2009-01-17 15:26:26

L’Incontro mondiale delle famiglie a Città del Messico verso la conclusione: l'editoriale di padre Federico Lombardi


Un videomessaggio del Papa sarà proiettato oggi sul sagrato della Basilica di Nostra Signora di Guadalupe al VI Incontro Mondiale delle Famiglie a Città del Messico. Domani Benedetto XVI seguirà in video collegamento la Messa conclusiva, che sarà presieduta dal Legato Pontificio, il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato. Nell’incontro che il cardinale Bertone ha avuto ieri con i vescovi del Messico ha ribadito l’importanza che la Chiesa attribuisce alla famiglia quale “cellula fondamentale della società”. Il servizio di padre Gianfranco Grieco, capo ufficio del Pontificio Consiglio per la Famiglia:RealAudioMP3


Con la veglia mariana quando a Roma saranno già le 24 e con la solenne concelebrazione eucaristica di domani mattina presieduta dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato e Legato pontificio, si concluderà il sesto Incontro mondiale delle famiglie davanti al Santuario di Nostra Signora di Guadalupe. Oltre 20 milioni di pellegrini raggiungono ogni anno questa meta mariana della patrona dell’America per rinnovare la loro scelta di fede, condire di carità la loro vita quotidiana, rinnovare la speranza in un mondo nuovo. Con l’intervento del cardinale Tarcisio Bertone, si è concluso, ieri sera, il Congresso teologico pastorale che ha avuto per tema “La famiglia formatrice ai valori umani e cristiani”. Il cardinale ha ripercorso, attualizzandolo, il magistero della Chiesa, in tema di famiglia, di giustizia e di pace. Ha auspicato che la famiglia delle Nazioni cresca e si sviluppi nel segno della giustizia e della pace: due pilastri, questi, che la sostengono, la fortificano, la rendono testimone. La giornata conclusiva del congresso teologico pastorale ha approfondito il tema della vocazione e della vocazione educatrice della famiglia. A questa vocazione, che si trasforma in missione, hanno collaborato, e collaborano, istituzioni e testimoni di ieri e di oggi che hanno dato la vita per la causa della famiglia. Nella terza tavola rotonda sono stati analizzati i requisiti che deve avere la famiglia per formarsi e per formare: aspetti quindi psicologici, spirituali, morali ed economici. Tanti risvolti di vita quotidiana da tenere sempre presenti nella loro realtà unitiva e nella priorità delle situazioni che si susseguono nella quotidianità della vita. Al tema dell’incontro si è voluto anche dare una significativa visione globale: dall’Africa all’Asia, dall’Europa all’America Latina, dall’Australia agli Stati Uniti e al Canada. Tanti i volti ed i risvolti internazionali legati alla storia, alla pietà popolare, alla cultura, alla trasmissione della fede e dei valori. La famiglia dei popoli che si è ritrovata a Città del Messico ha voluto con questo Congresso teologico pastorale, analizzare il passato, approfondire il presente e cercare di programmare il proprio futuro.
 
Momento centrale della giornata di oggi è la testimonianza che porteranno famiglie provenienti da Europa, America Latina, Asia, Africa e Stati Uniti. Daranno voce alla vita quotidiana di tanti che, pur nell’anonimato, segnano positivamente le società e le comunità ecclesiali in cui vivono. Lo faranno pregando il Rosario. Ogni famiglia, infatti, parlerà commentando uno dei cinque misteri gaudiosi, come spiega nell’intervista di Pietro Cocco, la signora Anna Friso, del Pontificio Consiglio per la Famiglia:RealAudioMP3


