Italia: polemiche sull'introduzione del reato di clandestinità
In Italia si discute e si polemizza dopo le misure intraprese dal governo in materia
di immigrazione. La maggioranza difende il reato di clandestinità, contenuto nel disegno
di legge sulla sicurezza, e passato ieri al Senato. Così come ribadisce, nonostante
le critiche anche dei vescovi italiani, la volontà di aumentare la tassa sul permesso
di soggiorno e di aggiungere quella sulla cittadinanza. Forti le critiche di molte
associazioni che definiscono discriminatorie queste misure. Francesca Sabatinelli
ha intervistato Antonio Russo, responsabile immigrazione per le Acli:
R. – Noi
abbiamo ribadito, nel corso di questi mesi, che ci sembra che l’Italia stia procedendo
sicuramente nella direzione della non integrazione degli immigrati perché, anche rispetto
a questi ultimi provvedimenti, non comprendiamo il motivo per il quale si introduce
questo reato di clandestinità. In verità, abbiamo anche qualche difficoltà nel comprendere
la norma perché è un provvedimento non chiaro. Cosa succederà nel momento in cui gli
immigrati pagheranno l’ammenda che pure è stata prevista dalla norma? Acquisiranno,
di fatto, il diritto di essere cittadini italiani o saranno comunque espulsi così
com’è previsto dalla norma? C’è un’incomprensione rispetto a questo argomento che
ci lascia perplessi; noi ci saremmo augurati che invece la norma andasse verso l’integrazione
degli immigrati, cittadini che contribuiscono a migliorare l’Italia; sono quelli che
normalmente accudiscono i nostri figli, i nostri anziani, sono i soggetti che lavorano,
che producono e fanno sì che anche l’economia di questo Paese migliori. Non comprendiamo
veramente questo provvedimento, come non comprendiamo il provvedimento per il quale
dovrebbero versare una tassa di 200 euro. Ricordiamo che già oggi gli immigrati pagano
una tassa di 70 euro. D. – Per riassumere: per le Acli questi
provvedimenti sono ritenuti prima di tutto inapplicabili e controproducenti perché
comunque non sono dei passi avanti verso l’integrazione che invece, secondo voi, è
la vera emergenza? R. – Secondo noi è l’emergenza; secondo noi
è anche un po’ la sfida di questo Paese, quella dell’integrazione. Stiamo di fronte
ad una negazione di diritti fondamentali degli uomini. Alcuni di questi soggetti non
hanno altre possibilità se non quella di tentare la strada dell’immigrazione. Quindi,
ripeto, anche in questo senso ci sembrerebbe che la direzione che si sta seguendo
è una direzione sbagliata.