“La forza del diritto contro la barbarie del diritto della forza": così il cardinale
Bertone all’inaugurazione dell’Anno giudiziario in Vaticano. La relazione del prof.
Picardi
La Santa Messa con l’Omelia del cardinale Tarcisio Bertone e la relazione del promotore
di giustizia Nicola Picardi: questi i momenti chiave della cerimonia di inaugurazione
del nuovo Anno giudiziario vaticano, alla presenza delle massime autorità giudiziarie
italiane. Il servizio di Fausta Speranza:
La
storia dei sistemi normativi in Vaticano a partire dal 1929, anno dei Patti Lateranensi:
l’ha ripercorsa il prof. Picardi sottolineando che si celebrerà presto l’80.mo anniversario.
Per poi soffermarsi sulla “recentissima legge che ha avuto molte contestazioni”. Si
tratta della legge datata 1 ottobre 2008 e in vigore dal primo gennaio. Smentendo
alcune speculazioni dei media, il prof. Nicola Picardi ha ricordato
la sostanza della nuova legge:
“La legge delle fonti
sostituisce una legge delle fonti numero due del ‘29. Nello Stato Vaticano, non c’è
una costituzione formale, quindi non c’è un procedimento legislativo capace di irrigidire
una parte della normativa. Tutte le leggi dello Stato hanno la stessa natura. Tuttavia,
si distinguevano nel ’29 e si distinguono ancora, fonti principali e fonti sussidiarie.
Le fonti principali: l’ordinamento canonico, leggi fondamentali dello Stato, altre
leggi e decreti emanati dalla Città del Vaticano. In più, oggi, l’ordinamento giuridico
vaticano si conforma alle norme di diritto internazionale generale e a quelle derivanti
dai Trattati e dagli accordi, di cui la Santa Sede è parte. E poi esistono le fonti
sussidiarie. Le fonti sussidiarie sono la legge e gli atti normativi emanati dallo
Stato Italiano, sempre che risultino applicabili in concreto nella Città del Vaticano
e comunque, previo recepimento”.
E il prof. Picardi
ricorda i punti fermi da soddisfare perché le normative italiane vengano recepite:
“Non
devono andar contro i precetti del diritto divino; non devono violare i principi generali
del diritto canonico; non devono essere in contrasto con i Patti Lateranensi ed i
successivi accordi. Proprio in questi giorni – non credo che sia ancora finita perché
fino a ieri i giornali erano pieni di polemiche su questo punto – si è creduto che
la nuova legge abbia prodotto il passaggio dal principio della recezione automatica
della legislazione italiana, dell’Ordinamento vaticano che sarebbe stata prevista
dal ’29, alla necessità di un previo recepimento di ogni singola normativa da parte
delle competenti autorità vaticane. E se ne è dedotto che lo Stato vaticano ha mutato
orientamento ed oggi vorrebbe elevare i principi della Chiesa ad unico criterio di
legittimazione non solo delle leggi italiane ma addirittura, qualcuno ha detto, nelle
leggi mondiali. A giudizio di questo ufficio ... la polemica si basa su un falso presupposto”. C’è una smentita importante: “Non è vero – afferma Picardi – che la legge
del ’29 avesse previsto una ricezione automatica della legge italiana”: "quindi non
è cambiato nulla sotto questo aspetto.” E ricorda pertanto norme non recepite:
“Non
furono mai recepiti in Vaticano i testi unici di pubblica sicurezza. Non furono mai
recepite le leggi razziali, non furono recepiti i codici Rocco, Penale e Procedura
penale. Se fossero stati automaticamente recepiti nell’ordinamento vaticano ci sarebbe
stato, ci doveva essere, un provvedimento di esclusione. Non c’è stato e non ci doveva
essere perché non sono mai entrati e quindi non potevano essere esclusi. Il provvedimento
non c’è stato e non doveva essere emanato. Altre volte, invece, per dimostrare il
contrario, il legislatore vaticano ha fatto un rinvio alla legge italiana. Faccio
due esempi: legge del 28 giugno ‘93, sulle persone giuridiche civili: qui ha fatto
non solo il rinvio e ha detto che recepiva la legge italiana alle successive modifiche
che si sarebbero verificate nel tempo, quindi un rinvio libero e mobile. Infatti si
legge: le eventuali modifiche ed evoluzione della legislazione in materia si intenderanno
in futuro, automaticamente, recepite. Ecco che automaticamente significa automaticamente
nel rinvio libero ma non nel rinvio recettizio. La stessa cosa dicasi per il decreto
14 maggio ‘96, sullo smaltimento dei rifiuti: anche qui un rinvio mobile. In sostanza,
a giudizio di questo ufficio, nulla è cambiato con il passaggio dalla vecchia alla
nuova normativa.”
