Kosovo: la Chiesa cattolica in difesa dei diritti di tutte le minoranze
La piccola, ma stabile comunità cattolica del Kosovo, vuole svolgere un ruolo di mediazione
nelle perduranti tensioni tra la minoranza serba ortodossa e la maggioranza albanese
musulmana. È quanto ha ribadito all’agenzia ecumenica Eni, il cancelliere dell’amministrazione
apostolica di Prizren Shan Zefi, confermando una recente dichiarazione dell’amministratore
apostolico mons. Dodë Gjergji. “Tutte le comunità, che si tratti di albanesi o serbi,
dovrebbero godere degli stessi diritti e doveri nel Paese. Anche se siamo una piccola
minoranza, la nostra Chiesa avrà come missione speciale quella di mediare tra le popolazioni
ortodosse e musulmane”, ha affermato Zefi, aggiungendo che la Chiesa locale nutre
grandi speranze per il futuro del nuovo Stato. In una dichiarazione rilasciata il
mese scorso all’agenzia Sir, anche mons. Dodë Gjergji aveva evidenziato come la Chiesa
nel Kosovo intenda continuare il suo impegno in difesa dei diritti di tutte le comunità
etniche e religiose e per risolvere in modo pacifico e nel rispetto reciproco le tensioni
etniche nel nuovo Stato. Pur costituendo appena il 3,5 per cento della popolazione,
i 70mila cattolici del Kosovo sono abbastanza ben rappresentati nell’amministrazione
pubblica e nell’attuale governo che annovera diversi ministri cattolici. (L.Z.)