2009-01-07 15:30:07

Funerali di Nicola Sarpi a Napoli. Padre Masala: ridiamo la speranza ai giovani


A Napoli, ultimo commosso saluto ieri ai funerali di Nicola Sarpa, il ventiquattrenne ucciso da una pallottola vagante esplosa nel corso dei festeggiamenti per il Capodanno. Gli amici di Nicola hanno portato la bara attraverso i vicoli dei Quartieri Spagnoli. Durante la Messa funebre il parroco della chiesa di San Matteo, il padre mercedario Giacinto Masala, ha lanciato un accorato appello a deporre le armi e a non inseguire la vendetta. Il sacerdote si è anche rivolto ai fedeli auspicando che il sacrificio del giovane “possa servire a far riflettere e a cambiare le persone”. Sui funerali di Nicola ascoltiamo, al microfono di Fabio Colagrande, proprio padre Giacinto Masala:RealAudioMP3


R. – C’erano moltissime persone, amici, persone dell’ambiente e della zona, erano molto attenti e hanno partecipato alla celebrazione.

 
D. – Qual è il principale rischio che corrono i giovani della sua parrocchia?

 
R. – Quello di lasciarsi sopraffare da questo desiderio di usare la forza, di sopraffare gli altri con la forza e la violenza, anziché usare il metodo del dialogo, del confronto, dell’aiuto vicendevole, dell’aggregazione. Avevamo un bel gruppo di giovani e anche questo, piano piano, si è sfaldato, perchè i giovani vengono attratti in questa situazione generale dall’ambiente.

 
D. – Quindi, lei dice che i giovani della sua parrocchia purtroppo si stanno allontanando anche in relazione al clima di violenza, per la presenza della camorra?

 
R. – Purtroppo è così.

 
D. – Lei ha approfittato anche dell’occasione di ieri per rilanciare l’appello del cardinale Sepe...

 
R. – Il cardinale invitava a mettere i coltelli da parte. Qui si vedono molto evidentemente, con sfacciataggine, pistole, armi di tutte le specie, apertamente, senza timore di nulla.

 
D. – Qualcuno ha risposto al suo appello?

 
R. – Ancora non ho visto niente.

 
D. - Una ragazza, parlando dall’altare, durante i funerali, ha descritto un quartiere che vive nell’abbandono, di un’area senza speranza. Alcuni giovani hanno detto: “Qui la Polizia non viene”...

 
R. – La Polizia arriva quando deve fare una retata. Non c’è una presenza continua, una presenza di prevenzione. Manca la presenza dello Stato nella zona.

 
D. – Nonostante tutto padre Giacinto lei conserva la speranza?

 
R. – Sì, credo che la cosa più bella che noi possiamo trasmettere ai giovani, come Chiesa e come comunità, sia proprio quella di dare loro una possibilità: la possibilità di trovare un modo di vivere da persone civili, ma ancora più da cristiani. (Montaggio a cura di Maria Brigini)







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