2009-01-21 14:46:14

Il cardinale Bertone auspica una presenza più incisiva dei cattolici nella società messicana


Una nuova sintesi tra fede e cultura per rendere più incisiva la presenza dei cattolici nella società messicana. Il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, risveglia così il mondo della cultura che ha incontrato, lunedì scorso, a Querétaro, nel teatro dove il 5 febbraio 1917 venne promulgata la costituzione del Paese. Lo riferisce l’Osservatore Romano. L'incontro ha offerto l'occasione "per riflettere sulla presenza della Chiesa e dei cattolici nella vita pubblica del Paese e sul loro ruolo nella configurazione della cultura messicana", incoraggiando "tutti coloro che cercano risolutamente di gettare ponti fra la fede e la ragione", promuovendo "il dialogo franco e cordiale fra la fede e la scienza" e stabilendo "relazioni fluide e feconde fra la fede e la cultura". Parlare della presenza della Chiesa nella vita pubblica, ha sostenuto il cardinale, "significa anche parlare della cultura, che è come la vita di un popolo", per "sviluppare tutte le potenzialità che racchiude".

Nel XX secolo la cultura cattolica in Messico è rimasta ai margini. Il porporato ha ricordato le persecuzioni subite dalla Chiesa nel Paese: "La Chiesa fu deliberatamente espulsa dagli ambiti pubblici creatori di alta cultura, specialmente dall'università e dal forum politico. Liberali e rivoluzionari applicarono con successo la strategia dell'isolamento, specialmente nel campo dell'educazione. Questo processo, come sappiamo, fu particolarmente violento nel XX secolo, nel quale si scatenò una cruenta repressione contro la Chiesa". Sarebbe però sbagliato, ha riconosciuto il cardinale Bertone, "attribuire tutta la colpa a elementi esterni e all'esistenza di trame di potere, certamente attive e potenti, che mirano a eliminare la presenza della Chiesa nella vita pubblica. È necessario osservare anche che gli sforzi cattolici nella produzione di cultura hanno avuto, in generale, un successo limitato. È mancata a volte la creatività necessaria a dar vita a nuove proposte culturali". La Chiesa messicana è da tempo al lavoro per evangelizzare la cultura, consapevole che "un popolo privato della sua identità si vede costantemente minacciato da nuove forme di colonialismo culturale"; e che "non vi possono essere pace né progresso autentici se si ignora o si distrugge la cultura di un popolo. Nel corso degli ultimi decenni, lo stato e il mercato hanno gradualmente occupato con efficacia l'ambito delle istituzioni e della vita pubblica. Ma né l'uno né l'altro è stato capace di offrire all'uomo il significato profondo dell'esistenza, che non si chiarisce attraverso l'adesione a un'opzione politica o una professione o il successo economico".

L'urgenza di evangelizzare la cultura non riguarda solo il Messico. "Come il primo annuncio del Vangelo fu un incontro fra culture - ha detto il segretario di Stato - così oggi è necessario un nuovo annuncio che abbia fra le sue priorità la cultura. Ne sono fermamente convinto: finché non illumineremo con il Vangelo l'anima della cultura, non potremo aspettarci la trasformazione tanto anelata dai nostri popoli".







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