2009-01-16 13:22:34

A Roma il primo Festival internazionale degli Itinerari dello Spirito


Al via ieri, alla Nuova Fiera di Roma, il primo Festival internazionale degli Itinerari dello Spirito “Josp Fest”. L’iniziativa riunisce pellegrini, animatori, assistenti spirituali e collaboratori dell’Opera Romana Pellegrinaggi in un incontro che mira a “celebrare” i pellegrini e a coinvolgere quanti desiderano mettersi in cammino sulle “vie dello spirito”. Ai visitatori viene, tra l’altro, offerta la possibilità di ripercorrere i tre storici itinerari di pellegrinaggio fino alle rispettive mete di Gerusalemme, Roma e Santiago de Compostela. Sull’importanza del pellegrinaggio e il significato particolare di questo inedito Festival, Luca Collodi ha intervistato padre Cesare Atuire, amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi:RealAudioMP3


R. – La cosa che noi viviamo nei pellegrinaggi diventa una trasformazione che porta le persone ad esprimere una grande gioia, perché il pellegrinaggio ci rende leggeri nello spirito, anche per volare verso Dio: così si esprime nella gioia.
 
D. – Padre Cesare Atuire, perché un Festival internazionale dedicato agli itinerari dello Spirito – quindi al pellegrinaggio – in una realtà molto laica come una fiera?
 
R. – Intanto, ci sono milioni di persone che fanno pellegrinaggi, ogni anno. Allo stesso tempo ci accorgiamo che spesso si pensa che il pellegrinaggio sia una cosa di nicchia. Io ho visto che – soprattutto in questi tempi, in cui la gente cerca punti di riferimento – il pellegrinaggio può veramente diventare una nuova frontiera d’evangelizzazione, di umanizzazione e di promozione umana. E in una fiera, dove persone si incontrano da diverse parti del mondo, perché non portare tutti gli attori in questo settore, insieme, a fare degli scambi, ad incontrarsi, a scambiare delle opinioni? Ed è proprio questa l’intenzione che c’è dietro il Josp Fest.
 
D. – In Medio Oriente, in questo momento, si combatte una guerra, ma i pellegrinaggi in Terra Santa continuano regolarmente?
 
R. – I pellegrinaggi continuano regolarmente in Terra Santa, perché la zona che noi frequentiamo – come pellegrini – non è “interessata” dalla guerra; allo stesso tempo c’è anche una missione da portare avanti, e noi siamo stati anche contattati dalle autorità palestinesi e israeliane, che ci dicevano: “I pellegrini sono messaggeri di pace e pertanto dobbiamo continuare a portare i pellegrini in Terra Santa, perché la loro presenza crea ponti di dialogo e ponti d’incontro tra le due popolazioni”.
 D. – Padre Cesare, qual è il messaggio di pace che vuole rivolgere al Medio Oriente qui, dalla Fiera di Roma?
 R. – Il messaggio è questo: Dio ci ha dato questa terra, e Dio ci ha dato la possibilità di vivere insieme e l’unica forma di poter continuare a vivere da figli di Dio è quella di sederci attorno ad un tavolo, mettere un po’ da parte i nostri pregiudizi e cercare di capirci, e creare le condizioni affinché ognuno possa realizzare la sua vocazione profonda. E questo richiede perdono, richiede riconciliazione, soprattutto richiede anche umiltà e apertura.







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