2009-01-08 15:34:41

L'Ue tratta con Russia e Ucraina per sbloccare la crisi del gas


Dopo il blocco da parte della Russia della fornitura di gas all’Ucraina, che ha colpito anche i Paesi europei, iniziano le trattative per risolvere il braccio di ferro sul prezzo del combustibile tra Mosca e Kiev. Nella notte, si sono incontrati il presidente di Gazprom, Miller, e il presidente di Naftogaz Ucraina. Oggi Miller incontra a Bruxelles il commissario Ue all’energia, Piebalgs, e domani si riunirà il “Gruppo europeo di coordinamento sul gas”, formato da 27 esperti dei Paesi dell’Unione europea, per decidere quali misure prendere per far fronte al blocco nelle forniture di gas che sta colpendo l’Europa centrale, ma anche la Serbia e altre Repubbliche dell’ex Jugoslavia. L’Unione europea fa sapere di essere pronta ad inviare subito osservatori in Russia e Ucraina. L’Italia, colpita dalla sospensione di fornitura rassicura di avere scorte sufficienti almeno fino al 26 gennaio. Ma quali sono le motivazioni che ci sono dietro la guerra del gas tra Russia e Ucraina? Federico Piana lo ha chiesto ad Edgardo Curcio, presidente dell’Associazione italiana economisti dell’energia:RealAudioMP3


R. - La Russia non vede di buon occhio la nuova presidenza ucraina, rappresentata da Viktor Juščenko, che il Cremlino vuole sconfiggere per la volontà del presidente ucraino di far entrare l’Ucraina nella Nato, nell’Unione Europea, e quindi in orbita filoccidentale.

 
D. - Non c’è la voglia di colpire anche l’Occidente - in questo caso anche l’Europa - da parte di Mosca?

 
R. - Qualcuno ha visto anche questa possibilità. Personalmente, non credo ci sia una voglia di far valere la propria preminenza energetica e politica. C’è una lotta anche di gasdotti, in questo momento: in progettazione ci sono grandi cifre di investimento che sono state messe sul tavolo, che vanno pesate proprio per vedere dove andrà a finire la costruzione di nuovi gasdotti dei quali l’Europa ha bisogno.

 
D. - Molti parlano, in queste ore, di tornare al nucleare: è possibile, secondo lei?

 
R. - Sì, con molta criticità, saggezza, e tenendo presente tutti i problemi che abbiamo di fronte. Altrimenti, ci troveremo - forse nel 2020 - di fronte a un’altra crisi del petrolio, del gas, che forse non mancherà perché c’è la guerra, ma forse perché ci saranno delle difficoltà di esaurimento di riserve nelle aree più importanti. Dunque, apertura al nucleare con grande giudizio, considerando i problemi che ci sono per quanto riguarda le scorie, per quanto riguarda i siti, per quanto riguarda le tecnologie. Ma il contributo che il nucleare potrà dare al nostro Paese - a partire dal 2020 in poi - sarà pur sempre modesto rispetto a quella che è la domanda di energia del Paese.

 
D. - Questa crisi tra Russia e Ucraina finirà oppure no?

 
R. - Mi auguro che adesso si trovi un accordo tra le parti. Intendiamoci, l’Europa è molto interessata ad aiutare l’Ucraina anche sul piano economico, finanziario: le ha fatto un prestito, probabilmente cercherà di aiutarla a pagare questo debito. Certo, la dipendenza da pochi fornitori mostra sempre che quello della sicurezza è uno dei problemi centrali - l’approvvigionamento energetico – di un Paese come il nostro, che non ha risorse e che dipende essenzialmente, per l’85%, da forniture esterne.

 
Iraq
Sei soldati iracheni sono morti e almeno altri tre sono rimasti feriti la notte scorsa, in seguito all'esplosione di due bombe avvenuta al loro passaggio in una località nei pressi della città centro-orientale di Jalawlaa. I due ordigni sono stati fatti esplodere probabilmente con un telecomando, mentre due auto dell'esercito iracheno transitavano vicino al villaggio, a circa 150 km a nord-est di Baghdad, non lontano dal confine con l'Iran.