R. – Cominciamo con l’Annunciazione, c’è una famiglia missionaria, europea, che lascia l’Italia, un posto sicuro, un avvenire, per andare a portare l’annuncio del Vangelo là dove è già stato dimenticato, sembra dimenticato. Poi, nel secondo mistero, abbiamo Maria che va a portare conforto alla cugina Elisabetta, e questo è un richiamo, una richiesta alle comunità cristiane, a farsi carico di tutte le persone e le famiglie svantaggiate. Sarà proprio una famiglia emarginata a parlare, a testimoniare come, con l’aiuto della comunità, da un’emarginazione quasi estrema sono riusciti non solo a trovare la propria dignità, ma anche a diventare operatori di pastorale. E’ una famiglia del Guatemala, una famiglia indigena. Nel terzo mistero abbiamo la nascita di Gesù, e lì ci sono i Re Magi, ad un certo punto, che vengono dall’Oriente; e allora, come i Magi venuti dall’Oriente, invitiamo una famiglia che vive in Pakistan. Sono cristiani, in un ambiente appunto a prevalenza islamica, dove vengono, anche lì, discriminati, segnati a dito. Però non rinunciano a portare avanti la loro fede e a testimoniarla ai figli e anche alle persone intorno. E poi abbiamo la presentazione al tempio di Gesù, e siamo andati a vedere l’analogia con una famiglia africana: loro vivono appunto in un ambiente in cui ci sono tanti valori tradizionali, veramente preziosi, che non vanno sprecati. Anzi, dove si è innestato anche il cristianesimo, questi valori vengono sostenuti e illuminati. Però c’è anche il rischio che oggi magari il consumismo cancelli tutto, anche i media stessi, con l’importazione che arriva delle fiction con altri modelli. E allora questa famiglia che si prende la responsabilità di educare i figli proprio nel rispetto di queste tradizioni, ma aperti al nuovo, è veramente molto interessante.
 
D. – Fino alla quinta testimonianza, dagli Stati Uniti…
 
R. – La quinta testimonianza sono una coppia arrivata, perfetta diciamo, ma che ha trovato nel cristianesimo il grande valore da trasmettere ai figli. Sei immerso in una società che ti ha dato già tutto, però scoprono che il Vangelo, che la vita cristiana è quella che va data ai figli. Per cui si sono impegnati, anche nella testimonianza, verso gli altri. Tutto questo educa, porta i figli ad un’apertura molto bella, ed i figli stessi – che sono adesso nell’età delle scelte importanti – hanno pensato, i primi due, di scegliere proprio il campo dei media come lavoro. Si stanno specializzando nell’università di San Diego, dove appunto c’è una facoltà importante di media digitali, proprio per imparare ad usarli per l’evangelizzazione. Quindi, i figli stessi riportano questi valori per trasfonderli fuori.
 
Per una riflessione alla vigilia della conclusione di questo VI Incontro Mondiale della Famiglie, la nota del nostro direttore generale padre Federico Lombardi:RealAudioMP3
 
“Manifestare ancora una volta la bellezza e il valore della famiglia … e suscitare nuove energie in favore di questa cellula insostituibile e fondamentale della società e della Chiesa”: questi gli auspici di Benedetto XVI per l’Incontro mondiale delle famiglie a Città del Messico nell’Udienza di mercoledì 14 gennaio. Udienza in cui – non è un caso – sono state offerte al Papa alcune reliquie dei coniugi Luigi Martin e Zelia Guerin, i genitori di Santa Teresa di Lisieux, proclamati beati nell’autunno scorso. Non è la prima coppia che la Chiesa proclama solennemente modello di vita cristiana. Ricordiamo pochi anni fa la beatificazione dei coniugi romani Beltrame Quattrocchi alla presenza di tre figli, due dei quali erano venerandi sacerdoti. Il tema dell’Incontro del Messico è: “Famiglia, formatrice nei valori umani e cristiani”. Riflettiamo: Teresa di Lisieux – santa – discende da due genitori santi anche loro. Certo, non è automatico. Non basta che i genitori siano buoni perché i figli lo siano. E per fortuna anche i figli di genitori non buoni possono riuscire ottime persone. Però, non si può negare che buoni genitori aprono più facilmente ai figli la strada verso le virtù umane e cristiane. Se poi i genitori sono molto buoni, del tutto dedicati alla loro vocazione di amore, i figli crescono ogni giorno con davanti agli occhi un esempio che propone alla loro libertà gli ideali più grandi. Nel vocabolario cristiano si dice, con parola un po’ solenne, ma che non ci deve spaventare: la santità. Insomma: se i genitori sono uniti, si vogliono bene e sono consapevoli delle loro responsabilità davanti a Dio e agli uomini, tutti hanno da guadagnarne: loro stessi e i figli per la loro felicità, la società umana, la comunità della Chiesa. Allora: aiutiamoli a volersi bene!







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