E’ stata presentata all’Università Pontificia di Salamanca, dopo 30 anni di lavoro,
la prima Bibbia interconfessionale in castigliano. Esperti cattolici e protestanti
hanno tradotto la Bibbia partendo dalle lingue originali ebraica, aramaica e greca.
Per la prima volta nella storia - sottolinea L’Osservatore Romano - tutti i cristiani
che parlano spagnolo avranno a disposizione un medesimo testo di riferimento, comunemente
accettato nelle diverse posizioni teologiche. La principale difficoltà – hanno spiegato
gli studiosi – ha riguardato le differenze nella presentazione e nell’introduzione
delle note e nelle indicazioni dottrinali. Il testo, di 2200 pagine, include un vocabolario
di termini biblici ed una cronologia storico letteraria. Contiene anche tavole di
equivalenza riguardanti pesi, misure e monete, una descrizione del calendario ebraico
e mappe di orientamento sui luoghi dove si sono succeduti gli eventi narrati nella
Bibbia. Secondo il teologo Josè Manuel Sánchez Caro, docente di teologia all’Università
pontificia di Salamanca, la Bibbia interconfessionale in lingua castigliana è “una
pietra miliare” ed “uno dei grandi avvenimenti nella storia della Chiesa spagnola”.
Per il biblista e teologo protestante Josè Luis Andavert nella traduzione “non si
sono avute grandi differenze” sebbene, nella nuova pubblicazione, le note, i commenti
e le introduzioni “non sono di carattere confessionale ma storico, linguistico e letterario”.
In Spagna la Bibbia interconfessionale in castigliano si aggiunge alle edizioni nelle
lingue regionali catalana e basca. In America Latina già esiste una versione in spagnolo.
(A.L.)