Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
Domani, seconda domenica del Tempo ordinario la Liturgia propone il brano del Vangelo
in cui Gesù incontra per la prima volta Giovanni e Andrea che, lasciato Giovanni Battista,
prendono a seguirlo. Gesù allora si volta e chiede loro:
“Che cosa cercate?”.
Gli risposero: “Rabbi - che, tradotto, significa maestro -, dove dimori?”. Disse loro:
“Venite e vedrete”.
Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo
il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia all'Università
Lateranense:
(musica)
Dal
punto di vista di quel che noi siamo "l'incontro implica in primo luogo qualcosa di
imprevisto e di sorprendente; in secondo luogo implica qualcosa di reale, che ci tocca
realmente, che interessa la nostra vita. Così inteso ogni incontro è unico, le circostanze
che lo determinano non si ripeteranno più così" (L. Giussani). In questo modo si esprime
un autore contemporaneo riguardo al realismo dell'incontro.
Tutto
ciò vale in forma eminente dell'incontro di Andrea e di Giovanni con Gesù lungo il
fiume Giordano. Quell'incontro segnò per intero tutta la loro vita, al punto che Giovanni,
diversi decenni dopo, ricordava perfino l'ora: "era circa l'ora decima", le quattro
del pomeriggio.
L'incontro è una grazia, non si può
produrre. Anche per noi, come scrive l'autore citato, "l'incontro è una realtà fisica,
corporale, di tempo e di spazio, toccabile, visibile, tangibile, udibile, in cui è
presente Dio fatto uomo; di questo Dio fatto uomo tale realtà tangibile è segno" e
quindi, ancor più precisamente, sacramento.