Dopo l'incontro tra Obama e Calderón, più vicina l'auspicata riforma del sistema migratorio
Usa
Dopo l’incontro ieri tra il presidente eletto degli Stati Uniti, Barak Obama, ed il
presidente del Messico, Felipe Calderón, sono in molti a pensare che con la nuova
amministrazione di Washington si aprirà una pagina nuova nella delicata e complessa
questione dell'immigrazione: potrebbe in particolare essere più vicina l'auspicata
riforma del sistema migratorio statunitense. A conclusione della settimana dal 4 al
10 gennaio, che l’episcopato statunitense ha dedicato al problema, il vescovo di Salt
Lake City (Utah) e presidente del Comitato episcopale per le migrazioni, mons. John
Charles Wester, ha lanciato una appello ai due governanti affinché insieme si possano
prendere misure adeguate per fermare gli abusi contro gli emigranti. Secondo il presule,
il fenomeno delle migrazioni illegali va affrontato in modo coordinato poiché non
si tratta di un qualcosa che riguarda solo il Paese di arrivo, ma anche gli Stati
da dove partono gli emigranti. In questo senso, occorre controllare questi flussi
applicando un alto senso umanitario e rigorosità nei confronti di coloro che praticano
il traffico umano. Esperti dell’episcopato statunitense ritengono che dal 1964 ad
oggi almeno 4 mila migranti hanno perso la vita durante il tentativo di attraversare
la frontiera tra il Messico e gli Stati Uniti. Per mons. Wester a nulla servono i
muri e le militarizzazioni: occorre invece lavorare insieme per accrescere nelle zone
confinanti lo sviluppo, l’educazione e la promozione della dignità umana. Da ricordare,
tra l’altro, che lo scorso 8 gennaio, Benedetto XVI nel suo discorso al Corpo Diplomatico
accreditato presso la Santa Sede ha auspicato “che i bisogni di coloro che emigrano
siano presi in considerazione da legislazioni che facilitino il ricongiungimento familiare
e concilino le legittime esigenze della sicurezza e quelle dell’inviolabile rispetto
della persona”. L'arcivescovo di Denver, mons. Charles Joseph Chaput si è dichiarato
a favore di un'immigrazione ordinata e di una riforma integrale delle leggi e delle
politiche migratorie al termine della Settimana Nazionale delle Migrazioni degli Stati
Uniti. Commentando l'importanza dell'evento, secondo quanto riferisce l'agenzia Zenit,
mons. Chaput ha constatato che il tema dell'immigrazione “è stato un punto scottante
prima delle elezioni e ampiamente dibattuto durante la campagna”. “La nostra Chiesa
- ha aggiunto - è a favore di un'immigrazione ordinata e per una riforma integrale
del sistema migratorio, in modo che le nostre frontiere siano difese e tutto il mondo
sia rispettato. Questi due principi sono molto importanti per una comprensione cattolica
della migrazione che si radica sulla convinzione cristiana che tutti noi siamo migranti
alla ricerca della nostra patria celeste”. “Dobbiamo comprendere - ha concluso mons.
Chaput - che il nostro Paese ha il dovere di difendere le sue frontiere, il dovere
di accogliere quanti migrano legalmente e la responsabilità di affrontare con giustizia
i difetti delle leggi e delle politiche migratorie”. (A cura di Luis Badilla)