2009-01-24 15:29:10

Il Messaggio del Papa per la Giornata delle Comunicazioni Sociali: riflessione di don Domenico Pompili


Ricorre oggi la memoria di San Francesco di Sales, vescovo di Ginevra, Dottore della Chiesa, proclamato patrono dei giornalisti cattolici da Papa Pio XI il 26 gennaio del 1923. Porta la data di questa memoria il Messaggio di Benedetto XVI per la 43.ma Giornata delle Comunicazioni Sociali che si celebrerà quest’anno, il prossimo 24 maggio, sul tema:”Nuove tecnologie, nuove relazioni. Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia”. E’ la “generazione digitale”, i giovani che navigano in Internet, la prima destinataria del Messaggio, protagonisti di una “nuova cultura della comunicazione”. Al microfono di Luca Collodi, il commento di don Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio Nazionale delle Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Italiana:RealAudioMP3


R. – La festa di San Francesco di Sales è legata ad una figura che nella Ginevra calvinista del suo tempo escogitò forme di prossimità per evangelizzare le persone del tempo, attraverso dei foglietti che venivano puntualmente recapitati casa per casa. Sono passati molti anni e il linguaggio si è ovviamente modificato e siamo ormai nell’era di Internet, ma direi che questo Santo costituisce un riferimento proprio per la sua audacia nel trovare linguaggi sempre nuovi, per portare sempre la stessa buona notizia. Mi pare che oggi siamo perfettamente sintonizzati su questa linea.
 
D. – Nel messaggio, il Papa invita i giovani ad evangelizzare la rete come i discepoli di Gesù, duemila anni fa, hanno portato il messaggio cristiano nel mondo dell'epoca. Una sfida importante…
 
R. – Credo che la missione sia la stessa e tuttavia il contesto culturale è così profondamente segnato dai cambi tecnologici - cosa peraltro sempre presente nella storia dell’umanità - che ad ogni cambio tecnologico è necessario aggiornare proprio il linguaggio e rendersi conto che però la missione, come appunto fa il Papa rivolgendosi in modo privilegiato a quella che viene chiamata la generazione digitale, la missione è la stessa. Credo che non a caso il Papa si rivolga ai giovani, essendo questi, anche secondo l’ultima indagine del Censis, i migliori e più numerosi fruitori di questo nuovo linguaggio. Perciò chi volesse annunciare il Vangelo nella lingua di Internet, non può prescindere sicuramente dal contributo dei giovani. Questo spiega perché il Papa abbia direttamente coinvolto queste giovani generazioni.
 
D. – Don Pompili, le nuove tecnologie, internet, possono modificare la pastorale della Chiesa ?
 
R. – Direi che i cambi tecnologici, come è sicuramente Internet che di questo cambio tecnologico è il fiore all’occhiello, più che cambiare immediatamente la pastorale cambiano la coscienza delle persone perchè ogni modificazione tecnologica impatta profondamente la coscienza della persona. Così come nella tradizione orale il senso più diffuso era l’ascolto e in quella scritta la vista, in questa epoca di oralità secondaria, come viene detta, probabilmente c’è un rimescolamento di queste due funzioni, ma anche un modo diverso di approcciare la realtà, con un’intelligenza che forse non è più semplicemente lineare ma modulare. Tutto questo ci dice che effettivamente Internet cambia in qualche modo la coscienza delle persone. Però allo stesso tempo esiste una divisione tra coloro che utilizzano in modo equilibrato, critico e culturalmente maturo questi nuovi linguaggi e chi invece ne è sprovvisto. Credo che il compito della Chiesa sia di aiutare a far emergere la robustezza dell’uomo che entra dentro questo mondo di Internet. (Montaggio a cura di Maria Brigini)







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