India: collaborazione Chiesa-governo nell'assistenza ai malati di Aids
Il Centro Jeevodaya era un lebbrosario gestito dai sacerdoti Pallottini nella diocesi
di Raipur. Oggi accoglie anche malati di Aids e di tubercolosi. Alla recente inaugurazione
delle nuove strutture del Centro, - riferisce l'agenzia Fides - approntate per accogliere
e curare questi altri tipi di malattie, è intervenuto mons. Joseph Augustine Charankunnel,
arcivescovo di Raipur, che ha detto: “Le porte sono aperte ai ‘lebbrosi di oggi’,
che sono i malati di Aids. La Chiesa svolge quest’opera con la forza che viene da
Dio. Come in questo felice caso, siamo pronti ad accettare una collaborazione delle
istituzioni civili, per iniziare altri progetti di assistenza sociale”. Il Centro
Jeevodaya, che si trova nei pressi della città di Raipur, è stato fondato nel 1969
dai religiosi Pallottini per accogliere i malati di lebbra. Si occupa anche di bambini
lebbrosi, accompagnandoli nel processo di guarigione e reinserendoli nella società.
Si è sempre sostenuto grazie alle offerte di benefattori da tutto il mondo. Il nuovo
settore di cura dei malati di Aids e di tubercolosi è stato pensato e inaugurato grazie
alla cooperazione fra la Conferenza episcopale indiana e il governo. La Chiesa afferma
che la collaborazione istituzionale messa in campo nel caso del Centro Jeevodaya può
essere un modello per tutta l’India e costituisce un’esperienza felice, da replicare
in altri Stati e per altre opere sociali. La Chiesa, in tal modo, può mettere a disposizione
le sue energie, il personale religioso, le strutture e le competenze per assistere
i segmenti di popolazione più svantaggiati o emarginati nella società indiana. James
Veliath, della Commissione episcopale per la Salute, ha reso noto che la Chiesa indiana
sta potenziando la sua presenza nell’opera di assistenza ai malati di Aids in India,
grazie a nuovi centri di cura sorti negli stati di Chhattisgarh, Gujarat, Orissa,
Bengala Occidentale e Bihar. (R.P.)