L’Incontro mondiale delle famiglie a Città del Messico verso la conclusione: l'editoriale
di padre Federico Lombardi
Un videomessaggio del Papa sarà proiettato oggi sul sagrato della Basilica di Nostra
Signora di Guadalupe al VI Incontro Mondiale delle Famiglie a Città del Messico. Domani
Benedetto XVI seguirà in video collegamento la Messa conclusiva, che sarà presieduta
dal Legato Pontificio, il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato. Nell’incontro
che il cardinale Bertone ha avuto ieri con i vescovi del Messico ha ribadito l’importanza
che la Chiesa attribuisce alla famiglia quale “cellula fondamentale della società”.
Il servizio di padre Gianfranco Grieco, capo ufficio del Pontificio Consiglio
per la Famiglia:
Con la
veglia mariana quando a Roma saranno già le 24 e con la solenne concelebrazione eucaristica
di domani mattina presieduta dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato e
Legato pontificio, si concluderà il sesto Incontro mondiale delle famiglie davanti
al Santuario di Nostra Signora di Guadalupe. Oltre 20 milioni di pellegrini raggiungono
ogni anno questa meta mariana della patrona dell’America per rinnovare la loro scelta
di fede, condire di carità la loro vita quotidiana, rinnovare la speranza in un mondo
nuovo. Con l’intervento del cardinale Tarcisio Bertone, si è concluso, ieri sera,
il Congresso teologico pastorale che ha avuto per tema “La famiglia formatrice ai
valori umani e cristiani”. Il cardinale ha ripercorso, attualizzandolo, il magistero
della Chiesa, in tema di famiglia, di giustizia e di pace. Ha auspicato che la famiglia
delle Nazioni cresca e si sviluppi nel segno della giustizia e della pace: due pilastri,
questi, che la sostengono, la fortificano, la rendono testimone. La giornata conclusiva
del congresso teologico pastorale ha approfondito il tema della vocazione e della
vocazione educatrice della famiglia. A questa vocazione, che si trasforma in missione,
hanno collaborato, e collaborano, istituzioni e testimoni di ieri e di oggi che hanno
dato la vita per la causa della famiglia. Nella terza tavola rotonda sono stati analizzati
i requisiti che deve avere la famiglia per formarsi e per formare: aspetti quindi
psicologici, spirituali, morali ed economici. Tanti risvolti di vita quotidiana da
tenere sempre presenti nella loro realtà unitiva e nella priorità delle situazioni
che si susseguono nella quotidianità della vita. Al tema dell’incontro si è voluto
anche dare una significativa visione globale: dall’Africa all’Asia, dall’Europa all’America
Latina, dall’Australia agli Stati Uniti e al Canada. Tanti i volti ed i risvolti internazionali
legati alla storia, alla pietà popolare, alla cultura, alla trasmissione della fede
e dei valori. La famiglia dei popoli che si è ritrovata a Città del Messico ha voluto
con questo Congresso teologico pastorale, analizzare il passato, approfondire ilpresente e cercare di programmare il proprio futuro. Momento
centrale della giornata di oggi è la testimonianza che porteranno famiglie provenienti
da Europa, America Latina, Asia, Africa e Stati Uniti. Daranno voce alla vita quotidiana
di tanti che, pur nell’anonimato, segnano positivamente le società e le comunità ecclesiali
in cui vivono. Lo faranno pregando il Rosario. Ogni famiglia, infatti, parlerà commentando
uno dei cinque misteri gaudiosi, come spiega nell’intervista di Pietro Cocco,la signora Anna Friso, del Pontificio Consiglio per la Famiglia:
R. –
Cominciamo con l’Annunciazione, c’è una famiglia missionaria, europea, che lascia
l’Italia, un posto sicuro, un avvenire, per andare a portare l’annuncio del Vangelo
là dove è già stato dimenticato, sembra dimenticato. Poi, nel secondo mistero, abbiamo
Maria che va a portare conforto alla cugina Elisabetta, e questo è un richiamo, una
richiesta alle comunità cristiane, a farsi carico di tutte le persone e le famiglie
svantaggiate. Sarà proprio una famiglia emarginata a parlare, a testimoniare come,
con l’aiuto della comunità, da un’emarginazione quasi estrema sono riusciti non solo
a trovare la propria dignità, ma anche a diventare operatori di pastorale. E’ una
famiglia del Guatemala, una famiglia indigena. Nel terzo mistero abbiamo la nascita
di Gesù, e lì ci sono i Re Magi, ad un certo punto, che vengono dall’Oriente; e allora,
come i Magi venuti dall’Oriente, invitiamo una famiglia che vive in Pakistan. Sono
cristiani, in un ambiente appunto a prevalenza islamica, dove vengono, anche lì, discriminati,
segnati a dito. Però non rinunciano a portare avanti la loro fede e a testimoniarla
ai figli e anche alle persone intorno. E poi abbiamo la presentazione al tempio di
Gesù, e siamo andati a vedere l’analogia con una famiglia africana: loro vivono appunto
in un ambiente in cui ci sono tanti valori tradizionali, veramente preziosi, che non
vanno sprecati. Anzi, dove si è innestato anche il cristianesimo, questi valori vengono
sostenuti e illuminati. Però c’è anche il rischio che oggi magari il consumismo cancelli
tutto, anche i media stessi, con l’importazione che arriva delle fiction con altri
modelli. E allora questa famiglia che si prende la responsabilità di educare i figli
proprio nel rispetto di queste tradizioni, ma aperti al nuovo, è veramente molto interessante. D.
