Minoranza cristiana Chin vittima di persecuzioni in Myanmar
Il regime militare birmano è responsabile di abusi sistematici contro l’etnia Chin,
a maggioranza cristiana, vittima di lavori forzati, torture e persecuzioni a sfondo
confessionale. Lo denuncia oggi l’organizzazione per i diritti umani Human Rights
Watch all’interno di un nuovo rapporto - ripreso dall'agenzia AsiaNews - in cui sono
contenute le testimonianze di diversi esponenti di etnia Chin: essi sono vittime di
abusi e violazione dei diritti di base, perpetrati dall'esercito su ordine della giunta
militare al potere in Myanmar. Il documento è frutto di una ricerca elaborata tra
il 2005 e il 2008 all’interno del quale vi sono 140 interviste di esponenti della
minoranza, alcuni dei quali vivono oggi all’estero mentre altri risiedono nei luoghi
di appartenenza. L’etnia Chin è sottoposta a intimidazioni e minacce da parte della
giunta, che vuole reprimere qualsiasi forma di dissenso. Le principali violazioni
denunciate da Human Rights Watch sono: restrizioni alla libertà di movimento; confisca
di terreni o denaro, sequestri cibo e proprietà; lavoro forzato e persecuzioni di
carattere confessionale. “Siamo come schiavi, dobbiamo fare tutto quello che l’esercito
ci dice di fare” racconta un uomo di etnia Chin che accusa: “Siamo un popolo dimenticato”.
Anche quanti cercano rifugio all’estero, soprattutto nel Mizoram – Stato nel nord-est
dell’India, al confine con il Myanmar – sono vittime di discriminazioni e di abusi
a sfondo confessionale. Spesso uomini e donne Chin vengono utilizzati dai militari
dell’eserito birmano come portantini o mandati all’avanscoperta nei terreni minati.
In Myanmar vi sono circa 57 milioni di abitanti – suddivisi in 135 diversi gruppi
etnici – la maggior parte dei quali è di religione buddista. Alcuni di questi gruppi
sono in conflitto con il regime birmano per ottenere l'indipendenza. L’etnia Chin
– l’1% del totale della popolazione del Myanmar – è al 90% di religione cristiana
e vive nella regione montuosa del nord-ovest, al confine con l’India. (R.P.)