2009-01-22 08:27:57

L'appello dei vescovi dell'Iraq alla comunità internazionale: "Salvate i cristiani"


Ancora violenza ieri in Iraq. Tre esplosioni, in diverse zone del Paese, hanno causato la morte di almeno sei civili. Intanto, il presidente americano Obama ha esortato i vertici militari ad impegnarsi per arrivare ad un ''ritiro responsabile'' dalle truppe statunitensi dall’Iraq. E nel Paese del Golfo continua il dramma della comunità cristiana, costretta a fuggire, soprattutto verso Siria e Giordania, a causa delle continue minacce da parte di gruppi locali. Se ne è parlato ieri alla Radio Vaticana, nel corso della proiezione del documentario “Iraq - SOS Rifugiati” di Elisabetta Valgiusti, presentato dal direttore generale dell’emittente, padre Federico Lombardi, insieme con i vescovi iracheni. Il servizio di Giancarlo La Vella:

Quello dei cristiani in Iraq è il dramma nel dramma. Le immagini e le testimonianze presentate ieri nel documentario “Iraq – SOS rifugiati” sono emblematiche. Una comunità cacciata con la forza e l’intimidazione, quando non addirittura con la morte, dalla propria casa e costretta a vivere nell’indigenza a Damasco o ad Amman, grazie agli aiuti delle organizzazioni umanitarie, con il miraggio forse un giorno di ritornare in patria o crearsi una nuova vita negli Stati Uniti, in Australia o in Canada. Una situazione che rasenta la tragedia in un Paese che vive nella tragedia da sempre: prima la dittatura poi le guerre e l’occupazione, il terrorismo e le faide tra le varie fazioni per il controllo delle risorse e del territorio, in uno Stato che sembra ancora tutto da inventare. Tutto questo è stato visto ieri di fronte ad una attenta platea e alla presenza di mons. Matoka, arcivescovo siro-cattolico di Baghdad; mons. Sako, arcivescovo caldeo di Kirkuk; mons. Casmoussa, arcivescovo siro-cattolico di Mosul e mons. Warduni, vescovo ausiliare dei Caldei. Proprio quest’ultimo ai nostri microfoni ha espresso la preoccupazione che la comunità internazionale dimentichi il dramma iracheno e in particolare quello dei cristiani. E a proposito dell’eventualità del ritiro delle truppe americane ha detto che "La prima cosa è portare pace e sicurezza poi si può andare via", ha detto mons. Warduni, che poi ha aggiunto: “la democrazia non viene imposta, viene insegnata, ci vuole un'educazione alla democrazia”. Rispetto ad Obama ha detto, “noi dobbiamo essere ottimisti, abbiamo sofferto tanto a causa della precedente amministrazione, ma qualcuno ora deve curare medicare le nostre ferite. Mons. Sako e gli altri presuli gli hanno fatto eco. Mons. Matoka, ha esortato, la comunità internazionale a contribuire affinché ci sia “una poplazione irachena che viva in pace: i cristiani sono i più colpiti dalla grave situazione che viviamo da almeno cinque anni''.
Emozionante l’intervento di mons. Casmoussa, che ha detto: ''c'erano difficoltà anche prima degli americani, ma con loro si sono moltiplicate per cento. ''Ma gli americani - ha aggiunto - non sono il problema, perchè prima o poi lasceranno l'Iraq'' ''Prendeteci il nostro petrolio ma lasciateci il nostro Paese'', ha concluso mons. Warduni.
 







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