– Fino alla quinta testimonianza, dagli Stati Uniti… R. – La
quinta testimonianza sono una coppia arrivata, perfetta diciamo, ma che ha trovato
nel cristianesimo il grande valore da trasmettere ai figli. Sei immerso in una società
che ti ha dato già tutto, però scoprono che il Vangelo, che la vita cristiana è quella
che va data ai figli. Per cui si sono impegnati, anche nella testimonianza, verso
gli altri. Tutto questo educa, porta i figli ad un’apertura molto bella, ed i figli
stessi – che sono adesso nell’età delle scelte importanti – hanno pensato, i primi
due, di scegliere proprio il campo dei media come lavoro. Si stanno specializzando
nell’università di San Diego, dove appunto c’è una facoltà importante di media digitali,
proprio per imparare ad usarli per l’evangelizzazione. Quindi, i figli stessi riportano
questi valori per trasfonderli fuori. Per una riflessione alla
vigilia della conclusione di questo VI Incontro Mondiale della Famiglie, la nota del
nostro direttore generale padre Federico Lombardi:
“Manifestare
ancora una volta la bellezza e il valore della famiglia … e suscitare nuove energie
in favore di questa cellula insostituibile e fondamentale della società e della Chiesa”:
questi gli auspici di Benedetto XVI per l’Incontro mondiale delle famiglie a Città
del Messico nell’Udienza di mercoledì 14 gennaio. Udienza in cui – non è un caso –
sono state offerte al Papa alcune reliquie dei coniugi Luigi Martin e Zelia Guerin,
i genitori di Santa Teresa di Lisieux, proclamati beati nell’autunno scorso. Non è
la prima coppia che la Chiesa proclama solennemente modello di vita cristiana. Ricordiamo
pochi anni fa la beatificazione dei coniugi romani Beltrame Quattrocchi alla presenza
di tre figli, due dei quali erano venerandi sacerdoti. Il tema dell’Incontro del Messico
è: “Famiglia, formatrice nei valori umani e cristiani”. Riflettiamo: Teresa di Lisieux
– santa – discende da due genitori santi anche loro. Certo, non è automatico. Non
basta che i genitori siano buoni perché i figli lo siano. E per fortuna anche i figli
di genitori non buoni possono riuscire ottime persone. Però, non si può negare che
buoni genitori aprono più facilmente ai figli la strada verso le virtù umane e cristiane.
Se poi i genitori sono molto buoni, del tutto dedicati alla loro vocazione di amore,
i figli crescono ogni giorno con davanti agli occhi un esempio che propone alla loro
libertà gli ideali più grandi. Nel vocabolario cristiano si dice, con parola un po’
solenne, ma che non ci deve spaventare: la santità. Insomma: se i genitori sono uniti,
si vogliono bene e sono consapevoli delle loro responsabilità davanti a Dio e agli
uomini, tutti hanno da guadagnarne: loro stessi e i figli per la loro felicità, la
società umana, la comunità della Chiesa. Allora: aiutiamoli a volersi bene!