Caritas Internationalis denuncia la difficile situazione dello Zimbabwe
Caritas Internationalis lancia un appello al mondo per denunciare la situazione nello
Zimbabwe, dove circa cinque milioni di persone, la metà della popolazione, riescono
a sopravvivere soltanto grazie agli aiuti umanitari. Ogni mese l’organizzazione porta
nel Paese africano razioni di cibo che sfamano 164mila persone, pasti per 88mila bambini
che frequentano la scuola, e provvede alla formazione agricola in circa 4600 abitazioni.
Ma nonostante ciò, soltanto a una percentuale compresa tra il 5 e il 10% del totale
della popolazione, arrivano gli aiuti: la maggior parte, per sopravvivere, è costretta
a raccogliere prodotti selvatici, a vendere i propri animali o i beni familiari e,
nel peggiore dei casi, a prostituirsi. Un’indagine condotta dalla Caritas a livello
nazionale, tra ottobre e novembre 2008, ha evidenziato che il 70-90% delle famiglie
che lavorano, riescono appena a procurarsi il cibo e l’organizzazione si aspetta che
la situazione peggiori ulteriormente da questo mese fino a marzo, quando sopraggiunge
il picco della “stagione della fame”. Si calcola che già 200 bambini abbiano avuto
svenimenti a scuola a causa della mancanza di nutrimento. Le categorie più a rischio,
ovviamente, sono donne, bambini e anziani, specialmente nelle regioni di Masvingo,
Bulawayo e Hwange, seguite da Gokwe, Mutare e Gweru, quindi Harare e Chinhoyi. A peggiorare
la situazione, un’epidemia di colera che negli ultimi cinque mesi ha ucciso oltre
1700 persone, su 36mila casi registrati. Per ostacolare il contagio, Caritas si è
impegnata a fornire a 16mila case, l’accesso all’acqua corrente e a portare nozioni
mediche di base a cinquemila persone. (R.B.)