2009-01-10 15:28:58

Appello di Abu Mazen per la fine dei combattimenti a Gaza


Diplomazia internazionale al lavoro per fermare le violenze nella Striscia di Gaza. Al Cairo prosegue l’iniziativa egiziana mentre sul terreno si segnalano scontri alla periferia di Gaza City. La cronaca di queste ultime ore, nel servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3


Dopo il no di Israele e Hamas alla risoluzione Onu per cessate il fuoco, le speranze della comunità internazionale sono tutte riposte sull’iniziativa diplomatica dell’Egitto. Oggi al Cairo il presidente egiziano Mubarak ha incontrato il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen, che ha ribadito la sua richiesta per un cessate il fuoco immediato, ha ammonito Israele ad accettare il piano egiziano e si è detto favorevole al dispiegamento di un contingente internazionale all’interno alla Striscia di Gaza. A raffreddare l'idea è intervenuto però il portavoce del ministero degli Esteri egiziano, secondo cui finora non ci sono state iniziative concrete per l'allestimento di una forza multinazionale nell'area. Nella capitale egiziana sono giunte anche due delegazioni di Hamas che domani dovrebbero comunicare la valutazione sull'iniziativa franco-egiziana per il raggiungimento di una tregua definitiva. In realtà, secondo le indiscrezioni riportate dal britannico Times, le diplomazie starebbero lavorando per permettere il ritorno a Gaza dell'Anp e l'invio di osservatori internazionali. Sul terreno intanto sono in corso, per il quarto giorno consecutivo, le tre ore di tregua per consentire la distribuzione di beni di prima necessità da parte dell’Onu che ha ripreso l'intervento umanitario. Per l'intera notte e anche questa mattina sono proseguite però le incursioni aeree israeliane su ogni settore della Striscia: una quarantina i raid che hanno preso di mira postazioni missilistiche, arsenali e tunnel per il contrabbando di armi. Combattimenti si sono segnalati anche a terra, e si registra la presenza dei soldati israeliani alla periferia di Gaza City. Continua anche il fitto lancio di razzi sul sud dello Stato Ebraico. Il bilancio di questa prima parte del 15.mo giorno dell’operazione “Piombo fuso”, parla di quindici miliziani di Hamas e otto civili palestinesi rimasti uccisi e cinque soldati israeliani feriti. Oltre 800 le vittime dall’inizio dell’offensiva.  
Ma come sta vivendo la popolazione della Striscia di Gaza? Sentiamo la testimonianza di un’insegnante cristiana - per sicurezza preferisce mantenere l’anonimato - che vive a Gaza City, raggiunta telefonicamente da Gabriella Ceraso:RealAudioMP3


R. – Male, molto male: bombardano dappertutto, tutta la notte e tutto il giorno, non c’è un posto sicuro, è proprio terribile. C’è una ragazza che è cristiana, nostra vicina, di 15 anni: è morta dalla paura.
 
D. – Nelle ore di tregua che cosa potete fare?
 
R. – Andiamo fuori per prendere qualcosa da mangiare, o l’acqua; per dodici giorni non abbiamo avuto elettricità.
 
D. – E’ così immediata la ripresa dei combattimenti, appena finisce la tregua?
 
R. – Alle quattro ed un minuto riprendono di nuovo.
 
D. – E voi che cosa fate?
 
R. – Niente, siamo a casa, non possiamo andare da nessuna parte; abbiamo sempre paura. E preghiamo: preghiamo la Madonna, preghiamo il Rosario; sento che la Madonna è veramente con noi. Solo Dio può fare qualcosa.
 
D. – Tu vivi in una zona in cui non ci sono altri cristiani, sei tra i musulmani: qual è la vita tra voi, in questi giorni di difficoltà?
 
R. – Veramente noi proviamo ad amare tutti, ogni persona che possiamo. Per esempio, se noi abbiamo qualcosa di più, lo diamo a chi gli manca quella cosa, e anche loro hanno sentito quest’amore e rispondono, ed è bello, molto, molto bello, è veramente un’esperienza stupenda. Prima, per esempio, eravamo ognuno chiuso nella sua casa; adesso ognuno visita l’altro, chiede cosa manca, cosa può fare per l'altro.
 
D. – Per le strade che cosa c’è?
 
R. – I soldati non sono entrati fin qui; le strade sono quasi vuote. C’è un supermarket che ha aperto, alcune macchine, ma non è una vita normale. Non sappiamo veramente che giorno è oggi.
 
D. – Pensate che i soldati arriveranno?
 
R. – Sì, adesso non c’è niente che non è possibile. Non capiamo niente, veramente, di questa guerra. Io dico che devono smettere.
 
D. – E’ possibile trovare un accordo?
 
R. – Sì, è possibile. Se vogliono, tutti e due, è possibile. Io accuso tutti e due di questa tragedia.







All the contents on this site are copyrighted ©.