2009-01-19 15:05:21

Denunciate la pedofilia in rete: appello dell'associazione Meter agli utenti dei social network


L’impegno, la dedizione e l’esperienza di tante persone unite contro la pedofilia e lo sfruttamento sessuale dei bambini. Tutto questo è Meter, l’associazione fondata da don Fortunato di Noto per promuovere i diritti e la tutela dell’infanzia violata. Proprio nei giorni scorsi è stato presentato il rapporto 2008 secondo cui la pedofilia on line ha le proprie basi virtuali negli Stati Uniti, in Russia, Iraq e Iran. Dalle 2850 segnalazioni effettuate da Meter nello scorso anno emerge inoltre il ricorso sempre più frequente da parte dei pedofili al social network come strumento per trovarsi, fare rete e scambiare materiale illecito. Paolo Ondarza ha intervistato don Fortunato Di Noto:RealAudioMP3


R. - Attualmente i pedofili si appoggiano moltissimo ai server provider di questi Paesi, dove non c’è affatto una legislazione che tuteli internet. Bisogna che si istalli una cooperazione internazionale.

 
D. – La cooperazione internazionale, oggi manca?

 
R. – Manca perché non c’è una attenzione globale ad un fenomeno globale. I bambini vittime oggi sono 178 milioni nel mondo e sappiamo benissimo che anche due milioni, ogni anno, vengono indotti nel mercato della produzione pedopornografica e questo deve imporre una strategia ed una cooperazione comune.

 
D. - Viene spesso sottovalutato il fenomeno della 'pedofilia culturale', mirata a normalizzare la pedofilia. Si sottovaluta il potenziale pericolo che c’è dietro a questa 'cultura'?

 
R. – Questo è, secondo noi, il maggior nemico, senza sapere che ci sono rapporti ufficiali dell’FBI, della Polizia Italiana, che dicono che i 'pedofili culturali' sono molto pericolosi. In effetti, possiamo dichiarare pubblicamente, che sono stati individuati ma, mancando una legge, non possono essere arrestati o denunciati. Non a caso, abbiamo presentato in commissione di Giustizia una legge contro la 'pedofilia culturale' intesa come istigazione.

 
D. – La novità di questo Report 2008 è che i pedofili si servono anche dei social network?

 
R. – Questo è veramente la nuova frontiera. Soltanto nel 2008 abbiamo denunciato decine di comunità pedofile che utilizzavano i social network.

 
D. – E visto che il social network è uno strumento anche molto diffuso, può accadere anche di imbattersi in un pedofilo?

 
R. – Sì, è per questo che noi ci appelliamo, innanzitutto, ai cittadini del social network: “Quando vi imbattete in queste situazioni, non voltatevi indietro, denunciate questa vergogna e questo crimine contro i bambini”. I pedofili sono soggetti pericolosi, soggetti che fanno danni enormi sui bambini, bisogna intervenire con forza.

 
D. – La paura è un nemico della lotta alla pedofilia perché chi ha paura chiude gli occhi di fronte a ciò che fa orrore. Dunque, che cosa dire ad una famiglia che teme per il proprio bambino o per la propria bambina?

 
R. – Le famiglie, anche cristiane ma non solo, devono sapere che proteggere i bambini significa veramente garantire un’umanità solare, di speranza. Non devono assolutamente abbassare la guardia nell’infondere amore ed affetto nei confronti dei propri figli.







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