Mons. Migliore: urgente garantire la sicurezza dei civili nelle zone di guerra
La drammatica situazione a Gaza, in Congo, Iraq e Darfur dimostra che non si sta facendo
abbastanza per proteggere le popolazioni civili in aree di guerra: è la denuncia dell’arcivescovo
Celestino Migliore, intervenuto ieri al Consiglio di Sicurezza dell’Onu sul tema della
protezione dei civili nei conflitti armati. L’Osservatore permanente della Santa Sede
al Palazzo di Vetro ha sottolineato che spesso, per ragioni politiche o militari,
vengono violati i più elementari diritti dei civili, in particolare donne e bambini.
Il servizio Alessandro Gisotti:
In
questo 2009, che segna il 60.mo anniversario della Convenzione di Ginevra, la comunità
internazionale deve impegnarsi concretamente a proteggere i civili durante i conflitti
armati: è l’appello dell’arcivescovo Celestino Migliore al Consiglio di Sicurezza
dell’Onu. Quanto sta succedendo a Gaza, in Iraq, Darfur e nella Repubblica Democratica
del Congo, ha rilevato mons. Migliore, dimostra che “la sicurezza dei civili in aree
di guerra sta diventando sempre più critica”. L’osservatore vaticano all’Onu ha quindi
indicato “tre pilastri” per garantire la sicurezza della popolazione civile: “Accesso
degli aiuti umanitari, protezione speciale di donne e bambini e disarmo”.
D’altro
canto, ha sottolineato il presule, le violazioni a danno della popolazione civile
in molte parti del mondo non sono soltanto un effetto della guerra. Continuiamo, ha
costatato con amarezza, a vedere civili utilizzati deliberatamente come strumenti
per ottenere risultati politici o militari. In questi ultimi giorni, ha aggiunto,
abbiamo visto un fallimento totale nel distinguere i civili dagli obiettivi militari.
Quando le armi sono utilizzate senza adottare misure ragionevoli per evitare di colpire
i civili, quando donne e bambini sono usati come scudi umani, quando, ha avvertito
ancora, è negato l’accesso degli aiuti umanitari a Gaza, vengono distrutti i villaggi
nel Darfur e la violenza sessuale devasta la vita di donne e bambini nel Congo, risulta
tristemente chiaro che le ragioni politiche e militari passano sopra al rispetto basilare
della dignità e dei diritti delle persone e delle comunità. Mons.
Migliore ha quindi ribadito che per assicurare la protezione di civili non basta un
rinnovato impegno a rispettare le leggi umanitarie, ma è innanzitutto necessaria una
buona volontà politica. Ogni parte belligerante, ha proseguito, deve essere responsabile
della protezione degli individui e delle comunità. Il presule ha ribadito che l’aumento
delle vittime civili nei conflitti è anche conseguenza della produzione massiccia
di nuovi e sofisticati armamenti. Ha quindi ribadito l’urgenza di un Trattato per
il controllo del commercio e delle armi ed ha incoraggiato tutti gli Stati a ratificare
la Convenzione sulle bombe a grappolo, adottata recentemente.