2009-01-26 14:56:18

Trent'anni fa il primo viaggio apostolico internazionale di Giovanni Paolo II in America Latina


“Il Papa va ad inginocchiarsi dinanzi alla prodigiosa immagine della Madonna di Guadalupe, in Messico, per invocare sul proprio servizio pontificale la sua materna assistenza e la sua protezione”. Così Giovanni Paolo II, il 25 gennaio di 30 anni fa all’aeroporto di Fiumicino, prima di partire per il suo primo viaggio internazionale che terminò il primo febbraio. “Per ridirle con una forza accresciuta dai nuovi immensi impegni: 'Totus tuus sum ego!' e per mettere nelle sue mani - aggiunse Papa Wojtyla - l’avvenire dell’evangelizzazione nell’America Latina” . Erano passati tre mesi dalla sua elezione e quel primo viaggio resterà nella memoria dei 104 realizzati come uno dei momenti più "forti" del suo pontificato. Si trattava di inaugurare la Terza Conferenza generale degli episcopati dell'America Latina e dei Caraibi che si tenne nella città di Puebla de Los Angeles, in Messico. Il Papa fece prima una breve sosta nella Repubblica Dominicana, poi soggiornò in Messico e al rientro si fermò alcune ore nelle Bahamas. Il suo, aveva detto Giovanni Paolo II, era un viaggio di “un missionario, pellegrino del Vangelo” e in riferimento alla Terza Conferenza in programma, annunciò che in quella sede, sarebbero stati affrontati “i problemi concernenti l’azione pastorale del Popolo di Dio, che alla luce del Concilio Vaticano II deve tener presenti le complesse situazioni socio-politiche locali per calare in esse i fecondi fermenti dell’annuncio evangelico”. Il pellegrinaggio di Giovanni Paolo II è rimasto fino ad oggi nella memoria dei latinoamericani e, in particolare dei messicani, anche perché Puebla ha segnato l’inizio di un grande slancio della “nuova evangelizzazione” che cominciò a preparare le celebrazioni del quinto centenario della “prima evangelizzazione” e dell’incontro tra l’Europa e il Nuovo mondo (1492–1992). “È questa la fede che ha formato la vostra storia – disse il Papa inaugurando la conferenza di Puebla, il 28 gennaio - e ha plasmato i valori migliori dei vostri popoli e dovrà seguire ad animare, con tutte le energie, il dinamismo del suo futuro”. “È questa la fede - continuò - che rivela la vocazione alla concordia e all’unità e che deve allontanare i pericoli di guerre in questo continente della speranza, nel quale la Chiesa e stata così potente elemento di integrazione”. “È questa la fede – aggiunse - che con tanta vitalità e in modi così vari esprimono i fedeli dell’America Latina attraverso la religiosità o pietà popolare. Qualunque silenzio, dimenticanza, mutilazione o inadeguata accentuazione dell’integrità del mistero di Gesù Cristo che si allontani dalla fede della Chiesa, – concluse - non può costituire valido contenuto dell’evangelizzazione”. (A cura di Luis Badilla)







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