Ricordati i 50 anni dell’ingresso nella diocesi di Vittorio Veneto del futuro Papa
Albino Luciani
“Seppe tenere il timone della barca nella direzione giusta anche nel vortice della
tempesta, preoccupato solo di essere fedele a Cristo a qualunque costo”. E’ il pensiero
– riportato dal quotidiano Avvenire – del cardinale Giovanni Battista Re, prefetto
della Congregazione per i vescovi, che ha presieduto domenica ad una solenne concelebrazione
a Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, per ricordare i 50 anni dall’ingresso
in diocesi dell’allora vescovo Albino Luciani, futuro Giovanni Paolo I. L'11 gennaio
1959 era una fredda giornata, il presule portò però tra i fedeli il grande entusiasmo
del Concilio Vaticano II, ne spiegò gli insegnamenti e le direttive, la riforma liturgica
e promosse la formazione teologico-pastorale. Non mancarono le contestazioni ma –
riferisce il cardinale Giovanni Battista Re – affrontò la vicenda “con la serietà
che gli veniva dall’amore per la Chiesa e da un’acuta competenza teologica”. “Custode
della fede e uomo della carità” è la definizione data a Papa Luciani dal vescovo di
Vittorio Veneto, mons. Corrado Pizziolo. “Custodendo la fede, cioè l’adesione personale
al messaggio e alla persona di Gesù – ha detto nel corso della festa del patrono della
diocesi San Tiziano – si diventa uomini capaci di amare come Gesù”. (B.C.)