La prolusione del cardinale Bagnasco alla riunione della Cei
“Il vero diritto di ogni persona umana, che è necessario riaffermare e garantire,
è il diritto alla vita che infatti è indisponibile”. Nella sua prolusione di ieri
ai lavori del Consiglio episcopale permanente della Conferenza episcopale italiana
(Cei), il cardinale Angelo Bagnasco, è tornato a parlare di una legge sul fine vita.
Sui rapporti con gli ebrei, il presidente della Cei ha espresso "dispiacere per le
infondate e immotivate dichiarazioni di uno dei quattro Vescovi della Fraternità di
San Pio X circa la Shoah" e definito “ingiuste” le parole pronunciate verso l’azione
di Benedetto XVI da alcuni esponenti dell’assemblea rabbinica d’Italia. Il servizio
di Alessandro Guarasci:
Il tema
di una possibile legge sul fine vita è reso attualissimo dalla sentenze della giurisprudenza.
Per il cardinale Bagnasco sembra quasi che “l’Italia abbia il complesso di esser in
ritardo su un’altrui discutibile modernità. Con questa tecnica si sta cercando di
far passare nella mentalità comune una pretesa nuova necessità, il diritto di morire,
e si vorrebbe dare ad esso addirittura la copertura dell’articolo 32 della Costituzione”.
Una volta assicurati i trattamenti vitali bisogna avere la massima cautela, secondo
il presidente dei vescovi:
"Può avere senso la possibilità
per l’ammalato di rifiutare pratiche di accanimento terapeutico, da ponderare nell’ambito
del rapporto con il medico e fatta salva la responsabilità di quest’ultimo di decidere
in scienza e coscienza".
Sulla pillola abortiva
RU 486, il cardinale chiede a medici e scienziati: “Siete sicuri di aver fatto tutti
gli approfondimenti necessari?”.
Ma l’attualità è
anche la revoca della scomunica alla Fraternità di San Pio X. Positivo “l’atto di
misericordia del Santo Padre”, “dispiacere per le infondate e immotivate dichiarazioni
di uno dei quattro vescovi interessati circa la Shoah, dichiarazioni rese note alcuni
mesi fa e solo adesso riprese con intento strumentale, dichiarazioni già ripudiate
dalla stessa Fraternità”. Sulla crisi economica, “non bastano piccoli aggiustamenti,
né basta riaffidarsi a qualche buona stella”, serve una “riforma profonda degli organismi
di coordinamento internazionale”, e “anche in questo senso la crisi può disvelare
le sue virtualità educative”.
Un pensiero, poi, dal
cardinale, a tutti coloro che non hanno ammortizzatori sociali e un invito a far partire
finalmente il quoziente familiare. Sulla ‘social card’ e sul bonus familiare, l’opinione
del presidente dei vescovi italiani è positiva ma serve far presto:
"In
questo genere di iniziative si sperimenta purtroppo una macchinosità eccessiva, senza
dire che, sul fronte del bonus, le famiglie con figli a carico rischiano ancora una
volta di essere le più penalizzate".
Altro settore
che merita la massima attenzione è la scuola. Quelle cattoliche sono “allo stremo”.
Il cardinale dice che “la società e la politica sono chiamate responsabilmente a corrispondere
per quanto loro possibile”: “noi vescovi non abbiamo un interesse partigiano su queste
scuole”.
Più in generale, il cardinale Bagnasco chiede
a tutte le componenti del Paese “di parlarsi anziché contrapporsi sistematicamente,
nell’illusione di riservarsi la mossa più intelligente. Così è più vantaggioso riconoscere
i meriti altrui anziché denigrarli per apparire più capaci. Il Paese ha un
diritto in più per conoscere la verità dei fatti senza distorsioni mediatiche”.
Sul fronte internazionale, attenzione alla crisi di Gaza, dove “l’opzione militare,
che ad un certo punto il governo israeliano ha finito per privilegiare, non poteva
non suscitare un crescente generale allarme. La larga disapprovazione che questa scelta
strategica ha suscitato sarebbe stata tuttavia più efficace se, in precedenza, si
fossero condannate anche le incursioni missilistiche contro postazioni civili israeliane
da parte di Hamas”. Preoccupazione poi per le minacce ai cristiani in Iraq e in India.