Iran
Una persona è morta e diverse altre sono rimaste ferite in Iran, quando un uomo ha lanciato una bomba contro un gruppo di fedeli riuniti per una cerimonia in occasione della ricorrenza sciita dell'Ashura. Lo scrive oggi l'agenzia Mehr, precisando che l'episodio è avvenuto ieri sera. “Un mercenario degli stranieri” riferisce l'agenzia, ha lanciato una bomba durante il raduno che si svolgeva nella città di Torbat-e-Jam, nel nord-est del Paese, vicino al confine con l'Afghanistan. L'uomo è poi riuscito a fuggire. Quattro dei feriti sono in gravi condizioni. In Iran, oltre il 90 per cento della popolazione è sciita e lo Stato è retto da un sistema religioso appartenente a questa confessione. Ma minoranze sunnite sono presenti nelle aree di confine del Paese, tra le quali quella dove è avvenuto l'attentato. L'Ashura è la ricorrenza religiosa più importante per gli sciiti, che in questa data ricordano il martirio del loro terzo imam, Hossein, nipote di Maometto, ucciso dai sunniti nell'anno 680 dell'era cristiana a Kerbala, nell'attuale Iraq.

Nepal
Ricercare le ragazze scomparse vendute dalle loro famiglie come domestiche. È quanto chiede l’agenzia delle Nazioni Unite per i diritti umani al governo nepalese. In Nepal, nella comunità di Tharu, nell’ovest del Paese, tradizionalmente le ragazze vengono vendute per l’equivalente di 20 dollari, e costrette poi a lavorare senza paga anche per 20 ore al giorno. Al governo, che già aveva abolito questa pratica otto anni fa, l’Onu chiede ora di adoperarsi per cercare e liberare le migliaia di giovani ancora impiegate in questo modo.

Delegazione italiana a Nairobi per le suore rapite
L'onorevole Margherita Boniver è arrivata nella tarda serata di ieri a Nairobi e stamani ha già avviato una serie di incontri al massimo livello con autorità governative keniane e del governo federale di transizione (Tfg) somalo. Boniver è in missione in qualità di inviato personale del ministro degli Esteri, Franco Frattini, per sollevare il problema delle due suore missionarie italiane (Caterina Giraudo e Maria Teresa Oliveiro) rapite lo scorso 19 novembre ad El Wak, in Kenya, quasi a cavallo col confine somalo, confine che di fatto non esiste. Gli appuntamenti della Boniver prevedono incontri con Najib Balala, ministro del Turismo keniano, con Moses Wetung'ula, ministro degli Esteri, con Nur Hassan Hussein, primo ministro del Tfg, e con Raila Odinga, premier keniano. La rappresentante italiana avrà anche una colazione di lavoro col presidente ad interim somalo, lo speaker del p,arlamento Shek Aden Mabode. Infine, nel pomeriggio, Margherita Boniver incontrerà anche Sharif Hassan, presidente dell'Alleanza per la Ri-Liberazione della Somalia, la componente moderata dell'opposizione islamica che dialoga col Tfg.

Ondata maltempo in Cina
Un'ondata di freddo particolarmente violenta nelle regioni meridionali del Paese fa temere che in Cina possa ripetersi il dramma dell'anno scorso, quando migliaia di immigrati restarono bloccati nelle stazioni e negli aeroporti in occasione del Capodanno lunare. Quest'anno la situazione alla vigilia delle vacanze di Capodanno - che iniziano il 25 gennaio - è aggravata dalla crisi economica. Molte stazioni sono già piene di immigrati che tornano ai luoghi di origine non per festeggiare l'anno nuovo ma perchè sono rimasti senza lavoro. L'anno scorso, temperature nettamente più basse della media provocarono massicci black out di corrente e gelate sulle strade e negli aeroporti della Cina meridionale. Quest'anno, secondo l'agenzia Nuova Cina, sono state bloccate alcune autostrade nelle province dell'Hunan e dell'Hebei. La situazione potrebbe diventare critica in altre province tra cui il Guangdong, la regione industrializzata del sud - simbolo del “miracolo” cinese - dove centinaia di fabbriche hanno chiuso i battenti. L'agenzia Nuova Cina riferisce che il Ministero della pubblica sicurezza ha ordinato alla polizia di tenersi pronta ad “attivare piani di emergenza” in caso di “problemi al sistema dei trasporti provocati dal cattivo tempo”. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

 

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 8

 
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