La vedova del missionario cristiano ucciso 10 anni fa in Orissa chiede di pregare
per l'India
Sono passati 10 anni dalla notte del 22 gennaio 1999, quando estremisti indù bruciarono
vivi il missionario cristiano australiano Graham Stewart Staines e i figli Philip
e Timothy di 9 e 7 anni, mentre dormivano nella loro auto nel villaggio di Manoharpur,
nel distretto di Keonjhar ad Orissa. La vedova Gladys Staines è tornata in Orissa,
insieme alla figlia superstite Esther e sulle recenti violenze anticristiane nel Kandhamal
ha manifestato all'agenzia AsiaNews il suo “cordoglio e il dolore per i perseguitati
e le loro sofferenze”. Giovedì ci sarà una messa di commemorazione a Monoharpur, sul
luogo dell’assassinio. La mattina del 23 sarà tenuto un servizio di preghiera presso
la Missione Baripada, che si concluderà con l’inaugurazione della nuova Hall di fisioterapia.
Gladys Steins ha voluto condividere la sua solidarietà con le vedove per le persecuzioni
del Kandhamal. "In Gesù è la fonte di ogni consolazione e forza - ha detto - Dio
ci dà la forza per sostenere la nostra croce e vivere secondo la Sua volontà. La nostra
vita e il lavoro sulla terra debbono rispondere alla Sua santa volontà. Alle sorelle
del Kandhamal che pure hanno perso i mariti per amore di Cristo, dico di essere forti,
perché Cristo sarà per loro sostegno, compagnia, guida e forza. Quando Dio è con noi,
nulla può essere contro di noi. Sono con loro nella preghiera, condivido la loro sofferenza
e desidero incoraggiarle con la speranza…. può esserci dolore e tristezza, ma è importante
non come viviamo, ma se noi siamo secondo la volontà di Dio. Ho perdonato perché ho
prima ricevuto il perdono di Cristo nella mia vita, voglio solo condividere questa
presenza. Sosteniamo con la preghiera e la solidarietà le vedove del Kandhamal. Dio,
nella Sua infinita saggezza, permette la sofferenza per renderci più forti. Occorre
pregare ed essere solidali, per dare loro forza”. “Alla gente di tutto il mondo voglio
dire: Non abbandonare la speranza, pregate per l’India”. (R.P.)