In definitiva il prof. Picardi
focalizza la reale novità relativa ai codici:
“Le
limitazioni sono le stesse che c’erano nella vecchia normativa ma con una sola in
più perché prima erano dieci ed adesso sono 11 le limitazioni. L’undicesima è costituita
dai rapporti di lavoro che restano riservati alla normativa vaticana ed abbiamo una
normativa recentissima.” Nella relazione del prof. Picardi
non manca il rendiconto dell’attività giudiziaria nel 2008: 1255 processi sopravvenuti
e 1240 eliminati. Ma le considerazioni importanti da fare non sono sulla quantità
ma sulla qualità, spiega Picardi: le cause giudiziarie sono sempre più complesse e
caratterizzate da vincoli di interdipendenza. E’ proprio il contenzioso che si presenta
sempre più complicato. Niente di sorprendente nell’era della globalizzazione – dice
Picardi - e in particolare per uno Stato che proprio per la sua piccola dimensione
si fa transnazionale. Sul piano internazionale, dunque, ricorda l’accettazione del
Vaticano nell’Interpool avvenuta nel 2008 e auspica per il futuro lo stesso per l’agenzia
europea Eurojust che da sei anni svolge attività contro il terrorismo.
C’è
poi da ricordare la riflessione del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone
alla Messa per l’inaugurazione dell’Anno giudiziario: “Ciò che deve guidare coloro
che operano nel campo della giustizia – ha raccomandato - non è la soddisfazione personale,
ma la tutela del bene comune”. Bene comune, armonia fra le persone, opzione in favore
del più debole: sono i punti fermi – spiega il cardinale Bertone - quando si parla
di amore e di giustizia. E il segretario di Stato ricorda che la “legge è da sempre
la forza di chi è più debole, ha cioè in sé la forza del diritto, che fa superare
la barbarie del diritto della forza”. Quanti a titolo diverso sono “amministratori”
dell’umana giustizia – afferma – “siano sempre rispettosi della verità e attenti a
tutte le esigenze della dignità dell’uomo”. “Il principio dell’amore alla persona
umana – ricorda - costituisce fondamento di ogni ordinamento sociale e giuridico”.
Dunque, bene comune, centralità della persona, verità. C’è bisogno però di guardare
anche oltre la dimensione umana: del “timor di Dio”: cioè “la consapevolezza di rispondere
ad una giustizia superiore”. Il cardinale Bertone mette subito in luce quello che
definisce “un reale pericolo ai danni della solidarietà”: “l’individualismo moderno
di cui l’odierna ideologia del nichilismo – sottolinea - rappresenta l’espressione
più nefasta”. “Di conseguenza – aggiunge il cardinale Bertone - l’esistenza umana
viene a perdere di significato e ad assumere il valore contingente del calcolo economico”.
Il cardinale parla di “alienazione” e di effetti pesanti come “la non curanza per
qualsiasi forma di sana tradizione, il disinteresse per i doveri provenienti dalle
varie forme di vita associativa, l’indifferenza ai doveri della giustizia e della
solidarietà umana”.