I vescovi Usa al presidente Obama: impegno comune per la difesa della vita, la promozione
della pace e il sostegno alle famiglie colpite dalla crisi economica
I vescovi statunitensi assicurano al nuovo presidente Barack Obama e al nuovo Congresso
il proprio contributo, affinché la fase di cambiamento che stanno vivendo gli Stati
Uniti sia contraddistinta da un impegno comune in favore della vita umana, dei più
deboli e per la pace nel mondo. In una lettera firmata dal cardinale arcivescovo di
Chicago, Francis George, presidente dell’episcopato americano, i presuli indicano
tutte le sfide principali che il presidente Obama dovrà affrontare dal 20 gennaio
prossimo. Il servizio di Alessandro Gisotti:
I vescovi
degli Stati Uniti si augurano che la nuova amministrazione approvi delle misure “forti
e prudenti” che aiutino in particolare “le famiglie povere e i lavoratori più vulnerabili”
ad affrontare l’attuale crisi economica. L’episcopato americano chiede inoltre “una
maggiore responsabilità” per far fronte agli abusi del sistema che hanno contribuito
all’innescarsi della crisi finanziaria. Sul fronte internazionale, i presuli chiedono
“una transizione responsabile in un Iraq libero dalle persecuzioni religiose”. Pressante
è inoltre l’appello affinché si metta fine al conflitto nella Terra Santa e si costruisca
la pace nella regione. Nel documento, firmato dal cardinale George, viene inoltre
espresso l’auspicio per un rinnovato impegno dell’amministrazione di Washington nella
lotta contro l’Aids con modalità che “siano efficaci e al tempo stesso moralmente
appropriate”.
Una parte significativa della lettera
indirizzata ad Obama è dedicata alla famiglia e alla difesa della vita. Viene ribadito
il sostegno della Chiesa al matrimonio, unione esclusiva tra un uomo e una donna.
Nessun altro tipo di relazione, è il monito dei vescovi, può essere valutata in modo
equivalente al patto stretto tra un uomo e una donna nel matrimonio. I vescovi ribadiscono,
quindi, il loro impegno per la difesa della vita dei più deboli, soprattutto dei bambini
non nati, dei disabili e dei malati terminali. E chiedono con forza l’attuazione di
politiche per ridurre il numero di aborti. Ancora, sottolineano che si opporranno
a “legislazioni e altre misure volte ad espandere l’aborto”. D’altro canto, avvertono
i vescovi, sarebbe grave se si decidesse di “costringere” gli americani a finanziare
politiche abortiste con le tasse dei contribuenti.
Sempre
sul fronte interno, i presuli affermano la necessità di un sistema sanitario accessibile
a tutti con una particolare attenzione per i più disagiati. Grande rilievo viene dato
anche alla realtà degli immigrati. I vescovi definiscono “guasto” l’attuale sistema
dell’immigrazione. Auspicano così una riforma complessiva che difenda i diritti e
la dignità di tutte le persone coinvolte e che preveda un “percorso” per l’acquisizione
della cittadinanza da parte dei migranti negli Stati Uniti.