2009-01-23 15:29:07

Difesa della vita: le preoccupazioni dei vescovi degli Stati Uniti


La giornata di ieri è stata caratterizzata da importanti provvedimenti del neopresidente statunitense Barack Obama, ma anche dall’anniversario della legge che ha legalizzato l’aborto nel Paese. Duecentomila persone hanno marciato a Washington in difesa dei bambini non nati. Il servizio di Elena Molinari sulle prime decisioni presidenziali e poi il servizio di Fausta Speranza sulla questione della difesa della vita:RealAudioMP3


Barack Obama continua a muoversi a passo spedito. Nella sua seconda giornata alla Casa Bianca, ha ordinato, infatti, la chiusura di Guantanamo da realizzarsi entro un anno, ha abolito le prigioni segrete della Cia, messo al bando la tortura e le forme di interrogatorio più aggressive. Quindi, si è recato al Dipartimento di Stato per occuparsi di un’altra sua priorità: nel primo giorno di lavoro di Hillary Clinton, come segretario di Stato, Obama ha, infatti, annunciato le nomine dell’ex senatore George Mitchell, come inviato speciale per il Medio Oriente, e dell’ex ambasciatore all’Onu, Richard Holbrooke, come inviato speciale per Afghanistan e Pakistan. Obama ha poi ribadito che Hamas deve cessare di lanciare razzi contro Israele, mentre Israele deve completare il ritiro delle sue forze da Gaza.

 
Barack Obama ha invitato a ''trovare un punto di incontro'' tra coloro che sostengono che l’aborto sia un diritto e coloro che lo negano”. Si è detto “convinto della necessità di proteggere il diritto di scelta della donne'' auspicando però che venga meno la necessità di abortire. Obama ha parlato ieri mentre, come ogni anno, nell’anniversario della legge sull’aborto, decine di migliaia di persone sfilavano a Washington chiedendo di rispettare il diritto alla vita. Non è stata una manifestazione contro il nuovo presidente che anzi è stato salutato con parole di felicitazioni e speranza nella lettera che i promotori del corteo gli hanno indirizzato invitandolo però a considerare il dramma dell’aborto. A parte il presupposto di rispettare la vita nascente, ci sono snodi legali da affrontare. Ci sono normative su questioni etiche assicurate fin qui sulle quali non fare marcia indietro oltre a qualche proposta da bloccare, come spiega il vescovo di Orlando mons. Thomas Gerard Wenski, nell’intervista di Irene Lagan:

 
R. – Bishops and others in the United States are quite concerned …
I vescovi ed altre persone negli Stati Uniti sono molto preoccupati per il deciso sostegno di Obama al diritto all’aborto. Da sempre lui ha votato ed ampliato quando era senatore. Alcune delle sue promesse elettorali hanno provocato la preoccupazione che alcune delle limitazioni all’aborto esistenti, che erano state elaborate in Congresso e altrove, possano essere spazzate via da un Congresso che sia maggiormente favorevole al diritto di scelta e da un presidente favorevole all’aborto. I vescovi sono ora impegnati a convincere la gente a contattare i rappresentanti in Congresso affinché si oppongano a qualsiasi iniziativa legislativa tesa ad ampliare il diritto all’aborto. Negli Stati Uniti le norme che regolano l’aborto sono molto più liberali di quelle della maggior parte degli Stati europei: infatti, la sentenza “Roe v. Wade” del 1973 ha abbattuto tutte le leggi che limitavano l’aborto, e per questo dopo la “Roe v. Wade” è ormai possibile che una donna possa abortire fino a qualche minuto prima della nascita naturale del bambino. C’è stato un tempo in cui, nel nostro Paese, quello che noi chiamiamo “aborto a nascita parziale” era legale; poi erano state introdotte alcune restrizioni che avevano superato alcune sfide. Ripeto, siamo preoccupati per il fatto che gli ideologi pro-aborto possano prevalere in Congresso e presentare a Obama una proposta di legge abortista più radicale: speriamo che ciò non accada, ma se dovesse accadere, speriamo di riuscire a convincerlo a non firmarla.

 
Da anni si parla in Congresso del “Freedom of Choice Act” (Foca): se approvato negherebbe ai singoli Stati il diritto di promulgare leggi che limitino le possibilità di aborto. Nell’intervista di Emer McCarthy, Deirdre A. McQuade, direttore del servizio informazione del Segretariato pro vita della Conferenza episcopale statunitense:

 
R. – “Freedom of Choice Act” eliminates regulation that protects women from …
Il “Freedom of Choice Act” elimina tutte quelle norme che tutelano la donna da un aborto non sicuro e costringe i contribuenti a finanziare l’aborto in tutto il Paese; chiede a tutti gli Stati di consentire la nascita parziale ed ogni altro tipo di aborto a gravidanza avanzata e sottopone le donne a pratiche abortive eseguite da personale non medico o da medici che non hanno l’abilitazione, che magari hanno perso l’abilitazione strada facendo; viola il diritto all’obiezione di coscienza di infermieri e medici, costringendo tutti anche se non in prima persona, ad essere coinvolti nell’aborto; e priva i genitori del diritto ad essere coinvolti nella decisione della figlia minorenne di abortire. Tra tutte le altre cose dannose, questo è quello che produce il “Foca”.

 
D. – … e se, per esempio, gli infermieri ed i medici sono cattolici, nemmeno nel caso di una bambina o di una ragazzina minore di 14 anni, i genitori non potranno intervenire in alcun modo nella sua scelta? Quanto è realistico che un simile provvedimento possa veramente essere approvato in futuro?

 
R. – It is a very real threat …
E’ una minaccia molto reale. Il fatto è che tutto è stato fatto molto silenziosamente e il Foca, fondamentalmente, andrà oltre la sentenza “Roe v. Wade” e farà sì che l’aborto su richiesta diventi legge del Paese, la legge nel nostro Paese. E’ così estremo, non riesco nemmeno a parlarne …

 
Delle preoccupazioni dei vescovi statunitensi ci parla, al microfono di Emer McCarthy, suor Mary Ann Walsh, responsabile delle relazioni con i media della Conferenza episcopale statunitense:

 
R. – There are other aspects ...
Ci sono altri aspetti che potrebbero rafforzare l’aborto, come per esempio il capovolgimento del "Mexico City Policy Act", la politica secondo la quale non possiamo dare fondi per la pianificazione familiare a persone che procurano l’aborto in Paesi stranieri. Questo è parte dei nostri aiuti all’estero. Il capovolgimento di questa politica potrebbe diventare una preoccupazione. C’è poi preoccupazione per coloro che vogliono cambiare la legge sulle cellule staminali, e anche preoccupazione che non sarà tutelato il diritto all’obiezione di coscienza. Quindi, non è solo il “Freedom of Choice Act”, anche se, qualora un atto di portata così radicale riuscisse a passare, sarebbe motivo di grande preoccupazione. Nelle prossime settimane, i fedeli delle parrocchie firmeranno e spediranno cartoline ai rappresentanti contro ogni tipo di legislazione che mini la difesa della vita. (Traduzione a cura di Gloria Fontana e Anna Poce)







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