Mons. Belotti sull'immigrazione: la diversità non è un pericolo ma una ricchezza
Ognuno di noi “è chiamato a testimoniare il Vangelo, con una cura più grande per quei
fratelli che per diversi motivi, sono venuti a vivere in mezzo a noi”: è l’esortazione
rivolta ai fedeli dal Papa all’Angelus di ieri, nella Giornata mondiale del Migrante
e del Rifugiato dedicata quest’anno a San Paolo. Benedetto XVI ha auspicato che il
fenomeno delle migrazioni avvenga “sempre in modo pacifico e costruttivo, nel rispetto
e nel dialogo, prevenendo ogni tentazione di conflitto e di sopraffazione”. Sulla
realtà degli immigrati, tra speranze e difficoltà d’integrazione, Linda Giannattasio
ha raccolto il commento di mons. Lino Bortolo Belotti, presidente della Fondazione
Migrantes:
R. –
C’è un padre, ci sono dei fratelli, quindi quelli che sono qui nella nostra città,
nella nostra Italia, noi li dobbiamo sentire come fratelli, anche se hanno un colore
diverso, una lingua diversa, perfino se hanno una religione diversa perché siamo tutti
figli di uno stesso Padre. Quindi, nella famiglia uno non è solo ospite ma è anche
fratello, fa parte della nostra stessa famiglia, che è la famiglia della Chiesa.
D.
– Ci sono state negli ultimi tempi spinte razziste, xenofobe... Come vede questo nodo,
questo problema, oggi?
R. – Non accetto che ci siano
questi atteggiamenti se veramente abbiamo capito e stiamo vivendo il messaggio evangelico,
il messaggio paolino. Dovremmo invece essere contenti di avere delle persone che sono
diverse da noi, la loro diversità deve essere ritenuta come una ricchezza, anche se
cercare di farla nostra non è subito spontaneo. La differenza non deve mai essere
separazione ma una lenta accoglienza che poi deve diventare fraternità. Io insisterei
perché i politici cattolici facciano di tutto perché questi principi della Chiesa,
questi principi sociali che riguardano l’emigrazione, lentamente, entrino a far parte
quasi di una dottrina sociale condivisa anche da quelli che non sono cattolici, anche
da quelli che la pensano diversamente. Certo, diventa un po’ più difficile quando
abbiamo a che fare con delle mentalità di immigrati che noi non riusciamo ad accettare,
anche da un punto di vista morale, religioso, da un punto di vista anche sociale.
Tuttavia, dovrebbe esserci sempre un ambito che riesce a renderci più fratelli nonostante
le differenze ed i punti di vista.