L'appello dei vescovi dell'Iraq alla comunità internazionale: "Salvate i cristiani"
Ancora violenza ieri in Iraq. Tre esplosioni, in diverse zone del Paese, hanno causato
la morte di almeno sei civili. Intanto, il presidente americano Obama ha esortato
i vertici militari ad impegnarsi per arrivare ad un ''ritiro responsabile'' dalle
truppe statunitensi dall’Iraq. E nel Paese del Golfo continua il dramma della comunità
cristiana, costretta a fuggire, soprattutto verso Siria e Giordania, a causa delle
continue minacce da parte di gruppi locali. Se ne è parlato ieri alla Radio Vaticana,
nel corso della proiezione del documentario “Iraq - SOS Rifugiati” di Elisabetta Valgiusti,
presentato dal direttore generale dell’emittente, padre Federico Lombardi, insieme
con i vescovi iracheni. Il servizio di Giancarlo La Vella:
Quello dei cristiani
in Iraq è il dramma nel dramma. Le immagini e le testimonianze presentate ieri nel
documentario “Iraq – SOS rifugiati” sono emblematiche. Una comunità cacciata con la
forza e l’intimidazione, quando non addirittura con la morte, dalla propria casa e
costretta a vivere nell’indigenza a Damasco o ad Amman, grazie agli aiuti delle organizzazioni
umanitarie, con il miraggio forse un giorno di ritornare in patria o crearsi una nuova
vita negli Stati Uniti, in Australia o in Canada. Una situazione che rasenta la tragedia
in un Paese che vive nella tragedia da sempre: prima la dittatura poi le guerre e
l’occupazione, il terrorismo e le faide tra le varie fazioni per il controllo delle
risorse e del territorio, in uno Stato che sembra ancora tutto da inventare. Tutto
questo è stato visto ieri di fronte ad una attenta platea e alla presenza di mons.
Matoka, arcivescovo siro-cattolico di Baghdad; mons. Sako, arcivescovo caldeo di Kirkuk;
mons. Casmoussa, arcivescovo siro-cattolico di Mosul e mons. Warduni, vescovo ausiliare
dei Caldei. Proprio quest’ultimo ai nostri microfoni ha espresso la preoccupazione
che la comunità internazionale dimentichi il dramma iracheno e in particolare quello
dei cristiani. E a proposito dell’eventualità del ritiro delle truppe americane ha
detto che "La prima cosa è portare pace e sicurezza poi si può andare via", ha detto
mons. Warduni, che poi ha aggiunto: “la democrazia non viene imposta, viene insegnata,
ci vuole un'educazione alla democrazia”. Rispetto ad Obama ha detto, “noi dobbiamo
essere ottimisti, abbiamo sofferto tanto a causa della precedente amministrazione,
ma qualcuno ora deve curare medicare le nostre ferite. Mons. Sako e gli altri presuli
gli hanno fatto eco. Mons. Matoka, ha esortato, la comunità internazionale a contribuire
affinché ci sia “una poplazione irachena che viva in pace: i cristiani sono i più
colpiti dalla grave situazione che viviamo da almeno cinque anni''. Emozionante
l’intervento di mons. Casmoussa, che ha detto: ''c'erano difficoltà anche prima degli
americani, ma con loro si sono moltiplicate per cento. ''Ma gli americani - ha aggiunto
- non sono il problema, perchè prima o poi lasceranno l'Iraq'' ''Prendeteci il nostro
petrolio ma lasciateci il nostro Paese'', ha concluso mons. Warduni.