Giornata del Migrante: i vescovi del Sudafrica esortano all’accoglienza dello straniero
Amate ed accogliete lo straniero. E’ l’esortazione dei vescovi del Sudafrica in vista
della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si festeggerà il prossimo
18 gennaio. In un messaggio diffuso per l’occasione, rivolto ai fedeli e tutte le
persone di buona volontà, i presuli citano Benedetto XVI e ricordano che in quanto
figli di Dio siamo tutti chiamati a farci carico di coloro, in particolare dei rifugiati
e degli sfollati, che si trovano in condizioni di disagio o difficoltà, di coloro
che non riescono a soddisfare le proprie esigenze perché più deboli e indifesi, di
tutte le persone che vivono in condizioni di precarietà e insicurezza, emarginate
e spesso escluse dalla società. E’ queste categorie di persone – dicono i vescovi
– che dobbiamo rivolgere la nostra attenzione prioritaria. Nel messaggio alla popolazione
i presuli del Sudafrica invitano a riflettere in particolare sulla necessità per il
Paese di intensificare l’impegno in favore dei rifugiati e degli stranieri: “se è
vero che le nostre comunità cattoliche e molte altre persone hanno risposto con generosità
alle necessità degli sfollati stranieri, dopo i terribili attentati da loro subiti,
nel maggio 2008, le successive indagini mostrano che la stragrande maggioranza di
noi ritengono che il Sudafrica sarebbe un posto migliore senza stranieri”. Un tale
atteggiamento – ammoniscono i presuli – certamente si scontra con il riconoscimento
della fratellanza di tutti gli uomini, tali in quanto figli di Dio. “Deploriamo la
mancanza di leadership da parte del governo locale ed in particolare al momento dello
scoppio della violenta crisi” aggiungono i vescovi che esprimono rammarico per il
“ritardo nel fornire protezione e aiuto alle vittime degli attacchi” e per il mancato
arresto dei responsabili delle violenze. “Il fallimento di coloro che abbiamo scelto
come nostri governanti – affermano - deve essere riconosciuto come un nostro fallimento”.
I presuli si appellano infine a tutte le nostre comunità cristiane affinché accolgano
gli stranieri “come fratelli e sorelle”, dando attuazione alle parole di Gesù: "Ero
forestiero e mi avete accolto”. (C.D.L.)