2009-01-29 15:10:48

Filippine: dichiarazione dei vescovi sulla “Magna Charta dei diritti delle donne”


Sì al riconoscimento della pari dignità tra uomo e donna, no all’ideologia dell’identità di genere che svilisce il matrimonio, la maternità e la famiglia. È questa in sintesi la posizione contenuta in una dichiarazione dei vescovi filippini in merito ad una proposta di legge che vuole recepire nel Paese i principi contenuti nella Convenzione delle Nazioni Unite sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne. Il progetto di legge, intitolato “Magna Charta dei diritti delle donne”, è stato presentato nel maggio dell’anno scorso e deve ora passare per la seconda lettura al Senato, al cui presidente è indirizzata la nota dei vescovi. Nel provvedimento si parla, tra l’altro, di diritto delle donne a una maternità sicura e ad accedere all’educazione e ai servizi per la pianificazione familiare, di educazione sessuale per le adolescenti, ma anche di integrazione della parità di genere nei programmi di sviluppo. Intitolata “La dignità delle donne è ordinata a Dio”, la nota dell’episcopato esprime apprezzamento per lo sforzo del legislatore di eliminare ogni forma di discriminazione contro le donne: “L’uomo e la donna – si legge - condividono la piena uguaglianza nella dignità e nei diritti che dovrebbero permeare tutte le attività in tutti gli ambiti della vita umana, perché sono stati creati ambedue ad immagine di Dio”. Tuttavia, ammoniscono i presuli , “nonostante i suoi indubbi meriti”, il testo contiene “anche alcune idee e novità nel linguaggio che mettono in pericolo il bene comune” e sono incompatibili con la Costituzione filippina che difende la vita e la famiglia. Innovazioni ispirate a quella ideologia di genere alla base di molti documenti delle Nazioni Unite, secondo la quale la differenza sessuale tra un uomo e donna non si fonderebbe sulla natura, ma sul tipo di educazione ricevuta, per cui “si può essere eterosessuali, omosessuali, bisessuali o transgender a seconda delle preferenze o gli orientamenti individuali”. “Questa confusione distorce la verità di Dio sull’uomo”, affermano i vescovi filippini. “Se la carità cristiana ci invita alla comprensione e compassione verso le persone psicologicamente e socialmente diverse dagli altri, ci opponiamo a una legge che cerca di sostituire l’identità sessuale determinata da Dio con un genere costruito artificialmente sulle preferenze e orientamenti sessuali di una persona”. Di qui l’appello ai membri del Congresso ad approvare una legge che riconosca nel disegno divino “la fonte ultima della vera dignità di ogni uomo e donna”. Nella lettera di accompagnamento alla dichiarazione, il presidente della Conferenza episcopale filippina mons. Angel Lagdameo arcivescovo di Jaro, ha annunciato che essa sarà resa pubblica “per informare e guidare i fedeli”. (L.Z.)







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