2009-01-30 15:37:03

Solidarietà dei vescovi africani con la popolazione dello Zimbabwe


Un contributo materiale destinato ad alleviare le sofferenze della popolazione dello Zimbabwe. Lo chiedono alle rispettive comunità cattoliche i vescovi del Botswana, del Sudafrica e dello Swaziland, in vista della “Domenica per lo Zimbabwe”, che si celebrerà il 15 febbraio, su iniziativa della Conferenza episcopale sudafricana. A conclusione della loro Assemblea plenaria, che ha chiuso i battenti ieri a Pretoria, i presuli hanno inoltre invitato la Comunità di sviluppo per l’Africa Australe (Sadec) a prendere le distanze dall’attuale presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, poiché la situazione nel Paese “sta diventando talmente terribile che la mancanza di iniziativa della Sadec potrebbe equivalere al sostegno del “genocidio passivo” che sta subendo la popolazione di Harare”. Quindi, i vescovi sudafricani si assumono l’incarico di dare un contributo immediato allo Zimbabwe, attingendo alle risorse materiali delle rispettive diocesi. I fondi raccolti saranno destinati all’acquisto di cibo e medicinali che verranno poi distribuiti attraverso la rete della Caritas locale. Una seconda colletta verrà, inoltre, organizzata durante le celebrazioni eucaristiche del 15 febbraio ed i proventi saranno affidati al Segretariato generale della Conferenza episcopale del Sudafrica che li utilizzerà per acquistare beni di prima necessità. Intanto l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha nuovamente aggiornato il bilancio delle vittime del colera. Sono ormai 60 mila i casi accertati di contagio; una cifra che l’Oms aveva indicato, qualche tempo fa, come il "peggiore scenario" ipotizzabile. Solo ieri il Programma Alimentare Mondiale (Pam) aveva riferito che sono quasi sette milioni gli abitanti dello Zimbabwe che tra febbraio e marzo saranno costretti a contare solo sulla distribuzione di aiuti alimentari. In una nota – riportata dalla Misna - l’organizzazione sostiene di poter garantire nei prossimi due mesi assistenza di base a cinque milioni e 100 mila persone; altre organizzazioni non governative, con fondi statunitensi, dovrebbero fornire sostegno a un milione e 800 mila persone. (B.C.)







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