2009-01-18 15:09:07

Speranze di pace nel Nord Kivu, dopo l’annuncio della fine delle ostilità da parte di una fazione di ribelli


Nella Repubblica Democratica del Congo, la fazione dei ribelli del Congresso Nazionale per la Difesa del Popolo, che opera nella regione del Nord Kivu e che fa capo al generale Bosco Ntaganda, ha annunciato la fine delle ostilità contro il governo di Kinshasa. La decisione, che prevede anche l’alleanza con l’esecutivo contro il leader del gruppo ribelle, Laurent Nkunda, potrebbe costituire un passo avanti importante per l’avvio del processo di pacificazione nel Paese, come spiega l’esperto di Africa, Michele Luppi, intervistato da Giancarlo La Vella:RealAudioMP3


R. – L’accordo siglato lascia trapelare un misto di ottimismo da un lato e di preoccupazione dall’altro. Tutti gli accordi che vengono siglati in zone come l’est della Repubblica Democratica del Congo sono spesso molto fragili. Quindi, la situazione potrebbe evolvere velocemente nelle prossime settimane. Motivi di ottimismo arrivano dal fatto che, al momento in cui è stato siglato quest’accordo, era presente anche il capo di Stato maggiore dell’esercito ruandese, e quindi questo fa pensare che lo stesso Rwanda possa finalmente essere convinto che la strada della pace sia la scelta giusta per risolvere i problemi dell’est congolese. Quello che non si riesce a capire è ciò che sta avvenendo all’interno di questa milizia ribelle, perché il Congresso Nazionale per la Difesa del Popolo stava portando avanti dei negoziati a Nairobi con lo Stato congolese, e quindi questa tregua, fatta da quella che è una fazione ribelle di questa milizia, con l’esercito congolese, potrebbe andare un po’ a far mutare gli equilibri all’interno dello stesso gruppo ribelle, e questo potrebbe portare a nuovi scontri.

 
D. – Una situazione, quindi, che comunque non fa ben sperare per la soluzione della crisi umanitaria...

 
R. – Bisognerà vedere quello che effettivamente succederà. Le stesse voci che io ho sentito da Goma - e comunque dal nord Kivu negli scorsi giorni – parlavano di una situazione che stava – per così dire – lentamente tornando alla normalità. Ovviamente una normalità di una città dove c’è una crisi. Molto dipenderà da cosa succede, perché il 25 gennaio si troveranno, per concludere i colloqui di pace a Nairobi, i rappresentanti del Congresso Nazionale per la Difesa del Popolo – questa milizia ribelle filoruandese e formata in prevalenza da tutsi congolesi – e il governo congolese. Quindi, sarà importante vedere quali ricadute quest’accordo avrà su quei colloqui, se ci sarà un accordo finale tra questa milizia ribelle e lo Stato congolese, o se quest’accordo porterà ad una situazione difficile.

 
D. – E’ presumibile, quindi, che si vada verso un isolamento politico e anche territoriale di Nkunda?

 
R. – Quello che non si riesce ancora a capire è quali sono i rapporti di forza e se la fazione fedele a Ntaganda sia una fazione minoritaria o maggioritaria. E dall’altra parte su quale sostegno regionale e internazionale può ancora contare Nkunda, perché, nella guerra riesplosa nell’agosto, vi era un sostegno politico e militare ruandese nei confronti di questa milizia ribelle. Il fatto che il Rwanda fosse presente alla firma di quest’accordo potrebbe far presagire che lo stesso Rwanda possa voltare le spalle a Nkunda. Questo noi oggi non lo sappiamo, soltanto il tempo ci darà il modo di capirlo.







All the contents on this site are copyrighted ©.