2009-01-13 14:19:27

Dopo l'incontro tra Obama e Calderón, più vicina l'auspicata riforma del sistema migratorio Usa


Dopo l’incontro ieri tra il presidente eletto degli Stati Uniti, Barak Obama, ed il presidente del Messico, Felipe Calderón, sono in molti a pensare che con la nuova amministrazione di Washington si aprirà una pagina nuova nella delicata e complessa questione dell'immigrazione: potrebbe in particolare essere più vicina l'auspicata riforma del sistema migratorio statunitense. A conclusione della settimana dal 4 al 10 gennaio, che l’episcopato statunitense ha dedicato al problema, il vescovo di Salt Lake City (Utah) e presidente del Comitato episcopale per le migrazioni, mons. John Charles Wester, ha lanciato una appello ai due governanti affinché insieme si possano prendere misure adeguate per fermare gli abusi contro gli emigranti. Secondo il presule, il fenomeno delle migrazioni illegali va affrontato in modo coordinato poiché non si tratta di un qualcosa che riguarda solo il Paese di arrivo, ma anche gli Stati da dove partono gli emigranti. In questo senso, occorre controllare questi flussi applicando un alto senso umanitario e rigorosità nei confronti di coloro che praticano il traffico umano. Esperti dell’episcopato statunitense ritengono che dal 1964 ad oggi almeno 4 mila migranti hanno perso la vita durante il tentativo di attraversare la frontiera tra il Messico e gli Stati Uniti. Per mons. Wester a nulla servono i muri e le militarizzazioni: occorre invece lavorare insieme per accrescere nelle zone confinanti lo sviluppo, l’educazione e la promozione della dignità umana. Da ricordare, tra l’altro, che lo scorso 8 gennaio, Benedetto XVI nel suo discorso al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede ha auspicato “che i bisogni di coloro che emigrano siano presi in considerazione da legislazioni che facilitino il ricongiungimento familiare e concilino le legittime esigenze della sicurezza e quelle dell’inviolabile rispetto della persona”. L'arcivescovo di Denver, mons. Charles Joseph Chaput si è dichiarato a favore di un'immigrazione ordinata e di una riforma integrale delle leggi e delle politiche migratorie al termine della Settimana Nazionale delle Migrazioni degli Stati Uniti. Commentando l'importanza dell'evento, secondo quanto riferisce l'agenzia Zenit, mons. Chaput ha constatato che il tema dell'immigrazione “è stato un punto scottante prima delle elezioni e ampiamente dibattuto durante la campagna”. “La nostra Chiesa - ha aggiunto - è a favore di un'immigrazione ordinata e per una riforma integrale del sistema migratorio, in modo che le nostre frontiere siano difese e tutto il mondo sia rispettato. Questi due principi sono molto importanti per una comprensione cattolica della migrazione che si radica sulla convinzione cristiana che tutti noi siamo migranti alla ricerca della nostra patria celeste”. “Dobbiamo comprendere - ha concluso mons. Chaput - che il nostro Paese ha il dovere di difendere le sue frontiere, il dovere di accogliere quanti migrano legalmente e la responsabilità di affrontare con giustizia i difetti delle leggi e delle politiche migratorie”. (A cura di Luis Badilla)







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