2009-01-10 15:19:48

“La forza del diritto contro la barbarie del diritto della forza": così il cardinale Bertone all’inaugurazione dell’Anno giudiziario in Vaticano. La relazione del prof. Picardi


La Santa Messa con l’Omelia del cardinale Tarcisio Bertone e la relazione del promotore di giustizia Nicola Picardi: questi i momenti chiave della cerimonia di inaugurazione del nuovo Anno giudiziario vaticano, alla presenza delle massime autorità giudiziarie italiane. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3
 

La storia dei sistemi normativi in Vaticano a partire dal 1929, anno dei Patti Lateranensi: l’ha ripercorsa il prof. Picardi sottolineando che si celebrerà presto l’80.mo anniversario. Per poi soffermarsi sulla “recentissima legge che ha avuto molte contestazioni”. Si tratta della legge datata 1 ottobre 2008 e in vigore dal primo gennaio. Smentendo alcune speculazioni dei media, il prof. Nicola Picardi ha ricordato la sostanza della nuova legge:

 
“La legge delle fonti sostituisce una legge delle fonti numero due del ‘29. Nello Stato Vaticano, non c’è una costituzione formale, quindi non c’è un procedimento legislativo capace di irrigidire una parte della normativa. Tutte le leggi dello Stato hanno la stessa natura. Tuttavia, si distinguevano nel ’29 e si distinguono ancora, fonti principali e fonti sussidiarie. Le fonti principali: l’ordinamento canonico, leggi fondamentali dello Stato, altre leggi e decreti emanati dalla Città del Vaticano. In più, oggi, l’ordinamento giuridico vaticano si conforma alle norme di diritto internazionale generale e a quelle derivanti dai Trattati e dagli accordi, di cui la Santa Sede è parte. E poi esistono le fonti sussidiarie. Le fonti sussidiarie sono la legge e gli atti normativi emanati dallo Stato Italiano, sempre che risultino applicabili in concreto nella Città del Vaticano e comunque, previo recepimento”.

 
E il prof. Picardi ricorda i punti fermi da soddisfare perché le normative italiane vengano recepite:

 
“Non devono andar contro i precetti del diritto divino; non devono violare i principi generali del diritto canonico; non devono essere in contrasto con i Patti Lateranensi ed i successivi accordi. Proprio in questi giorni – non credo che sia ancora finita perché fino a ieri i giornali erano pieni di polemiche su questo punto – si è creduto che la nuova legge abbia prodotto il passaggio dal principio della recezione automatica della legislazione italiana, dell’Ordinamento vaticano che sarebbe stata prevista dal ’29, alla necessità di un previo recepimento di ogni singola normativa da parte delle competenti autorità vaticane. E se ne è dedotto che lo Stato vaticano ha mutato orientamento ed oggi vorrebbe elevare i principi della Chiesa ad unico criterio di legittimazione non solo delle leggi italiane ma addirittura, qualcuno ha detto, nelle leggi mondiali. A giudizio di questo ufficio ... la polemica si basa su un falso presupposto”.

C’è una smentita importante: “Non è vero – afferma Picardi – che la legge del ’29 avesse previsto una ricezione automatica della legge italiana”: "quindi non è cambiato nulla sotto questo aspetto.” E ricorda pertanto norme non recepite:

 
“Non furono mai recepiti in Vaticano i testi unici di pubblica sicurezza. Non furono mai recepite le leggi razziali, non furono recepiti i codici Rocco, Penale e Procedura penale. Se fossero stati automaticamente recepiti nell’ordinamento vaticano ci sarebbe stato, ci doveva essere, un provvedimento di esclusione. Non c’è stato e non ci doveva essere perché non sono mai entrati e quindi non potevano essere esclusi. Il provvedimento non c’è stato e non doveva essere emanato. Altre volte, invece, per dimostrare il contrario, il legislatore vaticano ha fatto un rinvio alla legge italiana. Faccio due esempi: legge del 28 giugno ‘93, sulle persone giuridiche civili: qui ha fatto non solo il rinvio e ha detto che recepiva la legge italiana alle successive modifiche che si sarebbero verificate nel tempo, quindi un rinvio libero e mobile. Infatti si legge: le eventuali modifiche ed evoluzione della legislazione in materia si intenderanno in futuro, automaticamente, recepite. Ecco che automaticamente significa automaticamente nel rinvio libero ma non nel rinvio recettizio. La stessa cosa dicasi per il decreto 14 maggio ‘96, sullo smaltimento dei rifiuti: anche qui un rinvio mobile. In sostanza, a giudizio di questo ufficio, nulla è cambiato con il passaggio dalla vecchia alla nuova normativa.”

 
In definitiva il prof. Picardi focalizza la reale novità relativa ai codici:

 
“Le limitazioni sono le stesse che c’erano nella vecchia normativa ma con una sola in più perché prima erano dieci ed adesso sono 11 le limitazioni. L’undicesima è costituita dai rapporti di lavoro che restano riservati alla normativa vaticana ed abbiamo una normativa recentissima.”

Nella relazione del prof. Picardi non manca il rendiconto dell’attività giudiziaria nel 2008: 1255 processi sopravvenuti e 1240 eliminati. Ma le considerazioni importanti da fare non sono sulla quantità ma sulla qualità, spiega Picardi: le cause giudiziarie sono sempre più complesse e caratterizzate da vincoli di interdipendenza. E’ proprio il contenzioso che si presenta sempre più complicato. Niente di sorprendente nell’era della globalizzazione – dice Picardi - e in particolare per uno Stato che proprio per la sua piccola dimensione si fa transnazionale. Sul piano internazionale, dunque, ricorda l’accettazione del Vaticano nell’Interpool avvenuta nel 2008 e auspica per il futuro lo stesso per l’agenzia europea Eurojust che da sei anni svolge attività contro il terrorismo.

 
C’è poi da ricordare la riflessione del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone alla Messa per l’inaugurazione dell’Anno giudiziario: “Ciò che deve guidare coloro che operano nel campo della giustizia – ha raccomandato - non è la soddisfazione personale, ma la tutela del bene comune”. Bene comune, armonia fra le persone, opzione in favore del più debole: sono i punti fermi – spiega il cardinale Bertone - quando si parla di amore e di giustizia. E il segretario di Stato ricorda che la “legge è da sempre la forza di chi è più debole, ha cioè in sé la forza del diritto, che fa superare la barbarie del diritto della forza”. Quanti a titolo diverso sono “amministratori” dell’umana giustizia – afferma – “siano sempre rispettosi della verità e attenti a tutte le esigenze della dignità dell’uomo”. “Il principio dell’amore alla persona umana – ricorda - costituisce fondamento di ogni ordinamento sociale e giuridico”. Dunque, bene comune, centralità della persona, verità. C’è bisogno però di guardare anche oltre la dimensione umana: del “timor di Dio”: cioè “la consapevolezza di rispondere ad una giustizia superiore”. Il cardinale Bertone mette subito in luce quello che definisce “un reale pericolo ai danni della solidarietà”: “l’individualismo moderno di cui l’odierna ideologia del nichilismo – sottolinea - rappresenta l’espressione più nefasta”. “Di conseguenza – aggiunge il cardinale Bertone - l’esistenza umana viene a perdere di significato e ad assumere il valore contingente del calcolo economico”. Il cardinale parla di “alienazione” e di effetti pesanti come “la non curanza per qualsiasi forma di sana tradizione, il disinteresse per i doveri provenienti dalle varie forme di vita associativa, l’indifferenza ai doveri della giustizia e della solidarietà umana”.







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