2009-01-16 15:43:04

Violenze anticristiane in Iraq


Neppure l’Iraq riesce a trovare la pacificazione definitiva. Ai continui attentati, che colpiscono indistintamente tutta la popolazione, si aggiungono le violenze contro la minoranza cristiana: il corpo senza vita di un uomo, un cristiano di 36 anni, è stato rinvenuto ieri a Mosul, nel nord. Fonti di AsiaNews confermano che si è trattato di una vera e propria esecuzione e denunciano anche il sequestro di un altro componente della comunità locale, poi liberato dietro pagamento di un riscatto. Sulla situazione nel Paese del Golfo, ascoltiamo don Renato Sacco, delegato per l’Iraq di Pax Christi, movimento internazionale da sempre impegnato per la pace, intervistato da Giada Aquilino:RealAudioMP3
 
R. - Le notizie che io ho sono, da una parte, quelle di un’apparente tranquillità, dall’altra ho notizie di uccisioni e sequestri. Mosul è diventata il covo di tutti coloro che sono fuggiti, ad esempio da Falluja, ed è quindi una roccaforte. In più, ci sono i propositi di una divisione dell’Iraq in Stato sunnita, sciita e curdo. E’ nata questa possibilità - per fortuna non molto caldeggiata - di farne come l'enclave cristiana della piana di Ninive. Una soluzione che porterebbe ad una radicalizzazione di ogni estremismo. Mi sembra che anche le notizie di questi giorni, da Gaza e dalla Terra Santa, ci dicano che quando scendono in campo la violenza e l’estremismo, la dignità della persona viene annientata. Io invece credo che questo rischio di far pagare un conto alto ci chiede di essere ancora più vicini, di condannare ogni violenza. La violenza semina sempre violenza. E l’Iraq non è certo il terreno più tranquillo. Queste notizie non faranno che aumentare la diffidenza e l’odio. Per cui c’è davvero da sperare che non vi sia una ripercussione e che la scelta della guerra non ricada violentemente sui più deboli, come sempre succede.
 
D. - E c’è da dire che l’instabilità irachena non riguarda soltanto i cristiani, ma tutti i civili.
 
R. - Le vittime, i rapimenti, i profughi, la quotidianità della vita faticosa, riguarda un gran numero di persone. Le notizie che ho proprio di questi giorni mi dicono che a Baghdad la situazione va migliorando, si può anche uscire di casa. Certo, c'è la fatica di racimolare le cose per vivere, ci sono i costi alti della benzina o del gas e questi riguardano purtroppo tutti. 







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