Presentato il Catalogo dei Manoscritti ebraici della Biblioteca Vaticana. L'ambasciatore
Lewy: importante collaborazione tra Santa Sede e Israele
In occasione della presentazione, stamani a Roma, del “Catalogo dei Manoscritti ebraici
della Biblioteca Vaticana”, compilato dall’Institute of Microfilmed Hebrew Manuscripts
e a cura di Benjamin Richler, è stata sottolineata la collaborazione tra Israele e
Santa Sede. Il volume, edito nel 2008 dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, include
il catalogo di tutti i manoscritti vaticani in scrittura ebraica. Alla presentazione
sono intervenuti, tra gli altri il cardinale Raffaele Farina, archivista e Bibliotecario
di Santa Romana Chiesa, mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio
della Cultura e Mordechay Lewy, ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede. C’era
per noi Amedeo Lomonaco:
Il catalogo
è una straordinaria collezione frutto di un’esemplare collaborazione tra istituzioni
culturali di Santa Sede e di Israele. E’ quanto sottolinea il cardinale
Raffaele Farina:
“I rapporti culturali hanno una strada più
facile, più semplice. Il culto della bellezza contribuisce molto. Noi siamo molto
soddisfatti di questo lavoro decennale che è stato frutto di questa collaborazione.
Il risultato è quello che ci aspettavamo da questo. E’ una premessa ad altre collaborazioni”.
Una
collaborazione – aggiunge il porporato - che aiuta, attraverso la conoscenza reciproca,
a superare anche possibili incomprensioni:
“In genere, quando si lavora
bene insieme, si creano amicizie. Tutto questo crea un clima di comprensione: bisogna
stare bene insieme, ognuno con la propria identità. E l’istituzione, contrariamente
a quello che si possa pensare comunemente, offre un buon supporto. Vogliamo creare
un clima tale per cui anche il dialogo religioso abbia un ambiente adatto a svilupparsi
bene”.
La grande via della comunicazione tra le religioni è prima di
tutto quella culturale, come ricorda mons. Gianfranco Ravasi,
presidente del Pontificio Consiglio della Cultura:
“Prima ancora di
essere credente, ogni persona è anche una persona umana, appartiene a quello che la
Bibbia chiama 'Adamo', che letteralmente significa 'l’uomo', 'l’umanità'. Ed è per
questo che ogni impegno per la cultura è anche un modo per riuscire a costruire pian
piano un grande dialogo non solo umano, ma anche religioso e spirituale. E’ anche
l’occasione, da una parte, di cancellare le tensioni in senso negativo, perché si
ritrovano molti elementi comuni attraverso la cultura; ma, dall’altra parte, è proprio
un’occasione di trasformare questa parola 'tensione' da negativa in positiva, cioè
di tendere verso un ideale ulteriore, perché di solito la cultura – quando è autentica
– è il tentativo di interpretare il mistero dell’essere, cioè la possibilità di approdare
verso l’eterno, verso l’infinito, verso la grandezza che ci trascende continuamente.
E’ significativo poi che il mondo cattolico, nel passato, abbia sentito la necessità
non solo di custodire ovviamente il testo ebraico della Bibbia, ma anche di avere
testi alti dal punto di vista della cultura ebraica, testi della tradizione giudaica,
testi cioè di tutto questo orizzonte che è quello dei cosiddetti nostri fratelli maggiori”.
Mordechay
Lewy, ambasciatore israeliano presso la Santa Sede e tra i promotori dell’odierna
presentazione del Catalogo, conferma al microfono di Fabio Colagrande l’importanza
della collaborazione tra Santa Sede e Israele:
“I think that this is
a very important occasion to show … Credo che sia stata un’occasione molto
importante per dimostrare quanto sia apprezzabile la collaborazione culturale tra
Israele e la Santa Sede. Penso che saremmo più poveri se restringessimo le nostre
relazioni solo alla dimensione politica e religiosa. La dimensione culturale è molto
importante e oggi abbiamo avuto la dimostrazione di quanto possa essere realizzato
in uno spirito positivo e di collaborazione, anche in futuro. Io credo che oggi ci
sia stato un arricchimento delle relazioni tra Israele e la Santa Sede”.
Le
collezioni vaticane in scrittura ebraica – ha detto infine il curatore del Catalogo,
il prof. Benjamin Richler - coprono tutti i campi della tradizione giudaica: Bibbia
e commenti biblici; Midrash (circa 30 manoscritti); Talmud e suoi commentari; testi
di filosofia, astronomia, matematica, medicina, letteratura, poesia, filologia e liturgia.