In crescita le visite dei pellegrini alla casa-prigione di San Paolo a Roma
Nell’Anno Paolino, numerosi sono i pellegrinaggi verso i luoghi di culto dell’Apostolo
delle genti: dalla fine dello scorso giugno, la Basilica di San Paolo ha visto affluire
in media 5000 persone al giorno. Tra gli altri itinerari da visitare a Roma, la cripta
della chiesa di Santa Maria in Via Lata a Via del Corso, che la tradizione riconosce
come casa di Paolo di Tarso nei due anni di prigionia. Quali sono le fonti che confermano
la presenza della casa di San Paolo in questo luogo? Al microfono di Alessandra
De Gaetano don Franco Amatori, rettore della chiesa:
(musica)
R.
– E’ una tradizione che viene raccolta e che è documentata da una lettera di un monaco
del 1513 e da un’altra lettera di un altro monaco del 1517, le quali dicono che questa
era la casa di San Luca, dove poi sarebbe passato anche San Pietro e che poi sarebbe
stata la casa della prigione di San Paolo, in libertà vigilata, con un soldato di
guardia per due anni.
D. – Quali sono gli elementi
conservati, che testimoniano la presenza di San Paolo in questo luogo?
R.
– Una lapide che ricorda il saluto di Paolo ai Colossesi: “Memores estote vinculorum
meorum”, "ricordatevi delle mie catene". Poi c’è una colonna antica dove è stata aggiunta
l’iscrizione che rileviamo da Paolo nella seconda lettera a Timoteo, e cioè “Io sono
prigioniero, come un malfattore, ma la parola di Dio non è incatenata”. In più ci
sono resti di affreschi. La Madonna con Bambino, con Pietro e Paolo, sono uno schema
certamente di un dipinto antico, restaurato, ma con un restauro pesante, cioè rifatto
sopra, intorno al tempo di Pietro da Cortona, quindi nella metà del 1600. Queste sono
le conferme indirette, che questo possa essere il luogo dove si è mantenuta questa
memoria della prigione, dell’abitazione di San Paolo.
D.
– Un patrimonio, quello presente nella cripta, la cui ricchezza è ancora più valorizzata
dalla ricorrenza dell’Anno Paolino...
R. – Infatti,
in questo tempo stiamo ricevendo tante richieste di visite. Peccato che non sia ben
disposto per accogliere i pellegrini, perché ci sono ancora dei passaggi un po’ difficili
e meriterebbe un’illuminazione migliore, una sistemazione di alcuni luoghi. Questo
luogo, la prigione di San Paolo, è stato venerato molto come luogo importante di devozione.