2009-01-31 15:17:49

Crollo del Pil negli USA. Obama: task force per la classe media


Si è chiusa un'altra settimana nera per l’economia americana, con Wall Street ancora in netto calo e con i pessimi dati che certificano il crollo del Pil nell’ultimo trimestre del 2008. Intanto, a Davos, in Svizzera, si discute sulla proposta di un consiglio di sicurezza economico mondiale e sui rischi di una possibile nuova ondata di protezionismo. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

“Un disastro permanente per le famiglie americane”. Così il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha commentato gli ultimi dati sulla contrazione del Pil americano nel quarto e ultimo trimestre del 2008. Il calo del 3,8% è infatti il peggiore dal 1982, quando l'economia scese del 6,4%. Tuttavia, il risultato va oltre le attese degli esperti, che prevedevano una flessione superiore al 5%. Ma, secondo molti analisti, il dato dimostra che il peggio deve ancora venire. Il risultato migliore del previsto nel quarto trimestre è infatti imputabile all'aumento delle scorte, legato a sua volta al calo dei consumi. La situazione rende sempre più urgente ''un'azione immediata'' con l'approvazione del piano stimolo, ha quindi affermato Obama. E in attesa del via libera della Camera al progetto di rilancio da 819 miliardi di dollari, il presidente americano ieri ha presentato una task force, guidata dal vicepresidente, Joe Biden, che aiuterà la classe media con iniziative di vario tipo, tra le quali la formazione professionale e la protezione del risparmio. Idee per un nuovo ordine dell’economia mondiale giungono invece dal Forum economico di Davos. Ieri, nella località svizzera si è distinto l’intervento del cancelliere tedesco, Angela Merkel, che ha proposto l’istituzione presso l’Onu di un consiglio di sicurezza economico, come punto di rifermento mondiale per uscire dalla crisi. A Davos anche oggi si è poi tornati sullo spettro del protezionismo alimentato dal blocco delle importazioni e sulla necessità che i governi prendano decisioni forti da portare al summit del G20 di Londra ad aprile.

 
Somalia
La Somalia ha il suo nuovo presidente. Si tratta di Sheikh Sharif Ahmed, leader dell’opposizione islamica moderata. Il parlamento di transizione somalo - riunito ieri a Gibuti - ha votato per Ahmed con 213 voti, la maggioranza necessaria per l’elezione. Il nuovo capo dello Stato, che ha giurato stamani in un albergo a Giubuti, potrebbe porre fine all’impasse politica e alla guerra civile che insanguina il Paese da 18 anni. Gli esperti ritengono, infatti, che Ahmed sia l'uomo più adatto a riunire i sentimenti di tutti i somali per il suo riferimento all'islam moderato e per l'appoggio di cui gode in parlamento.

Zimbabwe
Nuova intesa in Zimbabwe per un governo di unità nazionale. Il Movimento per il cambiamento democratico (Mdc), partito di opposizione, ha accettato ieri di accordarsi con il presidente, Robert Mugabe. I rapporti tra l’Mdc e l'Unione nazionale africana dello Zimbabwe guidata da Mugabe, erano paralizzati dallo scorso settembre per via della spartizione dei poteri e degli incarichi ministeriali. A fare da tramite tra i due schieramenti, la Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe, che ora con questa soluzione si augura che il Paese possa porre fine alla catastrofica crisi economica e all’epidemia di colera. Il leader dissidente, Morgan Tsvangirai, ha confermato che il nuovo governo nascerà entro il mese prossimo. Intanto, il ministro degli Esteri angolano ha chiesto la revoca delle sanzioni contro lo Zimbabwe dopo la formazione del governo di unità nazionale. Questa revoca permetterà al governo di lavorare per risollevare il Paese dalla grave crisi sociale, umanitaria e finanziaria. Anche l’Onu ha esortato i due schieramenti a lavorare per la ricostruzione dello Zimbabwe. Secondo molti analisti, però, finché ci sarà Mugabe al potere il Paese non riuscirà a superare lo stallo politico.

Pakistan
Malik Imtiaz, vicepresidente del Partito del popolo pakistano, è stato ucciso oggi a Lahore nella parte orientale del Pakistan. Imtiaz è stato raggiunto dai colpi di pistola esplosi da due motociclisti. L'uomo è morto sul colpo. Il Partito del popolo pakistano, di cui Imtiaz faceva parte, è guidato da Asif Ali Zardari, presidente del Pakistan, e da suo figlio Bilawal Bhutto, figlio dell'ex premier Benazir Bhutto, assassinata nel dicembre del 2007 a Rawalpindi.

India
Sconcerto e dolore in India per la morte di cinque neonati, e il grave ferimento di altri due, causata dall’incendio dell'incubatrice che li ospitava. La disgrazia è accaduta questa mattina in un ospedale nello Stato nord occidentale del Punjab. Secondo le prime informazioni, l'incubatrice ha preso fuoco a causa di un corto circuito. Al momento dell'incidente nella sala c’erano dieci bambini, tutti sotto trattamento per l'ittero.

Afghanistan
Ancora violenze in Afghanistan. Un soldato britannico ha perso la vita in uno scontro a fuoco nella turbolenta provincia meridionale afghana di Helmand. Lo ha reso noto il Ministero della difesa a Londra. Salgono così a sei i soldati britannici uccisi in nel Paese asiatico nel mese di gennaio, e a 143 i caduti dall'inizio della guerra alla fine del 2001.

Cina
Quattro persone sono morte ed altre due sono rimaste ferite per l’esplosione di una bomba vicino ad un ospedale della Cina centrale. L'attentato, che non è stato rivendicato, è avvenuto lunedì scorso nella città di Zhumadian, nella provincia dello Henan, ma è stato reso noto solo oggi. L’esplosione, avvenuta all’ingresso del nosocomio, potrebbe essere stata causata da un ordigno piazzato da un paziente insoddisfatto.

Ue-Cina
Torna il dialogo tra Cina ed Unione Europea, dopo che lo scorso dicembre Pechino aveva annullato un vertice bilaterale in seguito all'incontro tra l’allora presidente di turno dell’Ue, Nicolas Sarkozy, ed il Dalai Lama sulla questione dei diritti umani e del Tibet. Ieri, a Bruxelles, si è svolto l’incontro tra il presidente della Commissione europea, Barroso, e il premier cinese, Wen Jiabao. Nella conferenza stampa al termine del colloquio, Barroso ha confermato il clima di riconciliazione, sottolineando che "nelle discussioni con la Cina non c'è più nessun tabù, compresa la questione dei diritti umani”. Nel corso di una cerimonia ufficiale alla sede della Commissione europea, la delazione cinese e diversi commissari europei hanno poi firmato nove accordi di cooperazione Ue-Cina su temi come salute, governance, diritti d'autore, scambi interculturali (attraverso il programma Erasmus mundus) e aviazione civile. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e di Francesca Ciacci)  

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 31

 
E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.







All the contents on this site are copyrighted ©.