1881 Don
Bosco muore lascia 773 Salesiani e 393 Figlie di Maria Ausiliatrice. Oggi la
Congregazione salesiana, nei due rami maschile e femminile, conta oltre 21 mila membri.
La
famiglia salesiana apre dunque oggi le celebrazioni del 150.mo anniversario di fondazione.
Il rettore maggiore dei salesiani, don Pascual Chávez Villanueva,
ci spiega il significato di questo evento:
R. – L’ho
proposto come un cammino spirituale e pastorale che culminerà il 18 dicembre 2009.
Un cammino che ho voluto tradurre in quattro atteggiamenti molto concreti. Prima di
tutto prendere coscienza della nostra identità di persone consacrate, ossia persone
votate al primato di Dio - alla sequela di Cristo obbediente, povero, casto - pienamente
dedicati ai giovani. Secondo atteggiamento sarà l’approfondimento-meditazione-preghiera
delle Costituzioni, che rappresentano la via di fedeltà sia al carisma di don Bosco
che ai giovani e alla nostra vocazione. Il terzo atteggiamento è di essere coscienti
che i giovani hanno svolto un ruolo importante nella fondazione della Congregazione.
D.
– Ma un salesiano cosa vuole dire ai giovani?
R.
– Io voglio dire ai giovani quello che direbbe Don Bosco, cioè che Dio li ama con
un amore di predilezione, prima di tutto per l’età evolutiva in cui vivono, caratterizzata
da un desiderio di autonomia che porta con sé anche una certa insicurezza su se stessi.
E’ importante in questa fase far sentire ai giovani che noi siamo loro vicini, che
Dio li ama con un amore di predilezione e che questo si traduce nel nostro essergli
accanto, nella nostra amicizia. Nostra missione è aprire i giovani soprattutto all’amicizia
con Gesù, l’unico che potrà garantire per sempre la gioia di servire il Signore, di
servire gli altri …