Il cardinale Tettamanzi: accogliamo con gioia e gratitudine la decisione del Papa
di tenere a Milano il prossimo Incontro Mondiale delle Famiglie
“La famiglia, il lavoro e la festa”: è il tema del VII Incontro mondiale delle famiglie
che si svolgerà a Milano nel 2012. L’evento è stato annunciato da Benedetto XVI durante
la Messa conclusiva della sesta edizione di questo appuntamento, svoltasi a Città
del Messico dal 14 al 18 gennaio scorsi. Intervistato da Alessandro Gisotti,
il cardinale arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi, sottolinea le aspettative
riposte in questo avvenimento:
R. -
I sentimenti sono innanzitutto di grande gioia. Una gioia che si fa davvero gratitudine.
Con questi sentimenti, viviamo le aspettative di arrivare preparati a questo 2012.
Per la verità, siamo già su questa strada, nel senso che il triennio pastorale che
stiamo concludendo quest’anno è tutto dedicato al tema della famiglia. Pensando alla
ricchezza cristiana, umana, ecclesiale e civile che ci verrà donata da questo VII
Incontro mondiale delle Famiglie, noi aspettiamo di essere in qualche modo confermati,
ma soprattutto ulteriormente stimolati a proseguire il nostro impegno di pastorale
familiare.
D. - Tema dell’incontro a Milano sarà
“La famiglia, il lavoro e la festa”. Perché questa scelta?
R.
- E’ una scelta fondamentale, proprio per la vita della famiglia - per la sua missione
sia nella società che nella Chiesa - perché il lavoro è indubbiamente uno dei valori
fondamentali della persona, non soltanto della persona in se stessa, ma colta nella
sua dimensione relazionale. La dimensione sociale della famiglia trova il suo alimento
precisamente nell’impegno quotidiano, nel lavoro - dove il lavoro non può essere visto
semplicemente come un fattore economico per la sussistenza della famiglia, ma chiede
di essere visto anzitutto come uno dei fattori essenziali e decisivi dell’opera educativa.
D’altra parte, non si può parlare del lavoro in questa visione profondamente antropologica
se non si pensa anche al necessario alternarsi tra lavoro e riposo. Quindi, il tema
della festa diventa un elemento fondamentale per una realizzazione veramente umana
e cristiana dello stesso momento lavorativo.
D. -
Il Papa ha sottolineato, più volte, l’importanza di una testimonianza pubblica delle
famiglie cristiane nella vita sociale. Come accogliere quest’invito?
R.
- Bisogna rendersi conto che la rete sociale, in concreto, coincide con la rete delle
famiglie. In questo senso, le famiglie non solo sono inserite in un contesto sociale,
ma in questo contesto hanno un loro protagonismo particolare. Ciò richiede, da parte
delle istituzioni, il riconoscimento non verbale, ma concreto, effettivo - attraverso
l’apprezzamento e la promozione dei diritti e delle responsabilità fondamentali -
di ogni famiglia e di tutte le famiglie insieme.
D.
- Quali sono oggi le sfide più urgenti per la famiglia, in particolare in Italia?
R.
- Penso che una grossa sfida per la nostra Italia sia la sfida della natalità. Un
amore vero e fecondo si coglie innanzitutto nell’opera educativa. Allora, parlare
così frequentemente dell’emergenza educativa deve diventare un impegno concreto. E
poi, un amore vero non è un amore che rimane lì, in attesa di ricevere chissà che
cosa: è un amore che diventa operativo, diventa generoso. In questo senso, è da rilanciare
il protagonismo sia ecclesiale che civile della famiglia.
La
Chiesa di Milano si prepara, dunque, a vivere questo grande evento ecclesiale, mentre
si raccolgono i frutti dell'Incontro mondiale delle Famiglie di Città del Messico.
