Crollo del Pil negli USA. Obama: task force per la classe media
Si è chiusa un'altra settimana nera per l’economia americana, con Wall Street ancora
in netto calo e con i pessimi dati che certificano il crollo del Pil nell’ultimo trimestre
del 2008. Intanto, a Davos, in Svizzera, si discute sulla proposta di un consiglio
di sicurezza economico mondiale e sui rischi di una possibile nuova ondata di protezionismo.
Il servizio di Marco Guerra:
“Un disastro
permanente per le famiglie americane”. Così il presidente degli Stati Uniti, Barack
Obama, ha commentato gli ultimi dati sulla contrazione del Pil americano nel quarto
e ultimo trimestre del 2008. Il calo del 3,8% è infatti il peggiore dal 1982, quando
l'economia scese del 6,4%. Tuttavia, il risultato va oltre le attese degli esperti,
che prevedevano una flessione superiore al 5%. Ma, secondo molti analisti, il dato
dimostra che il peggio deve ancora venire. Il risultato migliore del previsto nel
quarto trimestre è infatti imputabile all'aumento delle scorte, legato a sua volta
al calo dei consumi. La situazione rende sempre più urgente ''un'azione immediata''
con l'approvazione del piano stimolo, ha quindi affermato Obama. E in attesa del
via libera della Camera al progetto di rilancio da 819 miliardi di dollari, il presidente
americano ieri ha presentato una task force, guidata dal vicepresidente, Joe
Biden, che aiuterà la classe media con iniziative di vario tipo, tra le quali la formazione
professionale e la protezione del risparmio. Idee per un nuovo ordine dell’economia
mondiale giungono invece dal Forum economico di Davos. Ieri, nella località svizzera
si è distinto l’intervento del cancelliere tedesco, Angela Merkel, che ha proposto
l’istituzione presso l’Onu di un consiglio di sicurezza economico, come punto di rifermento
mondiale per uscire dalla crisi. A Davos anche oggi si è poi tornati sullo spettro
del protezionismo alimentato dal blocco delle importazioni e sulla necessità che
i governi prendano decisioni forti da portare al summit del G20 di Londra ad aprile.
Somalia La
Somalia ha il suo nuovo presidente. Si tratta di Sheikh Sharif Ahmed, leader dell’opposizione
islamica moderata. Il parlamento di transizione somalo - riunito ieri a Gibuti - ha
votato per Ahmed con 213 voti, la maggioranza necessaria per l’elezione. Il nuovo
capo dello Stato, che ha giurato stamani in un albergo a Giubuti, potrebbe porre fine
all’impasse politica e alla guerra civile che insanguina il Paese da 18 anni.
Gli esperti ritengono, infatti, che Ahmed sia l'uomo più adatto a riunire i sentimenti
di tutti i somali per il suo riferimento all'islam moderato e per l'appoggio di cui
gode in parlamento.
Zimbabwe Nuova intesa in Zimbabwe per un governo
di unità nazionale. Il Movimento per il cambiamento democratico (Mdc), partito di
opposizione, ha accettato ieri di accordarsi con il presidente, Robert Mugabe. I rapporti
tra l’Mdc e l'Unione nazionale africana dello Zimbabwe guidata da Mugabe, erano paralizzati
dallo scorso settembre per via della spartizione dei poteri e degli incarichi ministeriali.
A fare da tramite tra i due schieramenti, la Comunità per lo sviluppo dell'Africa
australe, che ora con questa soluzione si augura che il Paese possa porre fine alla
catastrofica crisi economica e all’epidemia di colera. Il leader dissidente, Morgan
Tsvangirai, ha confermato che il nuovo governo nascerà entro il mese prossimo. Intanto,
il ministro degli Esteri angolano ha chiesto la revoca delle sanzioni contro lo Zimbabwe
dopo la formazione del governo di unità nazionale. Questa revoca permetterà al governo
di lavorare per risollevare il Paese dalla grave crisi sociale, umanitaria e finanziaria.
Anche l’Onu ha esortato i due schieramenti a lavorare per la ricostruzione dello Zimbabwe.
Secondo molti analisti, però, finché ci sarà Mugabe al potere il Paese non riuscirà
a superare lo stallo politico.
Pakistan Malik Imtiaz, vicepresidente
del Partito del popolo pakistano, è stato ucciso oggi a Lahore nella parte orientale
del Pakistan. Imtiaz è stato raggiunto dai colpi di pistola esplosi da due motociclisti.
L'uomo è morto sul colpo. Il Partito del popolo pakistano, di cui Imtiaz faceva parte,
è guidato da Asif Ali Zardari, presidente del Pakistan, e da suo figlio Bilawal Bhutto,
figlio dell'ex premier Benazir Bhutto, assassinata nel dicembre del 2007 a Rawalpindi.
India Sconcerto
e dolore in India per la morte di cinque neonati, e il grave ferimento di altri due,
causata dall’incendio dell'incubatrice che li ospitava. La disgrazia è accaduta questa
mattina in un ospedale nello Stato nord occidentale del Punjab. Secondo le prime informazioni,
l'incubatrice ha preso fuoco a causa di un corto circuito. Al momento dell'incidente
nella sala c’erano dieci bambini, tutti sotto trattamento per l'ittero.
Afghanistan Ancora
violenze in Afghanistan. Un soldato britannico ha perso la vita in uno scontro a fuoco
nella turbolenta provincia meridionale afghana di Helmand. Lo ha reso noto il Ministero
della difesa a Londra. Salgono così a sei i soldati britannici uccisi in nel Paese
asiatico nel mese di gennaio, e a 143 i caduti dall'inizio della guerra alla fine
del 2001.
Cina Quattro persone sono morte ed altre due sono rimaste
ferite per l’esplosione di una bomba vicino ad un ospedale della Cina centrale. L'attentato,
che non è stato rivendicato, è avvenuto lunedì scorso nella città di Zhumadian, nella
provincia dello Henan, ma è stato reso noto solo oggi. L’esplosione, avvenuta all’ingresso
del nosocomio, potrebbe essere stata causata da un ordigno piazzato da un paziente
insoddisfatto.
Ue-Cina Torna il dialogo tra Cina ed Unione Europea,
dopo che lo scorso dicembre Pechino aveva annullato un vertice bilaterale in seguito
all'incontro tra l’allora presidente di turno dell’Ue, Nicolas Sarkozy, ed il Dalai
Lama sulla questione dei diritti umani e del Tibet. Ieri, a Bruxelles, si è svolto
l’incontro tra il presidente della Commissione europea, Barroso, e il premier cinese,
Wen Jiabao. Nella conferenza stampa al termine del colloquio, Barroso ha confermato
il clima di riconciliazione, sottolineando che "nelle discussioni con la Cina non
c'è più nessun tabù, compresa la questione dei diritti umani”. Nel corso di una cerimonia
ufficiale alla sede della Commissione europea, la delazione cinese e diversi commissari
europei hanno poi firmato nove accordi di cooperazione Ue-Cina su temi come salute,
governance, diritti d'autore, scambi interculturali (attraverso il programma
Erasmus mundus) e aviazione civile. (Panoramica internazionale a cura di Marco
Guerra e di Francesca Ciacci) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 31 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.