Sri Lanka: cattolici in sciopero della fame per la crisi umanitaria
Guerra di cifre su quanto sta accadendo nel nord-est dello Sri Lanka, teatro di duri
combattimenti tra l’esercito cingalese e i ribelli delle Tigri Tamil. Secondo fonti
ospedaliere, le vittime sono tra le 250 e le 300 mentre i feriti risultano essere
1140 e in 248 casi si tratta di bambini e ragazzi con meno di 15 anni di età. La Croce
Rossa rivela inoltre che i civili in fuga dalle violenze di questi giorni sono circa
250 mila. Il governo di Colombo tende comunque a minimizzare e accusa le organizzazioni
internazionali di “esagerare le cifre”. Intanto il primo convoglio dell’Onu con 350
civili gravemente feriti è riuscito a oltrepassare la linea del fronte ma altrettante
persone sono trattenute nei centri ospedalieri locali senza mezzi adeguati per le
cure. Le Nazioni Unite puntano il dito contro le Tigri Tamil che starebbero impedendo
i soccorsi; i ribelli a loro volta scaricano la responsabilità sull’esercito di Colombo
che avrebbe sbarrato le principali strade. Intanto, come riferisce Asianews, la comunità
cattolica di Jaffna guidata da mons. Thomas Savundaranayagam ha iniziato lo sciopero
della fame. I fedeli si alternano nel digiuno per chiedere al governo di fermare le
incursioni aeree e i bombardamenti nell’area di Vanni. Stanno partecipando all’iniziativa
anche laici della diocesi e fedeli di altre religioni insieme a rappresentanti di
organizzazioni della società civile. (B.C.)