Un evento, ha detto il cardinale Norberto Rivera Carrera, arcivescovo della capitale
messicana, che ha dato vita ad un programma di proposte per riscoprire la bellezza
della famiglia, senza sterili polemiche. All'Incontro di Città del Messico, ha partecipato
anche Anna Friso responsabile, assieme al marito, dell'associazione "Famiglie
Nuove" del Movimento dei Focolari e membro del dicastero vaticano per la Famiglia.
La testimonianza è stata raccolta da Fabio Colagrande:
R. -
Abbiamo maggiormente vissuto la festa, il momento della festa e delle testimonianze,
e lì era rappresentato il mondo intero. Erano famiglie da tutti i continenti, che
sono salite sul palco, che hanno testimoniato la loro fede, la gioia di essere cristiani.
D.
- Qual è stata l’accoglienza della Chiesa locale alle famiglie di tutto il mondo?
R.
- Meravigliosa. Abbiamo trovato una grande sensibilità e disponibilità verso ciascuna
di queste famiglie, che hanno sicuramente percepito l’amore della Chiesa, l’essere
un corpo, una comunità a livello mondiale. Un’esperienza grande.
D.
- Qual è stata la cifra caratteristica di questo incontro di Città del Messico?
R.
- Il Papa aveva detto: “Famiglia, diventa ciò che sei”. Ecco: qui abbiamo visto la
famiglia nel suo essere formatrice di valori nella continuità di una trasmissione
della fede ma anche attenta al nuovo. Mi sembra di aver visto la famiglia che, di
fronte ad un mondo che cambia, è in grado di fare, è in grado di donare.
D.
- Il Papa, in particolare, ha chiesto alle famiglie di tutto il mondo di saper dare
una testimonianza pubblica del loro vissuto: un invito importante…
R.
- E questo è ciò che anche noi famiglie vogliamo: da oggetto di pastorale che sono
state per tantissimo tempo, adesso le famiglie hanno voglia - se si sentono pronte
- a dare se stesse per la costruzione di una società nella quale i valori cristiani
devono essere messi in luce e vissuti.
Nel messaggio
per l'Incontro di Città del Messico, Benedetto XVI ha ripetuto che la famiglia ha
il diritto ad essere riconosciuta nella propria identità. Un richiamo sul quale si
sofferma Alberto Friso di "Famiglie Nuove", ancora al microfono di Fabio
Colagrande:
R. -
L'invito del Papa è risuonato profondamente, qui, con una risonanza particolare, perché
ci trovavamo in una nazione dove la Chiesa ha incontrato, per vari decenni, difficoltà
che però in questo momento sono andate in certo modo sciogliendosi, con la crescita
culturale e sociale. Per cui, le autorità hanno accettato ben volentieri anche questo
incontro e c’è stata una risposta della Chiesa, che ha sottolineato come anche in
questa libertà che è stata data alle coscienze, chi aveva questa sensibilità religiosa
di svolgere questo evento, ha dimostrato una crescita di tutta la società. Quindi,
si può dire che è iniziato un dialogo che si estenderà anche nel mondo, perché finora
la famiglia non è stata sostenuta perché non era conosciuta.
D.
- Il prossimo Incontro mondiale delle famiglie sarà in Italia, a Milano sul tema “La
famiglia, il lavoro e la festa”…
R. - Rifletteremo
su un piano concreto di estrema attualità, soprattutto nel nostro mondo occidentale,
dove c’è una divaricazione profonda tra compiti e funzioni naturali della famiglia
e, invece, questi aspetti che sono, in certo modo, il prodotto di una corsa che la
nostra civiltà sta facendo. Sarà, quindi, un mettere in luce come il lavoro debba
essere in funzione della famiglia e la famiglia debba avere il tempo di rivolgersi
a Dio, avere il tempo di santificare la festa e, nel santificare la festa, trova la
gioia della festa, della festa naturale. Come è stato qui, a Città del Messico. (Montaggio
a cura di Maria Brigini)