Cile: condanna dei vescovi per una sfilata di moda offensiva della Vergine
Ferma condanna della Conferenza episcopale del Cile di un presunto “evento artistico
e culturale espressione di libertà creativa”, bloccato ieri da un tribunale. L’evento
si proponeva di offrire in una discoteca della capitale una sfilata di moda, intitolata
“Vergini fashion show”, gravemente offensiva della figura della Madonna e del sentimento
religioso del popolo cileno. A giudizio dei presuli, il discusso spettacolo che, usando
l’iconografia mariana si proponeva di “illustrare una Vergine Maria con abiti moderni”,
si configura come “un attacco alla religione che in uno Stato di diritto merita invece
massimo rispetto”. Inoltre, nel caso del Cile ma anche dell’intera America Latina,
i presuli ricordano che si offende gravemente una vocazione e un sentimento mariano
profondamente radicato nell’anima dei latinoamericani di oggi e di ieri. Un sentimento
che, inoltre, fa parte dell’identità storica, antropologica e culturale di questi
popoli. “Perciò guardiamo con dolore e condanniamo tutti gli atti che cercano di umiliare
le manifestazioni di amore sincero per la Vergine Maria; atti che, osservano i vescovi,
finiscono per attentare alla dignità delle donne presentate come semplici merci e
oggetti di consumo”. La dichiarazione, che porta la firma di tutti i membri del Comitato
di presidenza, ricorda che “Maria è un modello perfetto di umanità”, una ragione in
più per “amarla ed imitarla come fedeli discepoli e missionari del suo Figlio Gesù
accogliendo sempre il suo invito a fare tutto ciò che Lui ci dica”. In Cile, da quando
tramite la stampa si è avuta conoscenza dell’offensiva iniziativa, si è aperto una
polemica e le voci, arrivate da più parti, inclusi settori non cristiani e non credenti,
sono state maggioritarie anche perché in molti ritengono che questo non abbia nulla
a che fare con ‘libertà artistica’, essendo un modo volgare di guadagnare soldi e
attirare l’attenzione dei mass-media. (L.B.)